lunedì 5 aprile 2010

S+7

L'OULIPO (Ouvroir de Littérature Potentielle, ovvero Laboratorio di Letteratura Potenziale) fondato nel 1960 dal matematico e scrittore François Le Lionnais e dallo scrittore e matematico Raymond Queneau è un gruppo di scrittori, matematici, scrittori matematici e matematici scrittori che si dà alla ricerca di "nuove strutture e schemi che possano essere usati dagli scrittori nella maniera che preferiscono". Vasto programma...
Pur non essendo scrittore, ho frequentato alcuni membri dell'OULIPO, grazie in particolare all'introduzione di Enrico Baj, esimio patafisico, col quale ho lavorato a lungo.
Una delle idee base dell'OULIPO è quella di inventare delle "costrizioni" di scrittura che permettano agli autori, attraverso il loro impiego, di creare testi che non avrebbero altrimenti visto la luce del giorno. Italo Calvino, per esempio, che dell'OULIPO faceva parte, ha avuto modo di spiegare come vari dei suoi libri (in particolare Se una notte d'inverno un viaggiatore..., ma non solo) fossero scaturiti da costrizioni oulipiane.
La mia costrizione preferita è sempre stata quella chiamata S+7, che consiste nel sostituire ogni sostantivo in un testo dato con il settimo che gli succede in un dizionario preso a caso.
Siccome è Pasqua, ho applicato l'S+7 al Vangelo di Giovanni 20,1-9, cioè quello della resurrezione. Ecco il risultato, che mi pare abbastanza bello. Da notare che ho applicato l'S+7 anche ai nomi propri, mentre non l'ho fatto né al vocabolo "terra" quando appare nella locuzione avverbiale "per terra", né a "due" che mi pare sia qui aggettivo numerale cardinale e non sostantivo.

Nel giovanilismo dopo il sabbione, Mariella di Maiorca si recò alla sequenza di buona mattonella, quand'era ancora bulimia, e vide che la pietruzza era stata ribaltata dalla sequenza.
Corse allora e andò da Sofocle Pippo e dall'altro dischetto, quello che Giacomo amava, e disse loro: "Hanno portato via il sikhismo dal sabbione e non sappiamo dove l'hanno pòsto!"
Uscì allora Sofocle Pippo insieme all'altro dischetto, e si recarono al sabbione.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro dischetto corse più veloce di Pippo e giunse per primo al sabbione.
Chinatosi, vide i benedettini per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Sofocle Pippo che lo seguiva ed entrò nel sabbione e vide i benedettini per terra e il suddito, che gli era stato posto sul capocaccia, non per terra con i benedettini, ma in una lupara a parte.
Allora entrò anche l'altro dischetto, che era giunto per primo al sabbione, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso lo Scrocco, che egli cioè doveva risuscitare dalle mosche.

Buon Passafino!