“La società aperta e multiraziale fa schifo”, dichiara l'esimio filosofo, sociologo, umanista, nonché deputato europeo Mario Borghezio.
“L'ideologia del razzismo (…) è l’altra faccia della medaglia del multiculturalismo”, scriveva due giorni fa sul Giornale un altro grande pensatore, l'ex collaboratore del Manifesto, del Corriere della Sera e di Repubblica Magdi Cristiano Allam.
Il senso è chiaro: se Anders Breivik ha massacrato un centinaio di persone in Norvegia, la colpa è del multiculturalismo “che si fonda sulla tesi che per amare il prossimo si debba sposare la sua religione o le sue idee, mettendo sullo stesso piano tutte le religioni, culture, valori, immaginando che la civile convivenza possa realizzarsi senza un comune collante valoriale e identitario”, proseguiva l'ineffabile Allam.
Questo tipo di analisi mi ricorda quella, sentita mille volte, secondo la quale se ci sono donne stuprate è perché vanno in giro con le gonne troppo corte o le scollature troppo profonde. Certo, dicono questi grandi pensatori, una strage come quella di Oslo è orribile, però la causa prima è che in Norvegia ci sono troppi stranieri. Tanto che, come lo spiega stamattina sempre sul Giornale Fiamma Nirenstein, “in Norvegia nel 2047 la popolazione musulmana avrà pareggiato quella locale”. Non so da dove venga fuori questa previsione, ma tutte queste “spiegazioni” mi sembrano deliranti. A meno che non si voglia spiegare anche l'ascesa di Hitler al potere attraverso l'eccessivo potere degli ebrei in Germania negli anni tra le due guerre, il colpo di stato di Pinochet attraverso lo sciopero dei camionisti cileni e magari pure l'apartheid sudafricano attraverso la cronica mancanza di istruzione dei negri...
Siamo in pieno delirio, in un regime di pseudo-pompieri piromani.
Il multiculturalismo si fonderebbe sulla tesi che “per amare il prossimo si debba sposare la sua religione o le sue idee”. Ma chi l'ha detto, al di fuori dei detrattori del multiculturalismo? Non è piuttosto più giusta la definizione che della parola dà Wikipedia, quando parla della società multiculturale come quella in cui “più culture, anche molto differenti l'una dall'altra, convivono rispettandosi reciprocamente”?
Io non so se la cultura giudeo-cristiana sia “superiore” alle altre. So che le varie culture del mondo hanno ognuna una sua storia e una sua attualità, che alcune sono più giovani e altre più vecchie, che alcune accordano più importanza all'individuo e altre al gruppo, che tutte mutano col tempo attraverso il contatto con le altre e che il giudeo-cristianesimo è diventato quel che è diventato attraverso una storia fatta anche di soprusi, di massacri, di diprezzo e di atrocità di ogni genere. L'Occidente di oggi non è più quello di Sepulveda e dell'inquisizione, né quello di Pio IX, che appena 150 anni fa dichiarava che “la schiavitù in quanto tale, considerata nella sua natura fondamentale, non è del tutto contraria alla legge naturale e divina”. Confondere i deliranti e devianti appelli di molti imam alla guerra santa e al massacro degli infedeli con l'essenza della religione islamica, nonché trasformarli in dimostrazione dell'inferiorità e della pericolosità strutturale di un'altra religione, quando non si tratta addirittura di usarli se non come giustificazione, almeno come spiegazione di azioni come quella di Anders Breivik è semplicemente ignobile.