Il vecchio Kurt
Va
bene: anche a me avrebbe fatto piacere che Berlusconi passasse la
totalità del suo periodo di affidamento ai servizi sociali dando da
mangiare a persone più anziane di lui. Anzi, mi avrebbe fatto molto
più piacere vederlo in galera piuttosto che in un ospizio. Ma
dobbiamo proprio vedere un complotto politico nel fatto che un
magistrato di sorveglianza abbia condonato, pur contro il parere,
peraltro non vincolante, della Procura, 45 giorni all'ex-Cavaliere?
Mi
pare che scaldarsi su un argomento del genere significhi innanzitutto
mettere in dubbio l'integrità del magistrato, in questo caso il
giudice Beatrice Crosti, della quale io non so nulla, così come
immagino non ne sappiano nulla quelli che la criticano. L'unica cosa
che so, dopo qualche verifica, è che quella decisione appare
perfettamente coerente non solo con i testi legislativi, ma anche con
la prassi corrente in questi casi.
Qualche
notizia sul giudice Crosti ho finito col trovarla sul il
CarteBollate, periodico di
informazione della casa circondariale di Bollate, una delle tre
strutture carcerarie dell'area milanese, con San Vittore e Opera.
Ecco cosa scriveva nell'ottobre 2006 il detenuto Libero Vanutelli:
“Vengo
condotto in tribunale con scorta in borghese su disposizione dello
stesso magistrato. All’arrivo mi trovo di fronte una donna di
bell’aspetto, circa 40 anni, dai modi garbati, che emana una
serenità che ti mette a tuo agio. Le racconto la mia storia, come
ero prima, come sono adesso, le spiego il mio cambiamento, rispondo
alle domande di rito.
Sapeva
già tutto di me perché si era portata il mio fascicolo a casa per
studiarselo! Finito il colloquio con un sorriso mi accompagna alla
porta, mi fa gli auguri, mi stringe la mano e mi congeda
rassicurandomi. Dopo appena una settimana mi arriva il permesso! […]
Ecco
un magistrato che sa il fatto suo, che ti guarda negli occhi, un
magistrato che anche di fronte a un diniego non ti fa pensare che hai
subito un’ingiustizia.”
Sia
chiaro: nemmeno questo Libero Vanutelli so chi sia.
Ma,
appunto: quando non so, cerco di evitare di parlare. E di scrivere. E
se scrivo dico che non so. Il che non richiede un grande sforzo. Solo
un minimo di elementare onestà.
Forse
non mi sarei preso la briga di scrivere questo post se non avessi
letto questa mattina sulla Repubblica
un vecchio testo di uno dei miei scrittori preferiti, Kurt Vonnegut.
Eccone un pezzettino:
“Per
tutta la vita ho avuto gente da odiare, da Hitler a Nixon — non
che siano minimamente paragonabili nella loro malvagità. È tragico,
forse, che gli esseri umani riescano a trarre così tanta energia ed
entusiasmo dall'odio. Se vi volete sentire alti tre metri e capaci di
correre per cento chilometri senza fermarvi, l'odio batte di gran
lunga la cocaina pura.”
Ho
l'impressione che per molti italiani la politica sia una forma di
cocaina che è lì, sempre disponibile e gratis, e di cui è facile
farsi un'annusatina per arrivare più in forma fino a sera. Come se
la cosa importante fosse sempre tenere alto il livello di adrenalina,
senza badare a sciocchezze come il buon senso e la ragionevolezza.
Per questo noi italiani adoriamo i complotti e adoriamo soprattutto
inventarceli anche quando non ci sono; per questo amiamo odiare
quelli che tengono a un'altra squadra di calcio, quelli del paese
vicino, quelli dell'altro quartiere, quelli che votano diversamente
da noi e sprechiamo energie pazzesche a mettere in dubbio la buona
fede altrui e a vivere in un clima di eterno sospetto.
Io,
Berlusconi lo disprezzo e lo detesto, naturalmente. Credo che il male
che ha fatto al nostro paese sia immenso e che ci vorranno anni e
anni per ripararlo. Ma quel male è nato proprio dal disprezzo e
dall'odio. Se cedessi anch'io all'odio, parlo di odio verso
Berlusconi, ma anche delle inevitabili conseguenze dell'odio, cioè
la diffidenza generalizzata e il sospetto verso tutto e verso tutti,
avrei l'impressione di fargli un piacere. Esattamente come glielo
fanno oggi Grillo e Salvini.
Ecco
perché preferisco non trovare scandalosa la decisione del giudice
Crosti. E poi sono sicuro che in questo modo gli spaghetti che Elena sta
facendo freschi freschi in cucina li troverò più saporiti.