giovedì 18 novembre 2010

Lettera a Barbie

Barbie Nadeau

Cara Barbie Nadeau,
ma come si permette? Lei, autorevole giornalista dell'autorevole (anche se sul bordo della bancarotta) Newsweek, nonché collaboratrice delle non meno autorevoli BBC e CNN e dei magari un po' meno autorevoli Delty Sky Magazine, Budget Travel, Frommer's and Globe Pequot Press, Daily Beast, NPR, NBC e ABC, come si permette di dire del male del nostro Amato Leader? Ma scherziamo?
Lei ha osato dire che un'innocente trasmissione di divertimento come Striscia la notizia è un'espressione “del marciume ormai manifesto ai vertici del governo italiano”; che le donne sono “addobbi da vetrina” per il nostro Silvio nazionale; che il nostro Premier agisce come “un vecchio sporcaccione”. Eh, no! Non si fa così.
E poi, scusi, cos'è quella storia secondo la quale il nostro Amato Leader controllerebbe il 95% della nostra televisione? Ma non sa che la RAI è di sinistra? Ma se lo sanno tutti!...
Come osa dire che l'Italia è al 74° posto nel mondo (dopo la Colombia, il Perù e il Vietnam) nella classifica del World Economic Forum dei paesi che trattano meglio le donne? Ma non sa che dietro la sigla WEF si nasconde in realtà il World Economic Communist Organisation? Come sarebbe l'acronimo non è giusto? Ma è perché quelli lì si nascondono dietro un acronimo falso, perché i comunisti sono così, falsi come monete da tre euro!
Senta, lei mi sembra anche abbastanza carina. Secondo me una speranza di essere invitata a una cenetta ad Arcore ce l'ha. Poi, si figuri, col nome che ha!... Vabbé, i diciassette anni li ha passati da un pezzo, ma cosa vuol dire? Un po' di cerone, un po' di silicone e via col bunga bunga!
Guardi, non è che voglia farle la lezione, però il giornalismo è una cosa seria. Lei, se scrive cose del genere, poi deve dare a chi attacca la possibilità di difendersi. Lo so, il nostro Amato Leader è uno troppo discreto per esigere un diritto di risposta. Cosa vuole? È fatto così. Ma allora mi permetta di dirle io che quello che lei chiama marciume è solo la sana espressione di un innato amore per le donne.
Mi viene un dubbio. Lei non sarà mica gay per caso? No, lo chiedo perché non si sa mai. Comunque, guardi, anche se è gay, non si preoccupi: vada ad Arcore e vedrà che le passa. Vedrà che incontrando uno come il Silvio capirà anche lei che gli uomini sono molto meglio. E stia tranquilla, ché nessuno le rimprovererà poi gli errori del passato.
Come dice? Lei vive a Roma? Ma non c'è problema: le mandiamo una macchina blu e un aereo privato. E sennò, se le fa proprio scomodo andare ad Arcore, la cosa si può fare anche a palazzo Grazioli, nel lettone di Putin. Su, coraggio, vedrà che poi starà meglio. E chissà mai che il il capo, oltre a qualche migliaia di euro e  a due o tre Swarovski non le offra anche un posto di collaboratrice al Giornale. Così poi potrà fare il caffé per Sallusti.
Cordiali saluti.
Massimo Schuster