venerdì 8 marzo 2013

La tristezza del ramo che si secca


La penisola del papagayo, Costa Rica

Ditemi che è uno scherzo.
Fino a ieri non sapevo chi fosse Walter Vezzoli, e mi andava bene così. Oggi so che è un amico e stretto collaboratore di Beppe Grillo. E vabbè.
Senonché L'Espresso ha pubblicato un articolo che parla di questo Vezzoli e dei suoi presunti affari in Costa Rica. Al che Vezzoli risponde in un'intervista al Fatto quotidiano.
Fin qui niente di anormale: che un giornale o una rivista indaghino su uno stretto collaboratore di un importante leader politico non è cosa che mi scandalizzi.
Trovo più, come dire?..., disarmanti le dichiarazioni di Vezzoli al Fatto.
Per esempio: quando L'Espresso sostiene che il Costa Rica è un paradiso fiscale, Vezzoli risponde che non è più vero dal 2011, omettendo di indicare che lui ci abitava prima di quella data.
Ma là dove le cose assumono un aspetto di alta quanto involontaria poeticità è sul sito di una delle società di Vezzoli, EcoFeudo, che presenta un progetto (“un sogno”, dice lui) per metà affare milionario e per metà incubo settario.
Il progetto comprende la costruzione di un villaggio su un terreno sopraelevato che domina il golfo del papagayo, il che “gli conferisce tutti i benefici delle energie positive che provengono dalla baia”. Si vede che le energie che arrivano dall'entroterra non sono così positive, visto che l'intero villaggio avrà bisogno di essere “circoscritto da mura in pietra ed equipaggiato con un sofisticato sistema d'allarme a raggi infrarossi”. Certo, la sicurezza sarà “tutelata anche dalla perfetta armonia di convivenza con il 'pueblo' locale”, però un bel muro e un po' di raggi infrarossi sono sempre meglio dell'armonia di convivenza. E comunque, a scanso di equivoci, “ogni abitazione sarà dotata, grazie alla struttura geologica del terreno, di bunker antiatomico fornito di particolari filtri depuratori progettati per difendersi da contaminazioni chimiche, biologiche e batteriologiche”. Ditelo pure a Kim Jon-un: se alla Corea del Nord venisse da buttare bombe atomiche sul Costa Rica, a quelli di EcoFeudo non gli farà un baffo.
A partire da questo simpatico villaggio ecosostenibile, protetto da mura in pietra e da sofisticati sistemi a raggi infrarossi, nonché equipaggaiato con rifugi antiatomici, si potranno vivere numerose avventure, tra le quali (giura di non ridere): “rafting, canyoning, kayaking, rappelling, canopy, tarzan swing, horse riding, mountain bike, rally in adv, bungee jumping, deltaplano”. Non si sa bene come mai 'deltaplano' sia in italiano, quando un bel hand gliding ci sarebbe stato così bene.
Ma non solo: “a soli 15 minuti dal nostro ecovillaggio” uno potrà trovare tutto un vasto repertorio di luoghi ecologicamente impeccabili, come “ristoranti, pizzerie, locali dove gustare drink, vivere il rito dell'aperitivo (sic, ndr) e godere di indimenticabili tramonti, cinema, sale da ballo e discoteche”. Insomma, se ti va di spendere un cacazillione di euro per comprarti casa in Costa Rica, poi stai tranquillo, puoi vivere come a Rimini d'estate.
Tanto più che l'ecovillaggio avrà una sua filosofia, perfettamente spiegata in questo nobile incitamento: “ama la nuvola, il cane, il libro, ma soprattutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che si secca”. È vero, anch'io mi sono sempre sentito molto turbato dalla tristeza del ramo che si secca. E oltre tutto mi è anche capitato di non amare una nuvola.
E pensare che per migliorare il mondo basterebbe invertire due vocali! “Le vocali sono la E e la O. La parola è DENARO. Da un'economia che, sul DENARO, ha fondato, da millenni, il suo potere, caricandone il significato di sopraffazione, egoismo, avidità, schiavitù, si può passare, solo con questa semplice inversione, all'economia del DONARE”. Invertiamo, invertiamo! E viva la pace nel mondo!
Non sei d'accordo? Ma come! Non sai che “sul DENARO si è fondato l'impero del vitello d'oro che scatenò l'ira del buon Mosé (il buon Mosé...) che fu costretto a scendere dal Sinai”? E oltre tutto era vecchio e ha dovuto portarsi giù a mano delle tavole di pietra!
Intendiamoci, il denaro in sé non è ignobile ma un mezzo come altri”. E infatti quando serve a comprarsi una villa in Costa Rica non vedo perché lo si dovrebbe continuare a scrivere a tutte maiuscole.
Ad ogni modo, e a scanso di equivoci, l'ecovillaggio batterà pure moneta: “la moneta si chiamerà FEUDO”, che è un bel nome e che permette di fare la differenza con le collane di perline di plastica del Club Méditerranée.
C'è poi il problema della salute, ma stai tranquillo: il villaggio “sarà equipaggiato con un'ambulanza per il pronto intervento”. Se poi ti capitasse qualcosa di grave, che problema c'è? “Per gli interventi di massima urgenza è disponibile l'eliporto di ecofeudo”. Niente di anormale: un po' come in tutti i villaggi italiani.
Ma, mi dirai, tutto 'sto popò di villaggio avrà pur bisogno di gente che ci lavori. Anche qui tutto è previsto: “il lavoro in ecofeudo assume un significato diverso. Viene percepito come l'applicazione della propria passione al servizio di una collettività attenta a tutti gli aspetti dell'ecosostenibilità”. Metti, dico a caso, ma metti che una costaricana abbia la passione delle pulizie dei cessi dei ricchi, o un costaricano della raccolta dei loro rifiuti: a EcoFeudo potranno mettere le loro passioni al servizio di una collettività attenta a tutti gli aspetti dell'ecosostenibilità. Pensa che bello! E magari saranno pure pagati in feudi, che potranno tranquillamente convertire nella loro banca abituale, quella dove vanno le donne di servizio e gli spazzini del Costa Rica.
Per finire, un po' di urbanismo. Vezzoli dice che aveva messo gli occhi su 30 ettari di terreno, e aveva pensato di edificarne 15. Edificare come? “Le costruzioni potranno avere una superficie fino a 750 mt quadrati coperti su un'area propria di 5000 mt quadrati di terreno”. Si parla quindi di trenta unità abitative, visto che ognuna occuperebbe col suo terreno mezzo ettaro. Questo naturalmente in assenza di un qualsiasi negozio, luogo collettivo, strada, eliporto, ecc.
Trenta unità abitative con rifugi antiatomici approvigionati per “garantire alla famiglia le condizioni di sopravvivenza per diversi anni”, quindi non parliamo di cantine di 10 metri quadri. 
Ma chi è questo Vezzoli? L'Emiro del Qatar, o lo scemo del villaggio? E che cacchio è questa ideologia che consiste nell'ambire alla creazione di mini-paradisi tropicali riservati a qualche vip? Come si compreranno queste case, con DENARO o con feudi? È immaginabile che uno che ha ideato un progetto come questo sia davvero “un ragazzo formidabile” (Grillo dal palco di Piazza San Giovanni in Laterano)?
Ma fatemi il piacere...