Carlo Sibilia, deputato
Uno va
su internet e quasi automaticamente si trova davanti all'ultima
scemenza scritta o detta da un parlamentare del gruppo M5s.
L'ultimo
Carneade ad essersi assicurato il suo quarto d'ora di celebrità
grazie a un'ignominia è tale Carlo Sibilia, di Avellino, che ha
scritto che la "restituzione" da parte del suo partito di
un milione e mezzo di euro allo Stato, ha rappresentato l'elemento
più rivoluzionario dagli omicidi di Falcone e Borsellino.
Ovviamente
subissato da una marea di "sce-mo, sce-mo, sce-mo!", il
Deputato, benché molto poco onorevole, Sibilia, si è affrettato a
precisare che non era sua intenzione dire
ciò che aveva scritto, non era sua intenzione mancare di
rispetto alla memoria dei due capi dell'Antimafia,
nonché a chiedere ai suoi lettori di non volergliene
per ciò che aveva scritto. In altri termini, la solita cantilena del
non volevo, mi scuso, sono stato frainteso.
Ovviamente
il per nulla onorevole Sibilia
non si rende assolutamente conto di quanto possa essere imbarazzante
per un cittadino sapere che sugli scranni del Parlamento siedono
persone incapaci di mettere per iscritto ciò che pensano (ammesso e
non concesso che di questo si tratti nel caso specifico). Sono grosso
modo cinque o seimila anni che l'Homo sapiens
ha inventato il modo di fissare su un supporto rigido (roccia,
papiro, legno, ardesia, carta, o altro) ciò che gli frulla per il
cervello. Da pochi decenni ha anche trovato il modo di fissarlo in
maniera più eterea, attraverso l'impiego di macchine in grado di
computare a partire da un sistema matematico binario. Ma è vero che
tutto questo scrivere ha bisogno, per avere un senso, che chi scrive
passi prima almeno qualche istante a pensare.
Il
Vocabolario Etimologico Pianigiani (lo scrivo soprattutto
all'intenzione del tutto fuorché onorevole Sibilia), precisa, nella
sua ricca lingua d'inizio secolo, che il verbo pensare,
"prov. cat. sp. e port. pensar,
fr. penser",
deriva dal latino pensare, "propr. pesare e
fig. esaminare, apprezzare,
intensivo di PÈNDERE pesare
(che quindi confronta nella idea col ted.
erwägen, da waga bilancia
(v. Pesare). Propr.
pesare e valutare le cose con l'intelletto; indi Stimare, Giudicare,
Volger l'attenzione, Opinare, Deliberare, e più genericamente
Meditare, Concepire e formare idee, Immaginare."
Quel
che mi colpisce nello scritto del Pianigiani è che tutti i verbi che
usa per definire pensare,
tutti insieme, costituiscono un'eccellente base di ciò che un
cittadino ha diritto di aspettarsi da un parlamentare. Ahimé, il
Sibilia sembra aver appreso il verbo pensare
un po' in fretta, talmente da giungere a confonderlo con il più colorito
petare. Ma basta
davvero petare scritti di odioso sentore mafioso e precisare in
seguito che non era quello che si era voluto dire?
Purtroppo
il club di petomani ai quali il deputato avellinese appartiene conta
schiere di membri che trovano oggi nella rapidità cibernetica un
modo particolarmente rapido di affermarsi.
In
molti casi i membri del club trovano che il metodo migliore per far
dimenticare la puzzetta appena prodotta sia 1) di affermare che non
sono stati capiti, oppure 2) di dire cose tipo "mi scuso con
tutti quelli che...". A onor del vero, il nostro Sibilia il
verbo scusare non lo usa nemmeno, non si sa se perché non trovi di
dover chiedere scusa a qualcuno, o perché quel verbo sia per lui di
troppo difficile comprensione. Ma di solito non lo usano nemmeno i
suoi colleghi di club, preferendogli la forma riflessiva scusarsi.
La scelta non è casuale: mentre chiedere scusa
a qualcuno implica la richiesta di una cosa che può essere accordata
o no, scusarsi
sottintende una placida autoassoluzione che permette di voltare
pagina senza più pensarci su.
Ripeto
(e accorgendomi della possibile ambiguità del termine, preciso che
ripeto
in questo caso è voce del verbo ripetere
e non di ripetare),
che Sibilia non si autoscusa nemmeno: preferisce precisare che lui
Falcone e Borsellino li rispetta tanto che ha addirittura
"personalmente
chiesto di ricordarli in aula per tutto ciò che hanno fatto",
bontà sua, manco i parlamentari si fossero scordati di farlo prima del
suo arrivo.
Ma
anche questa frase mi pare particolarmente ridicola: è un po' come
se un ladro colto sul fatto con un televisore rubato sottobraccio pretendesse di metterci una pietra sopra
perché il televisore che aveva prima l'aveva pagato.
Più
il tempo passa, più mi pare che il problema principale con molti
eletti del M5s sia proprio quella loro sistematica rinuncia al
pensare, a favore di un continuo sbottare privo di qualsiasi previa
riflessione. È vero che è lo stesso circo mediatico odierno che
favorisce questo tipo di comportamento. Ma mi pare che proprio per
questo chi si vuole responsabile e si reputa idoneo ad accollarsi
responsabilità collettive dovrebbe fare molta più attenzione del
cittadino comune a ciò che dice o scrive.
Già,
ma forse non per nulla gli eletti del M5s hanno sempre insistito sul
fatto di essere persone normali
e di non amare l'epiteto onorevole.
In questo dobbiamo riconoscere loro un inatteso guizzo di lucidità.
P.S. Meno di tre ore dopo aver pubblicato questo post mi accorgo che un inconfondibile fetore si sprigiona dal mio computer. Vuoi vedere che...? Ebbene sì: l'ineffabile Sibilia ne ha petata un'altra delle sue:
P.S. Meno di tre ore dopo aver pubblicato questo post mi accorgo che un inconfondibile fetore si sprigiona dal mio computer. Vuoi vedere che...? Ebbene sì: l'ineffabile Sibilia ne ha petata un'altra delle sue:
I
paesi europei sono in forte difficoltà.
Unione
incerta e disoccupazione alle stelle. Mezzo mondo è alle prese con
analfabetizzazione, fame e malattie.
I
politici spesso prendono a modello i governo (sic)
del nord. Norvegia, USA e Canada.
Eppure
dov'è che hanno iniziato a sparare i politici... (re-sic)
proprio in un paese come il Canada. Opera di un pazzo o di qualcuno
che ha ritrovato la ragione?
La
mia solidarietà a chi ha perso la vita nell'attentato.
A
chi vanno attribuite le colpe?