Alla
voce hippy, il vocabolario
Treccani dice:
hippy
‹hìpi›
(o hippie)
s. e agg. ingl. [di etimo e sign. incerto] (pl., come
sost., hippies
‹hìpi∫›),
usato in ital. al masch. e al femm. – Seguace di un movimento
giovanile sorto negli Stati Uniti d’America negli anni ’60 del
Novecento, e di là diffusosi anche in Europa,
il quale rifiuta istituzioni, norme e costumi della società
consumistica, mettendosene ai margini in una posizione di protesta
che si attua in forme solitamente non violente quali la vita
comunitaria, la predicazione dell’amore universale, l’uso
generalizzato delle droghe leggere, un modo anticonvenzionale di
abbigliarsi. Per estens., il termine è stato usato per indicare
qualsiasi giovane dai capelli lunghi, con abbigliamento e
atteggiamenti stravaganti e anticonvenzionali. In funzione di agg.,
che è proprio degli hippies e delle loro manifestazioni:
la moda h.,
i costumi h.;
canzoni,
cantanti hippy.
L'aver
fatto parte di quel movimento è per me ancora oggi fonte di
orgoglio. Lo so, oggi in Italia la parola hippy non
la usa quasi più nessuno, preferondole la spregiativa fricchettone,
derivata da freak, di
cui sempre il Treccani dà la seguente definizione:
freak
‹frìik›
s. ingl. [in origine «capriccio, ghiribizzo», poi anche
con altri sign., tra cui «essere abnorme, mostro o capriccio di
natura»] (pl. freaks
‹frìiks›),
usato in ital. al masch. e al femm. – Termine introdotto negli anni
Settanta per indicare chi, spec. tra i giovani, rifiutava apertamente
le ideologie, così come le norme e i modi comuni di comportamento
sociale, adottando comportamenti anticonvenzionali e
anticonformistici, vivendo alla giornata e spesso facendo uso di
droghe. ◆ In ital. la parola è stata talora adattata scherz. in
fricchettóne (v.).
Ciò
che né il Treccani (vocabolario) né la Treccani (enciclopedia)
dicono è da dove venga il termine hippy,
informazione che ci fornisce l'Enciclopedia Britannica:
La
parola deriva da “hip”, termine usato a proposito dei beats
degli anni '50, come Allen Ginsberg e Jack Kerouac, che erano
generalmente considerati come precursori degli hippies.
Sempre
la Britannica ci dà informazioni supplementari:
Movimento
beat, chiamato anche
beat generation;
movimento sociale e letterario americano nato negli anni '50 nelle
comunità artistiche bohemienne della North
Beach di San
Francisco, della Venice
West di Los
Angeles e del Greenwich
Village di New
York. I suoi aderenti, che si definivano beat
(che in origine significava “stanco”, ma che più tardi prese un
senso musicale, indicò una spiritualità “beatifica” ed ebbe
altri sensi), ma furono derisi come “beatnik”, esprimevano la
loro alienazione dalla società convenzionale, o “quadrata”
(square)
adottando uno stile vestimentario trasandato e dei modi e un
vocabolario “hip” preso a prestito dai musicisti jazz.
Fin
qui tutto bene, mi dirai. E magari aggiungerai che hai capito
benissimo che tutto questo mio aggrapparmi a vocabolari e
enciclopedie è un modo come un altro di cercare di superare quella
strutturale incapacità di analisi che caratterizza quel poco più di
un chilo di materia grigia che mi ritrovo nel cranio. Sul che non
posso che concordare.
In
realtà tutto questo arzigogolare viene da una semplice domanda che
mi sono fatto: come diavolo ho finito io, un adolescente qualsiasi
che viveva al settimo piano di una casa popolare nell'estrema
periferia milanese, col far parte di quel movimento? Semplicemente
attraverso delle letture.
Come
credo di aver già raccontato in un vecchio post, tutto incominciò
nel 1964, quando il mio amico Paolo Zanotti mi mise in mano un disco
di Bob Dylan. A quel primo disco (The Freewheelin' Bob
Dylan) ne seguì un secondo,
Another Side of Bob Dylan,
sul retro del quale c'era una lunga poesia nella quale appariva il
nome di Allen Ginsberg. Comprai un libro di Ginsberg e ci trovai il
nome di Walt Whitman, ma anche quello di Lawrence Ferlinghetti ed è
così che, tirando sul filo e incominciando poi a incontrare persone
che sapevano più cose di me, passai da lettura a lettura.
Quasi
cinquant'anni dopo, guardandomi indietro, mi è venuta voglia di
buttare giù questa piccola bibliografia hippy del tutto personale e sicuramente incompleta.
Non tutti questi libri hanno a che fare col movimento hippy: alcuni
sono stati scritti prima, altri non hanno niente di hippy nella
struttura o nella scrittura, ma mi pare che tutti possano essere
considerati oggi come elementi costitutivi di quel movimento.
Alcuni
li ho riletti anni dopo, di altri ho solo lontani ricordi. Ma per
tutti sento ancora un grande affetto e una specie di riconoscenza per
avermi permesso di vivere una quindicina d'anni pieni di sogni e di
avventure.
Se
definirmi hippy oggi mi sembrerebbe ridicolo, sono però fiero di
esserlo stato. E la facile ironia di chi usa quella parola in senso
dispregiativo mi provoca sempre una certa tristezza, perché ci vedo
un rancore e un'aggressività che erano esattamente due dei
sentimenti dai quali noi hippies cercavamo di liberarci, pur se in
maniera caotica e spesso inconcludente. In realtà continuo a credere
che l'aver fatto parte di quel movimento sia stata un'immensa fortuna
e un grande privilegio.
Ecco
quindi la mia bibliografia, che magari potrà interessare qualcuno,
dandogli voglia di andare a scoprire qualche libro che mi pare possa
avere ancora oggi un suo interesse.
NARRATIVA
- Herman Hesse, Il lupo della steppa e Siddharta
- Richard Brautigan, Zucchero di cocomero e Pesca alla trota in America
- Kurt Vonnegut, Mattatoio n°5 e Ghiaccio-nove
- Joseph Conrad, Cuore di tenebra
- J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli
- Tom Robbins, Uno zoo lungo la strada
- Jack Kerouac, Sulla strada
- Ken Kesey, Qualcuno volò sul nido del cuculo
- Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie
- Richard Adams, La collina dei conigli
- E.M. Forster, Passaggio in India
- James Hilton, Orizzonte perduto
- Aldous Huxley, Il mondo nuovo
- Ursula K. Le Guin, La trilogia di Terramare (diventata più tardi pentologia)
- Somerset Maugham, Il filo del rasoio
- Marcel Schwob, La crociata dei bambini
- Nevil Shute, Una città come Alice
POESIA
- Allen Ginsberg, Urlo e altre poesie
- Lawrence Ferlinghetti, Un Coney Island della mente
- Walt Whitman, Foglie d'erba
- Basho, Lo stretto sentiero verso il profondo Nord
- Lee Masters, Antologia di Spoon River
SAGGISTICA
- Buckminster Fuller, Manuale operativo per l'astronave Terra
- Tom Wolfe, The Electric Kool-Aid Acid Test (il titolo italiano, L'Acid Test al Rinfresko Elettriko, è davvero orribile)
- Aldous Huxley, Le porte della percezione
- Wilhelm Reich, La funzione dell'orgasmo
- Louis Pauwels e Jacques Bergier, Il mattino dei maghi
- Eugen Herrigel, Lo Zen e il tiro con l'arco
- Junichiro Tanizaki, Libro d'ombra
- Vasilij Kandinskij, Lo spirituale nell'arte
- George Orwell, Omaggio alla Catalogna
- Gertrude Stein, Storia geografica dell'America
- Henry David Thoreau, La disobbedienza civile
- George Woodcock, L'anarchia
BIOGRAFIE/
AUTOBIOGRAFIE
- Allan Ted, Gordon Sidney, Lo scalpello, la spada: la storia del Dottor Norman Bethune (non tradotto in italiano)
- Woody Guthrie, Questa terra è la mia terra
- Henry David Thoreau, Walden
- T. E. Lawrence, I sette pilastri della saggezza
- John Neihardt, Alce Nero parla