domenica 21 giugno 2015

Chi indottrina chi?

Una famiglia

Che qualche centinaio di migliaia di persone scenda in piazza per difendere ciò in cui crede non è cosa di per sé strana, nemmeno nel caso in cui quella “cosa” è la famiglia “tradizionale”. Ciò che fa specie però è che dietro questa pretesa difesa di qualcosa si palesa, anche con toni virulenti e oltranzisti, la ferma volontà di impedire ad altri di vivere secondo le loro credenze. Il tutto è poi vigliaccamente nascosto dietro una patina religiosa, come se il fatto di passare la vita a recitare mantra tipo “Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente”, o “Padre nostro che sei nei cieli” implicasse automaticamente per chi quei mantra non li recita una specie di inferiorità mentale, etica, filosofica e magari pure genetica.
Alla base di tutto questo c'è ovviamente un rifiuto totale e assoluto non tanto dell'omosessualità, quanto della sua pratica. Anche i più idioti tra i fanatici religiosi non ignorano l'esistenza di pulsioni omosessuali, ma ai loro occhi queste sono opera del demonio, sono tare, malattie dalle quali il già citato Padre Onnipotente avrebbe la forza di liberarci. In altri termini, se sei diverso da me è che sei malato.
Ma c'è di peggio. Basta andare a guardare un po' di siti tradizionalisti, come quello di LaManif pour tous Italia, di Provita, ma anche della Radio Vaticana o di Avvenire per constatare che il grande spauracchio dei difensori della cosiddetta famiglia tradizionale è l'indottrinamento gender. Dico spauracchio semplicemente perché, contrariamente a quanto sostenuto da questi siti, non esiste una “teoria del gender”. Spiace che l'espressione sia stata usata anche da Papa Bergoglio durante un'udienza generale in piazza San Pietro il 14 aprile scorso:
io mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa.
Mi permetto di correggerla, Santità: ciò che lei incautamente definisce teoria del gender è un'invenzione fuoruscita dalla fertile ancorché infausta fantasia di alcuni dei suoi fedeli e non ha alcuna base scientifica. È aria fritta.
Detto questo, la cosa più grottesca è che si possa parlare di indottrinamento gender basando le proprie convinzioni... su un indottrinamento! La pratica di una religione cos'è se non il frutto di un indottrinamento? E cos'è il Catechismo della Chiesa Cattolica, riformato durante il papato di Giovanni Paolo II da una commissione presieduta dal Cardinale Ratzinger, se non la base di un indottrinamento?
Ovviamente la dottrina non è cosa riservata alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Dottrina significa semplicemente insegnamento o apprendimento di nozioni relative al sapere in genere o a una determinata disciplina (Treccani). Ma allora perché l'idea di indottrinamento, che fa parte della pratica corrente di ogni religione, diventa improvvisamente malefica se è applicata a chi la pensa in maniera diversa? Che lo diventi quando quell'indottrinamento spinge all'odio, alla negazione dei diritti altrui, alla guerra ideologica, o all'omicidio, siamo d'accordo. Ma dove sono rintracciabili queste aberrazioni nel desiderio di due persone innamorate di vivere insieme, di vedere riconosciuta legalmente la loro unione ed eventualmente di adottare ed elevare dei figli?
I figli, altro grosso problema, altro grosso spauracchio. Qualcuno può farmi vedere uno studio scientifico articolato che sostenga che i figli allevati da coppie omosessuali sono più infelici, più violenti, più sradicati, o anche semplicemente più omosessuali (!) di quelli allevati da famiglie “tradizionali”? Uh uh! C'è qualcuno?
Io ho 64 anni. Parole come finocchio, culattone, pederasta, checca, o invertito erano di uso comune mezzo secolo fa. Sono nato e cresciuto in quella cultura lì, che considerava gli omosessuali come devianti e perversi, una cultura che faceva poca differenza tra un omosessuale e un pedofilo. Ma che sia stata Madre Natura o che sia stato il Padre Onnipotente, qualcuno mi ha messo dentro il cranio un po' di materia grigia, quella che serve per pensare. Così, pensando, mi sono accordo che anche lo schiavismo è stato “tradizionale” nel passato, così come lo sono stati la totale sottomissione della donna all'uomo, il delitto d'onore, la pena di morte, l'uso della guerra come metodo di soluzione di ogni conflitto internazionale e tutta una lunga serie di altri comportamenti che ci appaiono oggi come barbari. Non è che perché una cosa è tradizionale sia buona. Ci sono pessime tradizioni. Per me la religione è una di queste, eppure non mi verrebbe mai in mente di negare ai fedeli di una qualsiasi religione il diritto di esercitare i loro diritti, di recitare i loro mantra e di sposarsi con chi vogliono, almeno finché lo fanno senza infrangere i miei. Qualcuno può spiegarmi in cosa verrebbe intaccato il diritto di sposarsi in chiesa e di vivere secondo i dettami della dottrina cristiana se esistesse il diritto di matrimonio per le coppie omosessuali?
Mi viene quasi vergogna a scrivere cose così ovvie e banali.