domenica 19 dicembre 2010

Del Daspo

Il tastierista di Distretto 51

Stamattina ho imparato un altro acronimo: Daspo (che forse sarebbe meglio scrivere D.A.SPO., ovvero Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive). Questa degli acronimi è sempre una questione complicata. Ovviamente in questo caso DAMS sarebbe stato più logico, ma avrebbe forse creato confusione con un certo dipartimento dell'università di Bologna. Mi ricordo che in Francia quando nacque il raggruppamento dei comuni del circondario di Lione, (Communauté Urbaine de Lyon) si evitò l'imarazzante CUL a favore del più poetico COURLY.
Comunque sia, il tastierista Roberto Maroni propone ora che il Daspo sia applicato alle manifestazioni di strada. L'idea, brillante, è forse di ispirazione patafisica, visto che sembra una specie di omaggio al testo di Alfred Jarry intitolato La Passione considerata come corsa in salita. Non so, ma il fatto di equiparare le manifestazioni di strada a delle manifestazioni sportive è degno di nota.
Certo, mi direte, numerosi sport trovano nuove espressioni nel dissenso: la marcia e i cento metri, ovviamente, per le distanze percorse e per gli scatti improvvisi ; la lotta libera, in caso di scontri; il ciclomotorismo per l'uso di caschi; il curling e il lancio del peso, per l'occasionale lancio di pietre; l'aikido per l'utilizzo di bastoni.
Ma siamo proprio sicuri che le ragioni che spingono il nostro baffuto e rossocchialuto ministro all'allargamento del Daspo siano di tipo sportivo? Mmmmh...
In realtà si tratta di far fronte alla violenza, cosa sulla quale siamo tutti d'accordo. È d'accordo in particolare un altro eccellente ministro, il serafico Ignazio Benito Maria La Russa, di cui Il fatto quotidiano ha recentemente ricordato la partecipazione alla manifestazione milanese del 12 aprile 1973 durante la quale furono lanciate due bombe a mano che uccisero il poliziotto Antonio Marino. È d'accordo il fine dicitore Umberto Bossi, che nel 1993 dichiarò che “quando avremo perso tutto, quando ci avranno messo con le spalle al muro, resta il fatto che le pallottole costano 300 lire”. Insomma, siamo proprio tutti d'accordo.
Quindi W il Daspo! Pensandoci bene, questa sarebbe una soluzione anche per altri problemi. Le code sull'autostrada, per esempio: Daspo! Le spiagge romagnole troppo affollate: Daspo! Il palio di Siena: Daspo! Le messe a San Giovanni Rotondo: Daspo!
Sarebbero esonerati naturalmente il Parlamento, dove le risse restano autorizzate, le manifestazioni leghiste, dove alzare il dito medio al tricolore non costituisce reato, lo sgombero di campi Rom, che è uno sport non violento per antonomasia, e qualsiasi altro tipo di manifestazione pubblica tesa a sostenere l'operato delL'Unico Boss Virile (anagramma rivendicato dall'Amato Leader), dei suoi amici e degli amici dei suoi amici, che sono tanti.
Il geniale Maroni dichiarava due anni fa a VareseNews, quotidiano online della provincia di Varese, «in realtà questo (cioè tastierista del gruppo musicale Distretto 51, ndr) è il mio vero lavoro e a tempo perso faccio il ministro dell’Interno. Quindi riesco a conciliare benissimo le due cose». Conciliare, di sicuro. Benissimo? Mmmmh...
Resta il nodo della violenza e di quelle immagini degli scontri che facevano assomigliare Piazza del Popolo e i dintorni di Montecitorio a fotogrammi di qualche film sugli anni 70. Sarà per indole naturale, sarà per filosofia, sarà per un certo modo di vedere la vita, sarà per quello che volete, ma a me quel tipo di immagine non piace mai. Però mi chiedo: se Madre Natura, bontà sua, ha dotato anche il Maroni Roberto di qualche decina di miliardi di sinapsi in quel suo molle seppur padano encefalo, lo ha fatto per permettergli di riflettere sul perché delle cose o per fargli fare il ministro a tempo perso e sparare scemenze alla velocità di una Ferrari Testarossa del 1985? Mmmmh...