sabato 5 giugno 2010

Così non va

 Il ministro dell'interno francese Brice Hortefeux

I magistrati, si sa, sono comunisti. I comunisti, si sa, non mangiano i bambini, però, come ebbe a dire il nostro Amato Leader a Napoli il 26 marzo 2006, "sotto la Cina di Mao non li mangiavano, ma li facevano bollire per concimare i campi."
Questi sono fatti noti.
Fin qui credevamo che solo i giudici italiani fossero comunisti, insieme naturalmente ai giornalisti della stampa estera e a quelli di Rai3, ma ecco giungere dall'altra parte delle Alpi una notizia sconcertante: il ministro dell'interno francese Brice Hortefeux è stato condannato da un magistrato francese per insulti raziali. Vuoi vedere che anche in Francia i magistrati si apprestano a far bollire bambini in favore dell'agricoltura?
La storia è semplice. Il 5 settembre 2009, il ministro Hortefeux fu filmato da Public Sénat, il canale del Senato della République mentre pronunciava un paio di battute scherzose del tipo di quelle che piacciono tanto al nostro Amato Leader. Si trovava, il buon ministro, in presenza di vari militanti del suo partito, tra i quali spiccava tale Amine Benalia-Brouch, cittadino francese di origine magrebina. Presentandolo al ministro, una miltitante del partito diceva del signor Benalia-Brouch "c'est notre... c'est notre petir arabe", ovvero "è il nostro... è il nostro piccolo arabo." Il ministro rispondeva  che "il en faut toujours un. Quand il y en a un, ça va. C'est quand  il y en a beaucoup qu'il y a des problèmes", "ce ne vuole sempre uno. Quando ce n'è uno, va bene. È quando ce ne sono tanti che ci sono problemi".
Avendo la stessa militante precisato che il signor Benalia-Brouch parlava arabo, era cattolico, mangiava maiale e beveva birra, il ministro replicava: "Ah, mais ça ne va pas du tout alors. Il ne correspond pas du tout au prototype alors. C'est pas du tout ça", "Ah, ma così non va allora. Allora non corrisponde assolutamente al prototipo. Non va bene."
Ebbene sì: è per queste scherzose battute che un vile magistrato ha osato condannare il ministro a una multa di 750€, al pagamento di 2000€ di danni al MRAP (Movimento contro il Razzismo e per l'Amicizia tra i Popoli), nonché al pagamento di un massimo di 4000€ per la pubblicazione del riassunto della sentenza su un periodico scelto dal MRAP.
La scusa addotta dal magistrato per giustificare la condanna risiederebbe nel testo dell'articolo 29, comma 2, della legge del 29 luglio 1881, che condanna "qualsiasi espressione oltraggiosa, qualsiasi termine di disprezzo o invettiva che non comprenda l'imputazione di un qualsiasi fatto". La sentenza del magistrato precisa poi che i fatti sono puniti con ancora più severità  quando gli insulti sono rivolti a una o più persone "a causa della loro origine o della loro appartenenza o non appartenenza a un'etnia, una nazione, una razza o una religione determinata, oppure, in un altro registro, a causa del sesso, delgli orientamenti sessuali o di un handicap."
"L'impiego della parola prototipo applicata a una persona — prosegue la sentenza —già infelice e incongruo di per sé, lascia intendere che tutti gli arabi di Francia sarebbero uguali e che si conformerebbero tutti ai precetti dell'Islam, ad eccezione del solo giovane Amine."
Mi sembra inutile andare oltre. Qui non sembra più di essere in Francia, ma in Italia. Qui si tocca il fondo. Ma siamo sicuri che questo giudice Joel Boyer non sia un infiltrato italiano sotto mentite spoglie? Ma come mai il giardino di casa sua è così rigoglioso? Cosa usa come concime questo signore? Siamo sicuri che non siano spariti dei bambini nel suo quartiere? Cosa aspettano le autorità per far intervenire gli specialisti americani di CSI, che probabilmente troverebbero tracce di DNA sospetti in fondo al pentolone nascosto sotto il lavandino della cucina del magistrato?