martedì 12 marzo 2013

Consigli al prossimo papa

 
Oggi i cardinali di meno di ottant'anni si riuniscono nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo papa. Dire che sono divorato dall'attesa sarebbe certamente eccessivo, anche se ammetto una certa curiosità.
Naturalmente assisteremo al solito psicodramma del colore della fumata: è bianca o è nera? Non si capisce mai bene. Questa volta ci dicono che un nuovo e moderno sistema, consistente nel bruciare particolari agenti chimici, ci permetterà di non avere dubbi. Vedremo. Dopotutto, è possibile che secoli di studio e ricerca finiscano col darci risultati soddisfacenti, almeno quanto quelli che si ottenevano in passato bruciando paglia o carta.
Ma l'attesa vera è quella sul nome del futuro papa. La tradizione va avanti dall'anno 533, quando fu eletto tale Mercurio di Proietto. Siccome ritrovarsi con un papa che portava il nome di un dio pagano sarebbe stato un po' imbarazzante per Santa Romana Chiesa, il neo-eletto si scelse il cristianissimo nome di Giovanni, fino ad allora usato una sola volta, dieci anni prima, da un senese che fu poi arrestato da Teodorico, re ostrogoto, e morì in prigione. Ne approfitto per notare che a quei tempi, cioè tra l'agosto 523 e il marzo 537, furono eletti ben sette papi in meno di nove anni. Una pacchia per i giornalisti.
Ma torniamo ai nomi.
Ci ricordiamo tutti della disarmante mancanza di originalità di Albino Luciani, che si scelse, primo nella storia, un doppio nome, composto da quelli dei due che l'avevano preceduto. Almeno Karol Wojtyla non fece che ispirarsi a dieci suoi predecessori, che avevano assunto l'esatto nome di chi li aveva preceduti, e la cui indispensabile lista ti propongo qui: Giovanni VII, Gregorio III, Benedetto VII, Giovanni XV, Giovanni XVIII, Clemente X, Clemente XIV, Pio VII e Pio XII. 
Notiamo anche che, una volta stabilita la tradizione del cambiamento di nome, due neo eletti si dissero semplicemente “e che me ne importa a me?” e si tennero il nome che gli avevano affibbiato babbo e mamma: Adriano VI (al secolo Adriaan Florenszoon Boeyens Dedel, nativo di Utrecht) e Marcello II (al secolo Marcello Cervini degli Spannocchi, di Montefano, nelle Marche).
L'altro giorno non so quale giornalista ha scritto, non si sa bene sulla base di quali informazioni, che c'è la possibilità che il prossimo passeggero di papamobile assuma il nome di Francesco, mai usato fino ad oggi. Anche qui, vedremo.
A me, con tutto il rispetto per il poverello di Assisi, piacerebbe di più che, quando il cardinale protodiacono uscirà sul balcone per pronunciare la famosa formula che incomincia con Annuntio vobis gaudium magnum e termina con qui sibi nomen imposuit... annunciasse poi un bel nome di quelli che uno non si aspetta. Non dico un nome mai usato, ma uno di quelli che “fanno papa” almeno quanto Neri fa toscano, Gavino sardo e Pier Silvio figlio di. Che ne so?, Aniceto, per esempio, o Ponziano.
Tra i miei preferiti, tutti usati in precedenza una volta sola (ed è un peccato), ci sono: Adeodato, Agatone (buono, virtuoso), Aniceto (invincibile), Antero (?), Calo (uno dei figli di Perdice, nipote di Dedalo), Cleto (eletto), Conone (generale ateniese), Dono, Eleuterio (libero), Eutichiano (?), Evaristo (assai prestante), Fabiano (coltivatore di fave, che magari per un papa non è molto bello...), Formoso (da scegliersi solo se somaticamente corretto), Igino (sano), Lando (diminutivo di Orlando, o Landolfo, o Gerlando, o Rolando), Liberio, (variante di Libero), Lino (viene dal tessuto), Milziade (terra rossa), Ormisda (re persiano), Ponziano (quinto), Sabiniano (appartenente a quel popolo che viveva tra le attuali provincie di Rieti e dell'Aquila), Simmaco (alleato), Simplicio (puro d'animo), Siricio (?), Sisinnio (ardente di grazia), Sotero (salvatore), Telesforo (colui che porta a buon fine, e non portatore di TV, bestia!), Vitaliano (che abbia lunga vita), Zefirino (dal vento primaverile), Zosimo (vitale). 
Approfittando del fatto di portare un cognome cardinalesco (Alfredo Ildefonso Schuster fu cardinale di Milano dal 1929 al 1954) mi permetterei di sconsigliare al prossimo calzatore di Prada rosse di scegliersi un nome mai usato prima, o bizzarro, che potrebbero dare l'impressione di un'eccessiva ricerca di originalità. Penso in particolare a nomi come Ameglio, Ampellio, Aulo, Brunero, Delvandolo, Diocle, Edolo, Elino, Espartero, Frondiano, Galdino, Gradenico, Malito, Mietrio, Profilio, Volio, o Zelo. 
Ma questi nomi te li sei inventati!, mi dirai tu, lettore incredulo. E invece no. Li ho semplicemente trovati sul sito del comune di Pioraco, provincia di Macerata. Sì, io vado sul sito di Pioraco, provincia di Macerata. Embè? 
Se ci fossi andato pure tu non avrei bisogno di spiegarti che “Pioraco è conosciuto anche come il paese dei nomi strani. La spiegazione di tale fenomeno risale al periodo in cui a Pioraco arrivavano enormi quantità di libri destinati al macero per la fabbricazione della carta. Molti di questi libri venivano letti, conservati e costituivano una fonte inesauribile di nuovi termini, di conoscenza ……e di nomi da mettere ai propri figli”.
E ora, soddisfatto di questo mio fondamentale contributo all'elezione del nuovo pontefice, me ne vado a fare la spesa.