venerdì 9 aprile 2010

Primavera


Alberto Rabagliati era il cantante preferito di mia madre (classe 1921). Col sole che c'è fuori e le prime rondini che zinzilulano (sì, le rondini zinzilunano, mica cinguettano come un volgare passerotto; mentre invece le capinere gorgheggiano, i cardellini trillano, i fringuelli chioccolano, i merli zufolano, i pavoni paupulano, i pettirossi spittinano, gli stupidi piccioni grugano, i tacchini gloglottano e i tordi zirlano), col sole che c'è fuori e le prime rondini che zinzilulano, dicevo prima di essere interrotto da me stesso, mi è venuta voglia di bloggare questo immortale esempio di poesia canterina. E buona primavera a tutti.

MATTINATA FIORENTINA

È primavera... svegliatevi bambine
alle cascine, messere Aprile fa il rubacuor.
E a tarda sera, madonne fiorentine,
quante forcine si troveranno sui prati in fior.

Fiorin di noce,
c'è poca luce ma tanta pace,
fiorin di noce, c'è poca luce;
fiorin di brace,
Madonna Bice non nega baci,
baciar le piace, che male c'è?

È primavera... svegliatevi bambine
alle cascine, messere Aprile fa il rubacuor.
È primavera... che festa di colori!
Madonne e fiori tentaste il genio d'un gran pittor.
E allora, a sera, fiorivano gli amori,
gli stessi amori che adesso intrecciano i nostri cuor.

Fiorin dipinto,
s'amava tanto nel quattrocento,
fiorin dipinto, s'amava tanto;
fiorin d'argento,
Madonna Amante le labbra tinte
persin dal vento si fa baciar!
È primavera... che festa di colori!
Madonne e fiori trionfo eterno di gioventù.