martedì 8 giugno 2010

Del fascismo

DUX

Il fascismo non è una di quelle cose che uno al mattino si sveglia, apre la finestra, guarda fuori e si dice “toh, è arrivato il fascismo”. A meno di un colpo di Stato, naturalmente, cosa che in Europa succede ormai raramente.
Il fascismo è una parola generica che significa mancanza di libertà di pensiero, di parola, di espressione, di azione.
Il fascismo è una cosa che prima di insediarsi in maniera decisa rode la democrazia poco per volta, come un topo. Spesso la maggior parte della gente se ne accorge solo quando è troppo tardi.
Il fascismo è ormai una parola usata troppo spesso, eppure continua a dire bene quel che vuol dire.
Il fascismo, in Europa e altrove, ha dimostrato chiaramente di non amare la sinistra, ma di non sopportare nemmeno la destra.
Il fascismo non è né di destra né di sinistra. È solo l'opposto della democrazia, sia che sventoli bandiere nere, rosse, o di qualsiasi altro colore.
Il fascismo nasce sempre da un Grande Leader (cioè un leader che riesce a convincere gli altri di essere grande, anche se è un patetico buffone).
Il fascismo, mentre rode, fa sempre dire a un sacco di gente che “non esageriamo, non è mica questo, il fascismo.” Poi non fa più dire niente a nessuno. Fa solo gridare.
Il fascismo, per rodere la democrazia, ha bisogno 1) di far eleggere i suoi fautori a posizioni di potere, 2) di trovarsi di fronte un'opposizione divisa e incapace, 3) di controllare vasti settori dell'informazione, 4) di convincere la gente che il Parlamento è una cosa vecchia e inutile, 5) che è in corso un vasto complotto per desautorare i governanti eletti dal popolo.
Il fascismo è una cosa che l'Italia ha accolto a braccia aperte meno di un secolo fa. Non si capisce bene perché l'Italia di oggi sarebbe meno disposta ad accoglierlo altrettanto bene.
Il fascismo oggi non ha più niente a che fare con lo sparuto drappello di nostagici mussoliniani. Quello è solo folclore.
Il fascismo nega dignità a quelli che la pensano diversamente, trattandoli da incapaci, da coglioni e da nostalgici di regimi ormai morti.
Il fascismo incomincia per davvero quando riesce a controllare il calendario, quando riesce a spostare ogni dibattito unicamente sui temi di cui lui ha bisogno per continuare a rodere.
Il fascismo non si definisce fascismo che una volta che ha la certezza di poter durare. Prima continua a far finta di essere democrazia.
Il fascismo detesta la cultura in tutti i suoi aspetti e le contrappone lo spettacolo della sua autocelebrazione quotidiana. È questa autocelebrazione che chiama cultura.
Il fascismo farebbe ridere, se non facesse piangere, tanta è la mediocrità della sua teatralità.
Il fascismo si nutre anche dei sensi di colpa di chi in passato ha inneggiato ad altri poteri rivelatisi poi fascisti.
Il fascismo adora la velocità e detesta la lentezza. La democrazia è lenta per natura.
Il fascismo dice sempre che le cose sono semplici e che ci vuol poco per risolvere i problemi.
Il fascismo rode, oggi, qui.