Sono
ormai passati quasi 40 anni dal giorno in cui ho buttato in
pattumiera il mio ultimo, orrido slip e sono passato ai molto più
confortevoli boxer. No, non scrivo questo in seguito a non so quale
improvviso desiderio di informarti sui dettagli della mia biancheria
intima — ancorché non mi senta di escludere che il soggetto abbia
un suo interesse, se non un suo fascino. No, se scrivo questo post è
perché, come sono solito fare nei sabati mattina, soprattutto in
agosto, poco fa stavo leggendo una delle mie riviste preferite, la
nota Human Reproduction,
pubblicata dall'Università di Oxford e che, come tutti ben sappiamo,
è l'organo ufficiale — anche se forse la parola organo
non è la migliore per una rivista che parla di riproduzione, ma
forse sì, chi lo sa? — della popolarissima ESHRE,
acronimo, per chi l'ignorasse ancora, di quell'European
Society of Human Reproduction and Embriology,
che, come lo indica il suo nome, si occupa di riproduzione umana e di
embriologia.
E
siccome la frase precedente è stata così lunga, adesso scusa, ma ho
proprio bisogno di almeno una riga di
pausa.
Ecco
fatto.
Stavo
dunque leggendo Human Reproduction,
quando l'occhio mi è caduto — si fa per dire — su uno studio
intitolato Type of underwear worn and markers of testicular
function among men attending a fertility center
(Tipi di biancheria intima portati e marcatori di funzione
testicolare tra uomini che consultano centri di fertilità). Lo
studio è firmato da ben otto ricercatori di Harvard i cui nomi, col caldo fa,
sarebbero troppo lunghi da scrivere. La domanda dalla quale gli otto
sono partiti è la seguente: il
tipo di biancheria intima che uno porta è associata a marcatori di
funzione testicolare tra uomini che consultano centri di fertilità?
Bella
domanda, che ci siamo tutti fatti più di una volta.
La
risposta sintetica alla domanda è la seguente: gli uomini che hanno
affermato di portare soprattutto boxer hanno una concentrazione di
sperma più alta e un numero più alto [di
spermatozoi], nonché livelli più bassi di FSH di
quelli che invece no (lo so, la mia traduzione non è proprio
elegantissima, ma prova tu a tradurre i risultati di una ricerca
americana
alle 9 del mattino, a torso nudo sul balcone, mentre il termometro
indica già 33° all'ombra).
Tra parentesi — si fa anche qui per dire, visto che in questo
frangente la parentesi mi pare superflua — l'FSH altro non è che
quell'ormone follicolo-stimolante, o follitropina, che una volta
arrivato a un'ovaia stimola la progressione verso la maturazione dei
follicoli di Graaf, il che
è una bella cosa, oppure no, dipende se
uno, anzi due, vogliono passare decine di notti insonni a spupazzarsi
un pargolo urlante avanti e indietro per il corridoio dell'appartamento.
Ciò
che già si sapeva, spiegano gli autori, è che temperature scrotali
elevate non favoriscono proprio per niente la funzione testicolare.
Sappiamo tutti, o almeno tutti noi maschietti che siamo un giorno
passati prima dalla mutanda classica di mamma allo slip e poi dallo
slip al boxer, che l'uso di quest'ultimo è una specie di vittoria
per i gioielli di famiglia che, non più surriscaldati
e compressi da capi di
biancheria intima manco fossero limoni di Sorrento,
non sentono più il bisogno di liberare succhi sudoriferi puzzolenti
che, saranno sì attrattivi per l'odorato canino, ma tendono a
causare arrossamenti scrotali, nonché olezzi raramente apprezzati in
caso di scambi di acrobazie intime che non sto a descriverti ma che
puoi facilmente immaginare. Il problema però è che la
letteratura epidemiologica come causa di aumento della temperatura
scrotale e variazione della funzione testicolare è inconsistente.
Ecco
allora l'importanza di questa ricerca, che ha implicato 656 maschi di
coppie che si sono rivolte a un centro della fertilità per ricevere
trattamenti contro la sterilità (anche perché il contrario sarebbe
stato strano).
I
partecipanti alla ricerca avevano in media 35,5 anni (32,0 a 39,3) e
un BMI, o indice di massa corporea, di
26,3 (24.4 a 29,9) kg/m2.
Circa la metà (53%; n=345)
hanno affermato di portare regolarmente dei boxer. Gli uomini che
hanno affermato di portare regolarmente dei boxer (questa poco
elegante ripetizione non è mia, è degli autori) hanno una
concentrazione spermatica più alta del 25% (95% CI = 7, 31%), un
numero più alto di spermatozoi del 17% (95% CI = 0, 28%) e livelli
di siero FHS più bassi del 14% (95% CI = −27, −1%) rispetto a
quelli che hanno affermato di non portare boxer. Una precisione: non
che io sappia cosa vogliono dire le cose tra parentesi, ma mi
sembravano belle, allora le ho copiate.
I
risultati della ricerca, specificano ancora
gli autori, implicano
che alcuni tipi di biancheria intima maschile (vedi gli orridi slip),
compromettono la spermatogenesi e aumentano la secrezione di
gonadotropina, il che pare non sia cosa buona in caso di desiderio di
riproduzione.
Che
dire? Tutto questo è estremamente interessante. Certo, possiamo
limitarci a rammaricarci che il babbo di Matteo Salvini non abbia
portato slip, magari di una misura inferiore al dovuto, ma vabbè.
Per quanto
mi riguarda, mo' che la
scienza mi ha confermato che quella mia decisione di quasi 40 anni fa
è stata saggia,
vado a farmi una bella doccia, ché ormai sono passate le 9 e mezzo e
qui sul balcone la temperatura continua a salire. Dopodiché un buon
caffè non me lo toglie nessuno.