Una famiglia
Che
qualche centinaio di migliaia di persone scenda in piazza per
difendere ciò in cui crede non è cosa di per sé strana, nemmeno
nel caso in cui quella “cosa” è la famiglia “tradizionale”.
Ciò che fa specie però è che dietro questa pretesa difesa di
qualcosa si palesa, anche con toni virulenti e oltranzisti, la ferma
volontà di impedire ad altri di vivere secondo le loro credenze. Il
tutto è poi vigliaccamente nascosto dietro una patina religiosa,
come se il fatto di passare la vita a recitare mantra tipo “Credo
in un solo Dio, Padre Onnipotente”, o “Padre nostro che sei nei
cieli” implicasse automaticamente per chi quei mantra non li recita
una specie di inferiorità mentale, etica, filosofica e magari pure
genetica.
Alla
base di tutto questo c'è ovviamente un rifiuto totale e assoluto non
tanto dell'omosessualità, quanto della sua pratica. Anche i più
idioti tra i fanatici religiosi non ignorano l'esistenza di pulsioni
omosessuali, ma ai loro occhi queste sono opera del demonio, sono
tare, malattie dalle quali il già citato Padre Onnipotente avrebbe
la forza di liberarci. In altri termini, se sei diverso da me è che
sei malato.
Ma
c'è di peggio. Basta andare a guardare un po' di siti
tradizionalisti, come quello di LaManif pour tous Italia,
di Provita,
ma anche della Radio Vaticana
o di Avvenire
per constatare che il grande spauracchio dei difensori della
cosiddetta famiglia tradizionale è l'indottrinamento
gender.
Dico spauracchio semplicemente perché, contrariamente a quanto
sostenuto da questi siti, non esiste una “teoria del gender”.
Spiace che l'espressione sia stata usata anche da Papa Bergoglio
durante un'udienza generale in piazza San Pietro il 14 aprile scorso:
“io
mi domando se la cosiddetta teoria del gender
non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione,
che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più
confrontarsi con essa.”
Mi
permetto di correggerla, Santità: ciò che lei incautamente
definisce teoria del gender è un'invenzione fuoruscita dalla fertile
ancorché infausta fantasia di alcuni dei suoi fedeli e non ha alcuna
base scientifica. È aria fritta.
Detto
questo, la cosa più grottesca è che si possa parlare di
indottrinamento gender
basando le proprie convinzioni... su un indottrinamento! La pratica
di una religione cos'è se non il frutto di un indottrinamento? E
cos'è il Catechismo della Chiesa Cattolica, riformato durante il
papato di Giovanni Paolo II da una commissione presieduta dal
Cardinale Ratzinger, se non la base di un indottrinamento?
Ovviamente
la dottrina non è cosa riservata alla Chiesa Cattolica Apostolica
Romana. Dottrina significa semplicemente insegnamento
o apprendimento di nozioni relative al sapere in genere o a una
determinata disciplina
(Treccani). Ma allora perché l'idea di indottrinamento, che fa parte
della pratica corrente di ogni religione, diventa improvvisamente
malefica se è applicata a chi la pensa in maniera diversa? Che lo
diventi quando quell'indottrinamento spinge all'odio, alla negazione
dei diritti altrui, alla guerra ideologica, o all'omicidio, siamo
d'accordo. Ma dove sono rintracciabili queste aberrazioni nel
desiderio di due persone innamorate di vivere insieme, di vedere
riconosciuta legalmente la loro unione ed eventualmente di adottare
ed elevare dei figli?
I
figli, altro grosso problema, altro grosso spauracchio. Qualcuno può
farmi vedere uno studio scientifico articolato che sostenga che i
figli allevati da coppie omosessuali sono più infelici, più
violenti, più sradicati, o anche semplicemente più omosessuali (!)
di quelli allevati da famiglie “tradizionali”? Uh uh! C'è
qualcuno?
Io
ho 64 anni. Parole come finocchio, culattone, pederasta, checca, o
invertito erano di uso comune mezzo secolo fa. Sono nato e cresciuto
in quella cultura lì, che considerava gli omosessuali come devianti e
perversi, una cultura che faceva poca differenza tra un omosessuale e
un pedofilo. Ma che sia stata Madre Natura o che sia stato il Padre
Onnipotente, qualcuno mi ha messo dentro il cranio un po' di materia
grigia, quella che serve per pensare. Così, pensando, mi sono
accordo che anche lo schiavismo è stato “tradizionale” nel
passato, così come lo sono stati la totale sottomissione della donna
all'uomo, il delitto d'onore, la pena di morte, l'uso della guerra
come metodo di soluzione di ogni conflitto internazionale e tutta una
lunga serie di altri comportamenti che ci appaiono oggi come barbari.
Non è che perché una cosa è tradizionale sia buona. Ci sono
pessime tradizioni. Per me la religione è una di queste, eppure non
mi verrebbe mai in mente di negare ai fedeli di una qualsiasi
religione il diritto di esercitare i loro diritti, di recitare i loro mantra e di sposarsi con chi vogliono, almeno finché lo fanno senza
infrangere i miei. Qualcuno può spiegarmi in cosa verrebbe intaccato
il diritto di sposarsi in chiesa e di vivere secondo i dettami
della dottrina cristiana se esistesse il diritto di matrimonio per le
coppie omosessuali?
Mi
viene quasi vergogna a scrivere cose così ovvie e banali.