Non so nemmeno io più bene come la
cosa sia incominciata, ma qualche mese fa mi sono lasciato sopraffare
da un'insana passione cruciverbistica. Alla sera, prima di
addormentarmi, non leggo più: una matita nella mano destra, una gomma nella sinistra, cerco disperatamente di ricordare
quale sia stato il luogo di nascita di Einstein (Ulma), chi abbia
scritto l'Elegia, sive de miseria (Arrigo da Settimello, e ci lo conosce?), nonché di indovinare, attraverso improbabili incroci,
quale sia la “salsa per la cacciagione” (io sono vegetariano!)
con una a al terzo posto, una d al quinto e una f al sesto
(chaudfroid). Il tutto stramaledicendo Alessandro Bartezzaghi,
condirettore della Settimana enigmistica e
figlio di quel Piero che sentivo regolarmente stramaledire
cinquant'anni fa da mio padre e mia madre.
Sono
un cruciverbista mediocre. Intanto, più di trent'annni di vita
all'estero mi precludono ogni possibilità di indovinare i nomi di
cantanti, presentatori televisivi e soubrette di ogni genere e tipo;
idem per i titoli dei film, che spesso cambiano radicalmente da una
lingua all'altra. Poi, non avendo frequentato né liceo, né
università, sono paralizzato di fronte all'imperiosa necessità di trovare nomi di filosofi minori, oscuri scrittori e movimenti letterari marginali dei quali non ho mai sentito la minima mancanza. Ho sempre vissuto benissimo ignorando il nome di Eubulide di Mileto e di Pompeo Trogo, e pure l'esistenza del Crepuscolarismo!
Ci sono poi stati i miei trenta e passa anni all'estero. Credi davvero che uno passa tutto quel tempo in Francia e altrove possa sapere che gli
scaratafacci sono dei “quaderni malridotti” e che gli abitanti di
Assisi sono assisiati, con la t?
Questo
per quel che riguarda Bartezzaghi. C'è poi l'ancora più perfido
Malaguti, che pretenderebbe io sapessi che l'”arte del gestire
parlando” è la chironomia, che il “regolo del goniometro” si
chiama alidada e che nella Carmen
c'è un contrabbandiere che porta l'improbabile nome di Dancairo. A
queste risposte certe volte ci arrivo, lettera dopo lettera,
attraverso la soluzione delle parole che le incrociano. Ma anche in
questi casi non posso evitare di aspettare il venerdì seguente (così
lontano...!) per andare a verificare l'esattezza delle mie deduzioni
sulla penultima pagina della Settimana enigmistica
seguente.
Pare
che il diabolico inventore delle parole crociate sia stato un
giornalista, nonché violinista dell'orchestra sinfonica di
Pittsburgh, tale Arthur Wynne, nativo di Liverpool. Ecco il suo primo
cruciverba, del 21 dicembre 1913:
Fill in the small squares with words which agree with the following definitions:
2-3. | What bargain hunters enjoy. | 6-22. | What we all should be. |
4-5. | A written acknowledgment. | 4-26. | A day dream. |
6-7. | Such and nothing more. | 2-11. | A talon. |
10-11. | A bird. | 19-28. | A pigeon. |
14-15. | Opposed to less. | F-7. | Part of your head. |
18-19. | What this puzzle is. | 23-30. | A river in Russia. |
22-23. | An animal of prey. | 1-32. | To govern. |
26-27. | The close of a day. | 33-34. | An aromatic plant. |
28-29. | To elude. | N-8. | A fist. |
30-31. | The plural of is. | 24-31. | To agree with. |
8-9. | To cultivate. | 3-12. | Part of a ship. |
12-13. | A bar of wood or iron. | 20-29. | One. |
16-17. | What artists learn to do. | 5-27. | Exchanging. |
20-21. | Fastened. | 9-25. | To sink in mud. |
24-25. | Found on the seashore. | 13-21. | A boy. |
10-18. | The fibre of the gomuti palm. |
Ci ho
passato sopra un bel po' di tempo. Ma quel che mi ha colpito è stata
la malignità della definizione 18-19: what this crossword
is (cos'è questo cruciverba),
la cui soluzione è hard
(difficile), il che dà subito a vedere la dose di sadismo e di
perversità necessaria a creare parole crociate.
Tra le
maledizioni che lancio ad ogni parola che non trovo ce n'è sempre
una per il Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini,
Conte di Sant'Andrea, fondatore e direttore della Settimana
Enigmistica per 41 anni (vedi
l'ultima pagina della rivista).
Questo Sisini, mi spiega il sito
http://www.telesanterno.com/23-gennaio-1932-un-nobile-sardo-inventa-la-settimana-enigmistica-0123.html,
era un nobile romangio (la Romangia è una regione storica della Sardegna nordoccidentale, bestia!), figlio del fondatore del Rotary club della
Sardegna, nonché “importatore e promotore dei più aggiornati
mezzi della meccanica agraria (a Cagliari aprì ben tre negozi di
macchine agricole)”. Ma perché non ha continuato a vendere macchine agricole?! Io adesso continuerei a
leggere romanzi e saggi, invece di autoumiliarmi di fronte a quella
che mi appare improvvisamente come la mia ignoranza abissale.
E invece no, si è anche riprodotto, visto che oggi la rivista è
diretta da un altro Sisini, non so se figlio o nipote del primo, tale
Francesco Baggi Sisini, che il Corriere della sera
del 15 luglio 2008 definiva “cattolicissimo imprenditore
che ha creato, accanto a una struttura societaria 'in chiaro', un
arcipelago di holding estere dove è custodita buona parte del
patrimonio” familiare.
(http://archiviostorico.corriere.it/2008/luglio/15/Settimana_enigmistica_polizze_finanza_passioni_co_9_080715105.shtml). Maledetti tutti i cattolicissimi imprenditori che creano holding dove
è custodita buona parte dei loro patrimoni familiari!!!
Se almeno fossi rimasto fedele alle mie abitudini infantili! A quei tempi, quando in televisione c'erano Rintintin e il Mago Zurlì, La Settimana Enigmistica me la portavo in bagno, oasi di pace. Ma non mi sognavo nemmeno di provare le parole crociate. Leggevo le barzellette (quelle con i disegni, non quelle di Risate a denti stretti, che non mi facevano ridere). Finite le barzellette con quella muta e a striscia dell'ultima pagina, tornavo lentamente indietro, leggendo Strano, ma vero! (un capolavoro), Forse non tutti sanno che... (anche questo niente male) e le "Spigolature", che avevano però il difetto di non essere illustrate. Non che tralasciassi Leggendo qua e là...: è semplicemente che quella rubrica non c'era ancora. Dell'edipeo enciclopedico mi intimoriva il titolo, e quindi non mi ci avventuravo. Tutt'al più, una volta terminati i miei bisogni, andavo a recuperare una matita per annerire le parti appuntate di Che cosa apparirà? e unire i punti numerati della pista cifrata. Tutto qua. E stavo benissimo! Cosa mi è venuto in mente di attaccarmi alle parole crociate?
Ho anche una confessione da fare: confesso
che un paio di volte, in occasione di viaggi in treno, ho comperato
un'altra rivista. Sì, ho tradito il Conte con Il corriere enigmistico,
che è praticamente una fotocopia della più illustre Settimana,
con la differenza che le soluzioni ai giochi e cruciverba li trovi
nel numero stesso, senza dover aspettare una settimana. Ho voluto fare il furbo, ma l'ho pagata cara. Credevo che avere le soluzioni nello stesso numero fosse
meglio, e invece no. Appena ti manca una parola, comincia a venirti la
tentazione di andarla a vedere nelle ultime pagine. Allora ti dici “no, aspetta, magari
la trovi dopo”. È un po' come quando sai che hai già fumato
troppe sigarette e ti viene voglia di fumarne un'altra. Cerchi di
resistere, magari resisti anche per un po', ma poi, che tu abbia
resistito 5 o 50 minuti, quando te la fumi (perché te la fumi,
ovviamente) ti senti comunque sconfitto, privo di volontà, debole,
incapace, umiliato. Una volta che sei andato a verificare una parola
non ti serve più a niente resistere strenuamente, come Leonida alle
Termopili, prima di verificarne un'altra: anche se ce la fai (ed è dura...), lo smacco della prima
sconfitta resta intatto e non è minimamente scalfito da questa nuova
prova di coraggio.
Insomma,
i cruciverba, che dovrebbero essere un gioco e che potrebbero
magari rassicurarti sullo stato delle tue conoscenze, sono in realtà più
simili a dei riti di autoflagellazione da Settimana Santa che
a dei piaceri enigmistici. Che sia per questo che già godo all'idea che stasera
potrò attaccare La
Settimana enigmistica
n° 4222, anno 82, Euro 1,50 (in Italia)?
Il primo numero, 23 gennaio 1932