Un neurone
Che l'intelligenza media di quelle poche migliaia di esseri umani di sesso maschile che accumulano milioni di euro prendendo a pedate una sfera di cuoio cucita grazie al lavoro minorile pakistano è cosa altrettanto conosciuta.
Non ci sarebbe niente da stupirsi quindi leggendo dello "scandalo" che coinvolge alcuni calciatori della nazionale francese e una prostituta ora diciottenne, ma minorenne all'epoca dei fatti. Niente da stupirsi nemmeno guardando le foto, ormai numerose su internet, e scoprendo una Zahia Dehar (questo il suo esotico nome) che sembra la caricatura di una Paris Hilton de nojaltri, tale da offuscare anche la fulgida memoria di Noemi Letizia.
Quindi non è che io mi stupisca. Non mi stupisce nemmeno che sia ormai diventato consuetudine il fatto di definire "escort" una prostituta che si distingue dalle sue pur rispettabili colleghe solo per il fatto di prendere più soldi e da prenderli da VIP di vario genere.
Caso mai quel che mi stupisce sono le facce delle escort in questione. Da Patrizia D'Addario a Zahia Dehar, pasando da una serie di altre sculettanti carneadi assunte (che la Madonna mi perdoni l'aggettivo) a un'effimera gloria mediatica, io vedo solo volti perfettamente insignificanti e sguardi vuoti che suggeriscono un'intelligenza da criceto (che i criceti mi perdonino il parallelo). Mi pare allora ovvio non solo che i neuroni dei clienti (o "utilizzatori finali") abbiano definitivamente messo su casa nei quartieri più malodoranti dei loro possessori, ma che il loro numero globale sia anche molto limitato.
Forse c'è proprio del vero in quella storiellina che mi piace tanto e che racconta di un neurone tutto solo nel cervello di un uomo. Improvvisamente si spalanca la porta ed entra un altro neurone che, vedendo il primo, esclama: "Ma cosa fai qui? Siamo tutti al piano di sotto".