mercoledì 7 aprile 2010

Scegliere


L'altro giorno ero vicino a Marsiglia e facevo un "intervento pedagogico" in una scuola media. Non so bene cosa sia un intervento pedagogico, ma ogni tanto ne faccio, con quel miscuglio di buona e malafede che mi sembra necessario in questi casi.
A un certo punto mi sono messo a parlare della televisione e ho detto una cosa che ha un po' sorpreso anche me mentre la dicevo perché mi è sembrata meno stupida e banale del previsto. Ho detto, in sostanza, che il fatto che oggi ci siano tanti canali e che uno possa scegliere quel che vuole fa in realtà abbassare il livello intellettuale dello spettatore che, tendendo sempre a scegliere quello che "gli piace" e che già in parte conosce non si dà più la possibilità di essere sorpreso da cose inattese. Dicendolo pensavo a un aneddoto che ho spesso raccontato: la televisione in casa dei miei genitori è arrivata quando io avevo otto anni. Allora c'era solo un canale, naturalmente in bianco e nero, e le trasmissioni cominciavano al pomeriggio, dopo la scuola, con la TV dei ragazzi. Siccome la TV era una novità, la guardavamo tutte le sere, anche dopo Carosello. È così che a nove anni mi sono visto Amleto interpretato, me ne ricordo benissimo, da Maximilian Schell. E sono convinto che quella serata abbia giocato un ruolo importante nella mia voglia di far teatro.
Anche indipendentemente dal fatto che il livello medio delle trasmissioni dei canali generici si è molto abbassato in cinquant'anni, ve la immaginate voi una famiglia qualsiasi che oggi sceglierebbe di guardare Amleto alle 9?
Bisognerebbe che ci pensassi su un po', se ne avessi voglia e tempo, ma mi pare che quest'idea che l'aumento della scelta fa abbassare il livello sia applicabile a un sacco d'altre cose. Anche alla politica, forse, e alla stessa democrazia, che implica la possibilità di scelta tra un grande numero di partiti. O addiritura alla stessa idea di libertà, o almeno a come la vediamo noi Occidentali. Senza poi parlare delle tonnellate di mercanzie disponibili in tutti i supermercati.
Chi più può meno può?