Betty Curtis
L'ultimo
festival di Sanremo che ho visto è quello del '67, quello del
suicidio di Luigi Tenco; quello nel quale i Giganti arrivarono solo
terzi (con Proposta);
quello in cui Little Tony cantò Cuore
matto.
Nel
'68 e '69, mentre ero allievo della scuola del Piccolo Teatro, ero
troppo occupato ad andare a teatro tulle le sere.
Nel
'70 ero in tournée in Spagna e in Francia con Ferruccio Soleri.
Nel
'71 non mi ricordo dov'ero.
Nel
'72, di ritorno per pochi mesi dal Nord-America, ero troppo occupato
a fare sedute spiritiche con Gabriele Salvatores (che è nato il mio
stesso giorno, mese e anno) e ad andare a letto con la migliore amica
di sua sorella (che si chiamava come la mia).
Nel
'73 ero con il Bread and Puppet nel Vermont.
Nel
'74 e nel '75 ero in tournée con il Bread
and Puppet in
Europa.
Poi,
dall'autunno di quell'anno fino ad aprile del 2008 ho vissuto in
Francia.
Per
me Sanremo vuole dire Tony Dallara e Wilma Goich, Betty Curtis e
Ricky Maiocchi, Peppino Gagliardi e Nico Fidenco. Ti assicuro che
sono nomi veri. Li trovi su Wikipedia.
Pensare che Sanremo continui a esistere oggi, già per se mi da tristezza.
Nei primi anni '60 avevo un registratore Geloso,
ovviamente a nastri, visto che le cassette sarebbero arrivate solo
qualche anno dopo. Durante il festival mettevo il microfono davanti alla televisione, che
era una specie di monumento di legno con dei pulsanti metallici,
visto che il telecomando a quei tempi ce l'avevano solo in America,
esigevo il silenzio più assoluto da parte del resto della famiglia e
una per una registravo tutte le canzoni. Poi, l'indomani
della serata finale, andavo all'edicola con 100 lire e mi compravo il
libretto dei testi. Quello del festival del '63 lo
trovi su Ebay per 14,99€ (+ 4,50€ di spedizione). Sic transit
gloria mundi.
La
mia sorpresa è stata grande, sei anni fa, tornando a vivere in
Italia, il giorno in cui Elena mi ha detto che l'indomani sera
avrebbe guardato Sanremo in TV. Ho provato a guardarlo con lei. Credo
di avere resistito 20 minuti.
Non
ce la faccio proprio. Non ce l'ho proprio quel gusto per il trash,
per le vallette sculettanti e per il vuoto cosmico.
Elena
naturalmente non è d'accordo. Lei il festival continua a guardarlo,
anche se ormai lo fa alla terzo millennio, chattando
contemporaneamente con vari amici che giocano a chi le spara più
grosse. O almeno credo, a giudicare dalle risate che sento dal letto,
mentre leggo un giallo.
Stamattina,
leggendo i giornali su internet, come ogni anno mi sono sentito un
alieno. Ma come fa Il corriere della
sera a
titolare Arisa e il giallo del
reggiseno: scompare e poi riappare,
o Emma e l'inchino generoso,
con tanto di foto di (presumo) Emma (ma chi è?) che si inchina
facendo vedere un po' più di tette di quando sta in piedi, manco
fosse possibile il contrario? Come fa la
Repubblica a
titolare Romina e Al Bano (almeno
quelli so chi sono): la reunion e quei
baci non dati sul palco (la
reunion???),
o Rocio Munoz
(e questa chi è?): signora in rosso?
Come fanno il Fatto Quotidiano
a pubblicare le pagelle della prima
serata, La
Stampa a
titolare Al Bano, flessioni sul palco,
poi nega il bacio a Romina,
Il Messaggero a
fare lo stesso con Emma sposa, Arisa
“cardinalizia”,
Il Sole 24 Ore
a informarci sulla Moda a Sanremo:
tutti i look griffati sul palco dell'Ariston?
Il
festival di Sanremo è la cosa che più di tutte mi fa capire quanto
tanti anni all'estero abbiano finito col fare di me uno che non è
più italiano. Altre, molte altre cose, mi fanno capire che non sono
mai nemmeno diventato francese. Ma quello è un altro discorso.
Ormai
me ne sto qui, in bilico tra due culture, senza più capire
completamente la prima e senza riuscire veramente a identificarmi con
la seconda. È così e non ci posso fare niente.
Beh,
sì, una cosa posso farla: non guardare il festival di Sanremo.