giovedì 15 luglio 2010

Un po' di Congo

Denis Sassou Nguesso
Tra le molte cose sulle quali non si cherza in Francia c'è la parata del 14 luglio. Migliaia di militari francesi e, da una ventina d'anni a questa parte, anche stranieri sfilano sui Champs Elysées (la plus belle avenue du monde, naturalmente) mentre in cielo sfrecciano i caccia.
Quest'anno Nicolas sarkozy ha deciso di invitare non uno, ma ben tredici eserciti stranieri a sfilare con quello francese, tutti provenienti da ex-colonie africane. Tra questi spiccava la presenza dell'esercito della Repubblica del Congo (Congo Brazzaville), ovviamente accompagnato dal Presidente della Repubblica, il simpatico Denis Sassou Nguesso.

In Congo ci sono stato due o tre volte per lavoro e anche se non pretendo di conoscerlo a fondo posso dire di averci passato alcune settimane, di averci incontrato molta gente e di essermi fatto anche qualche amico. Mi è spesso capitato di partecipare a discussioni nelle quali veniva fuori il nome del Presidente, suscitando, a seconda delle volte, rabbia, ilarità amara, profonda diffidenza o altrettanto profondo disprezzo. Mi è capitato anche più di una volta, passando dal Rond point des anciens combattants, la grande rotonda sulla quale si affaccia il centro culturale francese, di veder passare una buona quindicina di Mercedes nere che si dirigevano verso o venivano dall'aeroporto, con a bordo il Presidente e il suo seguito, in partenza per o in arrivo da una di quelle settimane di shopping che prediligono a Londra, Dubai o Parigi.

Il Congo (da non confondersi con la Repubblica Democratica del Congo, con capitale Kinshasa), è uno dei paesi più poveri del mondo. I suoi tre milioni di abitanti hanno un reddito medio annuale inferiore a 100$ nonostante le grandi riserve petrolifere nelle quali operano compagnie americane e francesi, ma anche l'Agip.

Ma, mi direte voi, chi se ne frega? E qualora non me lo diceste voi, state tranquilli che me lo direbbe il buon Presidente Denis Sassou Nguesso.

Esempio: per assistere alla sezione plenaria dell'assemblea dell'ONU nel 2006, Sassou (così lo si chiama comunemente sul posto) e il suo seguito hanno occupato quarantaquattro camere al Waldorf Astoria di New York. Prezzo: 130.000$, ovvero più del (modesto) contributo che quell'anno la Gran Bretagna diede al Congo in aiuti umanitari.

Altro esempio: lo stesso anno, per un soggiorno di cinque notti allo stesso Waldorf Astoria, il conto, ovviamente pagato con soldi pubblici congolesi, fu di 61.000$, ai quali però vennero ad aggiungersi 12.000$ di extra, tra i quali due bottiglie di champagne da 400$ l'una. 
 
Naturalmente Sessou non va sempre a New York. Va anche a Parigi. E fa bene, visto che ci possiede ben diciotto residenze, tra appartamenti e ville. 
 
Ciò nonostante, il buon presidente nega di avere un qualsiasi conto in banca in Francia. Ed è vero! Perché dovrebbe averne uno, visto che un giudice transalpino ne ha repertoriati ben 112 a nome di vari membri della sua famiglia?

Durante i miei viaggi a Brazzaville ho visto venir su il mausoleo di Pietro Savorgnan di Brazzà, nobile friulano che assicurò alla Francia il protettorato della parte congolese ad ovest del grande fiume. I miei amici africani mi hanno fatto notare due cose: prima di tutto come il Congo sia così diventato probabilmente l'unico paese africano ad aver eretto un mausoleo all'artefice della sua colonizzazione; e poi come il monumento fosse costato la bagatella di una quindicina di milioni di euro.

Ancora un ricordo che mi torna alla mente: scendendo dal centro culturale francese verso il mausoleo si vede ad un certo punto sulla destra un'enorme villa bianca dentro un grande giardino. Sul cancello una targa indica che si tratta degli uffici del protocollo della presidenza della repubblica. Ma ve l'immaginate voi il bisogno che ha un paese di tre milioni di abitanti di una gigantesca villa con giardino per gli uffici del protocollo?

Me ne viene in mente un'altra: sulla sinistra del mausoleo c'è una palazzina bianca di tre piani con su scritto in azzuro Banca dello Sviluppo di non so più che cosa. Avendo notato che la banca era sempre chiusa, un giorno ho chiesto a un amico come mai lo fosse. Lui si è messo a ridere. “Non c'è nessuna banca, mi ha detto. Quella palazzina è vuota da anni. Ma l'hanno ridipinta di bianco e ci hanno scritto sopra banca quando hanno inaugurato il mausoleo, per far vedere alle autorità straniere presenti che i soldi che avevano versato in aiuti erano serviti a qualche cosa.”

Se scrivo queste cose è perché in numerosi viaggi di lavoro ho imparato ad amare profondamente l'Africa e gli africani, che oltre tutto hanno sempre accolto i miei spettacoli in maniera straordinariamente calorosa. Ho imparato ad amare l'Africa e ho imparato a detestarne la corruzione e la maggior parte dei governanti almeno quanto detesto l'attitudine dei nostri nei confronti dell'Africa. 
 
E aggiungo l'ultima: se il Congo è il primo paese extraeuropeo nel quale si è recato Nicolas Sarkozy immediatamente dopo la sua elezione, non è per caso perché sono vere le voci che dicono che Sassou aveva largamente finanziato sotto banco la sua campagna elettorale?...