... e lo yacht di Flavio Briatore
Visto che viviamo tempi di "sacrifici duri (...) per evitare che l'Italia faccia la fine della Grecia" (Gianni Letta), Pier Silvio Berlusconi ha fatto varare il suo nuovo yacht di 37 metri. Probabilmente ne voleva uno da 97, ma i tempi sono duri per tutti.
Uno yacht, a dire il vero, già ce l'aveva. Ma di metri ne faceva solo 30. Una barchetta insomma, tant'è che gli era costato solo 10 milioni di euro. E poi, aveva già dieci anni. Roba vecchia, da rottamare.
Il nuovo invece, dotato di quattro suite e una sala fitness, è costato 18 milioni. Il che, siamo tutti d'accordo, è un sacrificio duro coi tempi che corrono.
Gli uomini d'equipaggio saranno sei. Ben sei posti di lavoro nuovi! Mi sa che con la famiglia Berlusconi al comando manca ormai poco alla piena occupazione.
Ahimé, altre notizie, nettamente meno belle, ci giungono dal mare. Dopo il sequestro dello yacht di Flavio Briatore, la di lui compagna Elisabetta Gregoraci dice di aver vissuto "un'esperienza terribile". Pensate: "almeno quindici persone sono salite a bordo"! La poverina ha dovuto sbarcare. Ecco il suo drammatico resoconto (Il corriere della sera): "Ho dovuto lasciare la culla, il fasciatoio, le medicine, i prodotti speciali per la pulizia del piccolo. Tutto, insomma. Questa era diventata la sua casa in attesa che finissero la nostra nuova abitazione a Montecarlo, questione di giorni. È stato un trauma per me e per il bambino".
E questo, signori miei, non succede in Afghanistan, in Irak o nell'est del Congo, no! Succede in Italia!
Bertolaso, dove sei? Perché non fai nulla?
Berlusconi, un decreto!
Maroni, chi erano quelle "quindici persone"? È possibile che tra di loro vi fossero dei dipendenti statali?
E tutto questo perché? Per un'evasioncina fiscale da quattro milioni di euro che non è neanche vera, visto che Briatore stesso si è dichiarato innocente.
Adesso Nathan Falco (il pargoletto) "non è più sereno"! "Piange spesso"!
E che, scherziamo?
E la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo?
E la convenzione sui diritti dell'infanzia approvata dall'ONU il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991con la legge n° 176? Il bimbo piange spesso, vi dico!
Viviamo proprio in un brutto paese.