martedì 16 novembre 2010

Di un po' di democrazia

Pericle


Come avevo previsto (vedi blog precedente), grazie al fulgido impegno di Mauro Masi la seconda puntata di Vieni via con me ha avuto più telespettatori della prima. Io l'ho trovata anche migliore, nonostante la debolezza dell'intervento di Paolo Rossi. Ho soprattutto trovato Saviano migliore, più combattivo, più chiaro, più interessante. E Maroni si è incazzato e adesso chiede di essere invitato per rispondere in diretta a Saviano a proposito degli affari nei quali esponenti della Lega Nord hanno collaborato con dei camorristi.
Io spero davvero che Saviano lo inviterà. Lo spero innanzitutto perché il diritto di replica è sacrosanto. Lo spero poi perché mi piacerebbe davvero vedere Maroni in difficoltà. Ma lo spero soprattutto perché quella sarebbe una meravigliosa lezione di democrazia.

Un'altra bellissima lezione è venuta nei giorni scorsi dal sindaco di Acquaformosa, paesino di 1200 anime in provincia di Cosenza. Giovanni Manoccio, ché così chiama il sindaco, si era fatto conoscere l'anno scorso per aver dichiarato Acquaformosa “comune deleghistizzato”. Il consiglio comunale aveva anche approvato un “decalogo sui comportamenti da tenere in un paese deleghistizzato” che riproduco qui:
  • Nel nostro paese non togliamo le panchine per gli immigrati, anzi le dotiamo di cuscini
  • Nel nostro paese non disinfettiamo i luoghi dove vivono gli immigrati: i nostri luoghi sono puliti naturalmente (cit. Borghezio)
  • Nel nostro paese è vietato scrivere "forza Etna" o "forza Vesuvio": è consentito scrivere "fate l'amore, non la guerra" (cit. Pontida)
  • Nel nostro paese è vietato fare gli esami di dialetto per l'insegnamento nelle scuole: basta l'esame di abilitazione nazionale
  • Nel nostro paese non sono ammesse le ronde: è consentito il libero passeggio e le "struscio"
  • Nel nostro paese sono abolite le magliette con scritte offensive verso l'Islam: meglio essere nudi che cretini (cit. Calderoli)
  •  Nel nostro paese non si possono cantare le canzoni che inneggiano alla "monnezza di Napoli: si può cantara "O sole mio" (cit. Salvini)
  • Nel nostro paese  non occorre affermare di avercelo duro: tutti lo sanno già (cit. Bossi)
  • Nel nostro paese non si può gridare "Roma ladrona": si può cantare "Roma capoccia (cit. Maroni)
  • Nel nostro paese Alberto da Giussano è ritenuto un dilettante al cospetto del nostro Giorgio Castriota Skanderbergh 
Per quei pochi  che non conoscessero i dettagli della storia dell'Albania preciso che Skanderbergh (o Skanderbeg) era un patriota albanese del '400 e che la presenza del suo nome nel decalogo è giustificata dalla forte minoranza albanese presente a Acquaformosa. (Preciso pure, anche se non c'entra niente, che in via Skanderbeg a Roma c'è un bellissimo museo della pasta che consiglio a tutti di visitare).  
All'uscita del decalogo l'allora ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, leghista doc, aveva definito il sindaco "demente" e gli aveva consigliato di andare a "depurarsi nelle acque del Po" (che, come tutti sappiamo, sono peraltro pulitissime). 
Ora, che ha fatto quel galantuomo di Giovanni Manoccio? Ha scritto a Zaia, novello governatore del Veneto, per dirgli: 1) che devolveva il suo stipendio di sindaco agli alluvionati veneti e 2) che aveva messo in Comune un bel salvadaio in modo che la popolazione potessere aggiungere altri soldi destinati allo stesso scopo.
Ecco, queste sono belle cose, di quelle che mi fanno addormentare meglio alla sera. E se Saviano invitasse Maroni mi sa che anche Pericle sarebbe più contento.