lunedì 2 febbraio 2015

Dell'odio

Il vecchio Kurt
Va bene: anche a me avrebbe fatto piacere che Berlusconi passasse la totalità del suo periodo di affidamento ai servizi sociali dando da mangiare a persone più anziane di lui. Anzi, mi avrebbe fatto molto più piacere vederlo in galera piuttosto che in un ospizio. Ma dobbiamo proprio vedere un complotto politico nel fatto che un magistrato di sorveglianza abbia condonato, pur contro il parere, peraltro non vincolante, della Procura, 45 giorni all'ex-Cavaliere?
Mi pare che scaldarsi su un argomento del genere significhi innanzitutto mettere in dubbio l'integrità del magistrato, in questo caso il giudice Beatrice Crosti, della quale io non so nulla, così come immagino non ne sappiano nulla quelli che la criticano. L'unica cosa che so, dopo qualche verifica, è che quella decisione appare perfettamente coerente non solo con i testi legislativi, ma anche con la prassi corrente in questi casi.
Qualche notizia sul giudice Crosti ho finito col trovarla sul il CarteBollate, periodico di informazione della casa circondariale di Bollate, una delle tre strutture carcerarie dell'area milanese, con San Vittore e Opera. Ecco cosa scriveva nell'ottobre 2006 il detenuto Libero Vanutelli:
Vengo condotto in tribunale con scorta in borghese su disposizione dello stesso magistrato. All’arrivo mi trovo di fronte una donna di bell’aspetto, circa 40 anni, dai modi garbati, che emana una serenità che ti mette a tuo agio. Le racconto la mia storia, come ero prima, come sono adesso, le spiego il mio cambiamento, rispondo alle domande di rito.
Sapeva già tutto di me perché si era portata il mio fascicolo a casa per studiarselo! Finito il colloquio con un sorriso mi accompagna alla porta, mi fa gli auguri, mi stringe la mano e mi congeda rassicurandomi. Dopo appena una settimana mi arriva il permesso! […]
Ecco un magistrato che sa il fatto suo, che ti guarda negli occhi, un magistrato che anche di fronte a un diniego non ti fa pensare che hai subito un’ingiustizia.
Sia chiaro: nemmeno questo Libero Vanutelli so chi sia.
Ma, appunto: quando non so, cerco di evitare di parlare. E di scrivere. E se scrivo dico che non so. Il che non richiede un grande sforzo. Solo un minimo di elementare onestà.
Forse non mi sarei preso la briga di scrivere questo post se non avessi letto questa mattina sulla Repubblica un vecchio testo di uno dei miei scrittori preferiti, Kurt Vonnegut. Eccone un pezzettino:
Per tutta la vita ho avuto gente da odiare, da Hitler a Nixon — non che siano minimamente paragonabili nella loro malvagità. È tragico, forse, che gli esseri umani riescano a trarre così tanta energia ed entusiasmo dall'odio. Se vi volete sentire alti tre metri e capaci di correre per cento chilometri senza fermarvi, l'odio batte di gran lunga la cocaina pura.
Ho l'impressione che per molti italiani la politica sia una forma di cocaina che è lì, sempre disponibile e gratis, e di cui è facile farsi un'annusatina per arrivare più in forma fino a sera. Come se la cosa importante fosse sempre tenere alto il livello di adrenalina, senza badare a sciocchezze come il buon senso e la ragionevolezza. Per questo noi italiani adoriamo i complotti e adoriamo soprattutto inventarceli anche quando non ci sono; per questo amiamo odiare quelli che tengono a un'altra squadra di calcio, quelli del paese vicino, quelli dell'altro quartiere, quelli che votano diversamente da noi e sprechiamo energie pazzesche a mettere in dubbio la buona fede altrui e a vivere in un clima di eterno sospetto.
Io, Berlusconi lo disprezzo e lo detesto, naturalmente. Credo che il male che ha fatto al nostro paese sia immenso e che ci vorranno anni e anni per ripararlo. Ma quel male è nato proprio dal disprezzo e dall'odio. Se cedessi anch'io all'odio, parlo di odio verso Berlusconi, ma anche delle inevitabili conseguenze dell'odio, cioè la diffidenza generalizzata e il sospetto verso tutto e verso tutti, avrei l'impressione di fargli un piacere. Esattamente come glielo fanno oggi Grillo e Salvini.
Ecco perché preferisco non trovare scandalosa la decisione del giudice Crosti. E poi sono sicuro che in questo modo gli spaghetti che Elena sta facendo freschi freschi in cucina li troverò più saporiti.