lunedì 12 settembre 2011

Prego, porga la chioma...

Capelli misisteriali

Il ministro per i beni e le attività culturali, Giancarlo Galan, ex-governatore del Veneto, sfoggia sul suo augusto capo una chioma certo non folta, ma dall'aspetto manageriale. Buon per lui.
Quella chioma necessita naturalmente di cure presso un barbiere, acconciatore, parrucchiere, o coiffeur che dir si voglia. Poiché, al contrario del ministro, io da anni ormai ho scelto di andarmene in giro con un cranio oscenamente calvo, che rendo tale con un rasoio manuale di marca Gillette e una crema da barba del Dr. Harris &Co. Ltd (London), non conosco l'ammontare della spesa contemplata da un servizio di taglio e magari shampoo compreso. 20€? 15? 30? Non lo so.
Ma il nostro ministro per i beni e le attività culturali lo sa, ed è proprio per questo che, invece di recarsi da un artigiano che non mancherebbe di pretendere una somma probabilmente proibitiva per uno stipendio ministeriale, preferisce avvalersi dei servigi del parrucchiere della Camera.
Il solo piccolo problemino è che il Sior Galan deputato non lo è, e quindi, onde godere di quel piccolo privilegio che gli onorevoli (si fa per dire) rappresentanti del popolo sovrano si sono sovranamente attribuiti, si fa prestare il tesserino parlamentare da uno di loro. Anzi, da una, visto che l'onorevole (si fa sempre per dire) Giustina Destro, ex-sindaco di Padova nonché vicepresidente di Confindustria, ha candidamente ammesso l'incauto prestito.
Davvero lei ha...” stava chiedendole un giornalista del Corriere della sera. “Beh, sa, con Galan siamo molto amici, siamo entrambi di Padova e... comunque sì, certo: gli ho prestato il mio tesserino per entrare dal barbiere”, si è affrettata a confessare la distinta signora, aggiungendo: “Credo che ogni tanto glielo prestino anche altri suoi amici deputati". Di Padova anche loro? Molto amici anche loro? Non si sa.
Quel che si sa è che l'egregia Sora Giustina trova che non ci sia di che, visto che così conclude: "Ma davvero le sembra una cosa tanto grave?”
Per carità, signora mia, la cosa non è affatto grave! Non siamo mica in Svezia, in Danimarca o in Gran Bretagna, dove un ministro colto sul fatto di piccola truffa capillare sarebbe rapidamente costretto alle dimissioni insieme all'onorevole (vedi sopra) che ha reso la truffa possibile... Siamo in Italia, perbacco! E lei ha perfettamente ragione quando ci invita a concentrarci “sui problemi gravi che il Paese vive in questo momento”. Vorrà mica mettere una cosa da ridere come un ministro tanto meschino da farsi tagliare i capelli gratis con un imbroglio, con quelle ben più gravi “che il Paese vive in questo momento”...
Il problema dei piccoli privilegi e delle piccole truffe della Casta a cui lei e il suo amico ministro appartenete sono bazzeccole, quisquilie, pinzillacchere, sciocchezzuole, bagatelle, banalità, inezie! Per Dinci e anche per Bacco!, come diceva un grande poeta, non esageriamo, sennò rischiamo davvero di far traboccare il vaso dalla goccia!
Un singolo licenziamento, una singola bolletta non pagata, una singola fattura non emessa, una singola tassa non versata, una singola casa costruita abusivamente, una singola auto blu usata per andare a far compere, sono tutte quisquiglie! E il suo partito e il governo che lei sostiene fanno benissimo a non occuparsene.
Gli stupidi siamo noi, che ci ostiniamo a sommare pinzillacchera a bagatella e banalità a sciocchezza, traendo l'insulsa conclusione della vostra indegnità a rappresentarci. Gli stupidi siamo noi che rifiutiamo di accettare che tutto questo sia normale.
Per fortuna, nonostante la nostra stupidità, possiamo contare su una classe politica che sa guardare altrove, più in su e più in là, senza lasciarsi avvilire da critiche tanto ingiuste quanto smisurate.
Scusi se mi permetto, ma io ogni mattina vado al bar a prendermi un caffé che mi costa 90 centesimi. A prescindere, avrebbe mica un tesserino da prestarmi?