giovedì 12 febbraio 2015

Sanremo, non ce la faccio proprio

Betty Curtis
L'ultimo festival di Sanremo che ho visto è quello del '67, quello del suicidio di Luigi Tenco; quello nel quale i Giganti arrivarono solo terzi (con Proposta); quello in cui Little Tony cantò Cuore matto.
Nel '68 e '69, mentre ero allievo della scuola del Piccolo Teatro, ero troppo occupato ad andare a teatro tulle le sere.
Nel '70 ero in tournée in Spagna e in Francia con Ferruccio Soleri.
Nel '71 non mi ricordo dov'ero.
Nel '72, di ritorno per pochi mesi dal Nord-America, ero troppo occupato a fare sedute spiritiche con Gabriele Salvatores (che è nato il mio stesso giorno, mese e anno) e ad andare a letto con la migliore amica di sua sorella (che si chiamava come la mia).
Nel '73 ero con il Bread and Puppet nel Vermont.
Nel '74 e nel '75 ero in tournée con il Bread and Puppet in Europa.
Poi, dall'autunno di quell'anno fino ad aprile del 2008 ho vissuto in Francia.
Per me Sanremo vuole dire Tony Dallara e Wilma Goich, Betty Curtis e Ricky Maiocchi, Peppino Gagliardi e Nico Fidenco. Ti assicuro che sono nomi veri. Li trovi su Wikipedia.
Pensare che Sanremo continui a esistere oggi, già per se mi da tristezza. 
Nei primi anni '60 avevo un registratore Geloso, ovviamente a nastri, visto che le cassette sarebbero arrivate solo qualche anno dopo. Durante il festival mettevo il microfono davanti alla televisione, che era una specie di monumento di legno con dei pulsanti metallici, visto che il telecomando a quei tempi ce l'avevano solo in America, esigevo il silenzio più assoluto da parte del resto della famiglia e una per una registravo tutte le canzoni. Poi, l'indomani della serata finale, andavo all'edicola con 100 lire e mi compravo il libretto dei testi. Quello del festival del '63 lo trovi su Ebay per 14,99€ (+ 4,50€ di spedizione). Sic transit gloria mundi.


La mia sorpresa è stata grande, sei anni fa, tornando a vivere in Italia, il giorno in cui Elena mi ha detto che l'indomani sera avrebbe guardato Sanremo in TV. Ho provato a guardarlo con lei. Credo di avere resistito 20 minuti.
Non ce la faccio proprio. Non ce l'ho proprio quel gusto per il trash, per le vallette sculettanti e per il vuoto cosmico.
Elena naturalmente non è d'accordo. Lei il festival continua a guardarlo, anche se ormai lo fa alla terzo millennio, chattando contemporaneamente con vari amici che giocano a chi le spara più grosse. O almeno credo, a giudicare dalle risate che sento dal letto, mentre leggo un giallo.
Stamattina, leggendo i giornali su internet, come ogni anno mi sono sentito un alieno. Ma come fa Il corriere della sera a titolare Arisa e il giallo del reggiseno: scompare e poi riappare, o Emma e l'inchino generoso, con tanto di foto di (presumo) Emma (ma chi è?) che si inchina facendo vedere un po' più di tette di quando sta in piedi, manco fosse possibile il contrario? Come fa la Repubblica a titolare Romina e Al Bano (almeno quelli so chi sono): la reunion e quei baci non dati sul palco (la reunion???), o Rocio Munoz (e questa chi è?): signora in rosso? Come fanno il Fatto Quotidiano a pubblicare le pagelle della prima serata, La Stampa a titolare Al Bano, flessioni sul palco, poi nega il bacio a Romina, Il Messaggero a fare lo stesso con Emma sposa, Arisa “cardinalizia”, Il Sole 24 Ore a informarci sulla Moda a Sanremo: tutti i look griffati sul palco dell'Ariston?
Il festival di Sanremo è la cosa che più di tutte mi fa capire quanto tanti anni all'estero abbiano finito col fare di me uno che non è più italiano. Altre, molte altre cose, mi fanno capire che non sono mai nemmeno diventato francese. Ma quello è un altro discorso.
Ormai me ne sto qui, in bilico tra due culture, senza più capire completamente la prima e senza riuscire veramente a identificarmi con la seconda. È così e non ci posso fare niente.
Beh, sì, una cosa posso farla: non guardare il festival di Sanremo.