giovedì 14 marzo 2013

Francesco

Mi sa che ho sbagliato foto...

… E Francesco fu. E tutti a rallegrarsi dell'omaggio al poverello di Assisi.
Ma se dite Silvio a un italiano è poco probabile che lui pensi per prima cosa a Silvio Pellico o Silvio Orlando; se dite Armstrong a un astronauta è poco probabile che lui pensi per primo al dopato del Tour de France; se dite Uma a un critico cinematografico è poco probabile che lui pensi alla moglie del dio Shiva. Allo stesso modo, se dite Francesco a un gesuita mi sembra molto più probabile che lui pensi prima a Francesco Saverio, al secolo Francisco de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, uno dei fondatori, insieme a Ignazio di Loyola, della Compagnia di Gesù, che a San Francesco d'Assisi, al secolo Giovanni Francesco Bernardone di Pietro.
Francesco Saverio era un missionario gesuita, attivo soprattutto in Oriente (India, Indonesia, Giappone e Cina). Come la maggior parte dei missionari dei suoi tempi, il '500, era sua abitudine imporre ai convertiti di prendere un nome cristiano e di adottare vestiti occidentali. È sepolto a Goa, dentro una tomba che fu regalata da Ferdinando II dei Medici, una specie di grosso panettone barocco in marmo di Carrara e argento massiccio. Sepolto... in parte, visto che 62 anni dopo la sua morte degli inviati del Vaticano pensarono bene di staccargli un braccio per portarlo a Roma, dove è tuttora conservato nella Chiesa del Gesù. Altre asportazioni seguirono negli anni successivi, finché i gesuiti locali, temendo di ritrovarsi con una tomba vuota, misero fine al sinistro traffico.
I gesuiti hanno la reputazione di essere dei grandi intellettuali e dei politici di prim'ordine. Pur predicando l'umiltà e la povertà, si sono distinti nella storia per il loro gusto per la ricchezza e il potere (soprattutto in Giappone e in Portogallo, poi in Spagna), cosa che spinse re Carlo III a cacciarli dal Paese nel 1767. L'esempio di Re Carlo fu poi seguito da Ferdinando IV, re di Napoli, e dal Duca Ferdinando di Parma. Finché Papa Clemente XIV soppresse l'ordine nel 1773. Ma nel 1801 Papa Pio VII lo restaurò.
Anni fa mi raccontarono una barzelletta in Francia (fu un Domenicano a raccontarmela): Due frati si incontrano a Parigi, nella place de la Concorde. Uno è un Domenicano, l'altro è un Gesuita. Il Gesuita chiede al Domenicano: “Fratello, potreste indicarmi come arrivare all'Arc de Triomphe?” “Non lo troverete mai, fratello, gli risponde il Domenicano, dovreste andare sempre diritto”. Questo per sintetizzare la leggendaria tortuosità mentale dei Gesuiti.
Il Preposito Generale della Compagnia di Gesù, cioè il capo dei Gesuiti, è comunemente definito “il Papa nero”, in riferimento alla potenza dell'Ordine e alla sua influenza sulla vita della cristianità.
Mo' ecco qua Papa Francesco. In occasione della sua prima apparizione pubblica abbiamo visto un uomo apparentemente semplice, spiritoso, nonché “a forma di papa”, come ha giudiziosamente commentato mia moglie. Ma già dai giornali di questa mattina appaiono altri aspetti dell'ex-Cardinale Bertoglio. Un uomo semplice, questo sì, che non ama i fasti (buona fortuna in Vaticano!), che tifa per il San Lorenzo, suadra che ha vinto 13 volte il campionato di calcio argentino, che sembra attento alle preoccupazioni degli umili. Ma anche un uomo dogmaticamente molto rigido, opposto alla pillola, all'aborto (definito “contrario al disegno di Dio”), alle unioni gay (“una mossa del diavolo”) e ancor più all'adozione da parte di coppie gay. Sulle donne sembra avere chiare opinioni: "Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L'ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l'uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell'uomo, ma niente più di questo" (http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1085940/papa-francesco-le-donne-inette-per-la-polita.shtml). Da bravo argentino, pensa che le isole Falkland appartengano all'Argentina, il che non è sorprendente. Ma, ahimé, sembra che questo non sia stato il suo solo punto di accordo con i militari che diressero il Paese dal '76 all'83, trasformando 30.000 cittadini in desaparecidos. Secondo Horatio Verbitsky, scrittore e giornalista, membro di Human Rights Watch, nonché collaboratore del New York Times, del Wall Street Journal e di El País, il comportamento del Cardinale Bergoglio e di tutta la Chiesa argentina durante gli anni della dittatura fu più che ambiguo (ampie inormazioni, in spagnolo, qui: http://www.taringa.net/posts/noticias/5189962/Bergoglio-Dictadura-e-Iglesia---Por-Verbitsky.html).
Secondo l'avvocato Emilio Fermin Mignone, fondatore del Centro di Studi Legali e Sociale, nonché padre di una desaparecida, Bergoglio sarebbe stato un esempio della sinistra complicità ecclesiastica con i militari che si incaricarono di compiere lo sporco compito di lavare il cortile interno della Chiesa con la accondiscendenza dei prelati”. 
In particolare Bergoglio è accusato di aver favorito l'arresto di due gesuiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, arrestati una settimana dopo che il Cardinale li aveva espulsi dalla Compagnia di Gesù, dando così un chiaro segnale ai militari della Giunta.
Non voglio entrare qui in troppi dettagli, né tirare conclusioni affrettate. Numerose informazioni sono disponibili su vari siti argentini.
Vedremo che tipo di papa sarà questo Francesco. Probabilmente e almeno in parte, sarà una nuova versione di Papa Wojtyla, che coniugava un'apparente umanità alla Giovanni XXIII con un rigore dogmatico e una “prudenza” (chiamiamola così...) politica alla Pio XII. Mi pare comunque poco probabile che la Chiesa cattolica si sia dotata di un pontefice deciso a rompere con le vecchie tradizioni di potere e di intrigo che la caratterizzano. Anche perché la cosa sarebbe molto strana.