14
febbraio. Giorno del famoso massacro a Chicago, giorno del lancio
della fatwa di Khomeini contro Salman Rushdie, compleanno di Gianni
Bugno. E naturalmente giorno di San Valentino.
A parte
gli abitanti di Terni, o quelli che sono stati a Terni e hanno
visitato la basilica di San Valentino, nonché visto l'urna dentro la
quale sono conservati i resti del martire, immagino che la maggior
parte degli altri ignorino chi questo Valentino sia stato.
Questo
e non un 'altro, visto che di Valentini la Santa Romana Chiesa ne
celebra vari: il protovescovo di Genova del IV secolo; il vescovo di
Treviri, sempre del IV secolo; il sacerdote ed eremita aquitano del V
secolo; il vescovo della Rezia (in parte Baviera e in parte Svizzera
attuali), pure lui nel V secolo; uno di cui non si sa niente ma di
cui si conserva il corpo a Chieri, vicino a Torino; uno che fu Papa
per 40 giorni nel IX secolo; uno che fu martirizzato a Viterbo
insieme a S. Ilario non si sa bene quando; il frate mercedario
spagnolo del '400; il vescovo di Panama del '700; il francescano
belga dell'800.
Tutti questi sono Valentini da poco. Il
nostro Valentino, quello vero, è Valentino martire, di
cui, come già detto, si conservano i resti a Terni, nonché, come non ancora detto, il
cranio e altre ossa a Sassocorvaro (PU), così come tutto lo scheletro
nella chiesa di Santa Maria Santissima, a Rovereto (TN).
Uno così
non poteva che essere santo.
Avendo
già dato fin qui un'abbondante dimostrazione della
mia sconfinata cultura ecclesiastica, non ti annoierò con inutili
dettagli biografici (anche perché del nostro Valentino si incominciò
a parlare solo tre secoli dopo la morte, dicendo fondamentalmente che
era stato uno caritatevole, umile, zelante e quindi santo). Cercherò
invece di soddisfare la tua curiosità circa il perché e il percome
il 14 febbraio sia diventato la festa degli innamorati.
Nell'antica
Roma — quando si tratta di robe di santi bisogna sempre
incominciare una frase con “nell'antica Roma” — il 15
febbraio era il giorno dei Lupercali. Secondo Tito Livio, questa
festa sarebbe stata importata nell'Italia pre-romana da Evandro,
figlio del dio Mercurio e della ninfa Carmenta, nonché alleato di
Enea nella guerra contro i Rutuli, che come indica il loro nome
(almeno per chi sa vedere questo tipo di indicazione in questo tipo
di nome) erano dei biondazzi.
Ma non
lasciamoci distrarre dai dettagli.
Luperco,
almeno all'inizio, era un dio della natura; poi poco per volta
diventò il dio degli istinti, fino a trasformarsi in un fauno, in un
satiro e in una specie di doppione di Priapo, quello che ce l'aveva
grosso come la torre di Pisa, ma meno pendente.
Ovvio
che uno così non piacesse alla Chiesa, che infatti decise di
inventarsi una bella festa per il giorno prima dei Lupercali, cioè il14 febbraio.
Ciò
che si sa di Valentino è poco. Ai tempi suoi, ovvero non si sa bene
quando, ma comunque ai tempi di Roma, Valentino convertì al
cristianesimo il filosofo Cratone (uno così famoso che l'unica
traccia di Cratone sull'Enciclopedia Treccani è quella che ci spiega
che il cratone è l'unità
strutturale di spessore crostale che interessa enormi distese
continentali).
Una
volta convertito questo misterioso Cratone, Valentino celebrò il
matrimonio di un centurione non meglio identificato con tale Serapia,
della quale si sa solo che era cristiana. Senonché l'editto di
Claudio II, un imperatore del III secolo nato in Serbia, vietava ai
legionari di sposare delle cristiane. Ecco perché Valentino fu
arrestato e martirizzato.
Ora, la
leggenda più conosciuta a proposito di Valentino racconta che, poco
prima di essere giustiziato, fece avere alla figlia cieca del suo
carceriere Asterio un bigliettino. E qui mi fermo un momento per
sottolineare la profonda e santa umanità di uno che manda un
bigliettino segreto a una cieca. Ma andiamo avanti.
Cosa
c'era scritto su questo bigliettino? C'era scritto “dal tuo
Valentino”! Già, perché il nostro convertitore di inesistenti
filosofi si era innamorato della figlia del suo carceriere.
“Ma
non era vescovo?”, sbotterà il mio distratto lettore. Certo che
era vescovo, gli risponderò io; ma ti stai scordando che il celibato
dei preti, vescovi compresi, fu deciso dal Concilio di Evira del
305-306, mentre Claudio II era stato imperatore dal 268 al 270.
Quindi Valentino poteva benissimo essere innamorato della figlia
cieca del suo carceriere prima del 305.
“Ma
scusa, insisterà allora il puntiglioso lettore, mi spieghi come ha
fatto Valentino a mandare un bigliettino alla figlia cieca del suo
carceriere se la carta in Europa ci è arrivata solo nel XII secolo?”
Cosa vuoi che ti dica? Si vede che i bigliettini ai tempi di
Valentino erano dei piccoli papiri, facilissimi da trovare nelle
prigioni di Terni.
Comunque
sia, il bigliettino, o papirino che fosse, arrivò alla figlia cieca
del carceriere. Ed è lì che successe il miracolo, perché appena
lei se lo ritrovò in mano pensò: “Madonnuzza mia, quanto mi
piacerebbe poter leggere questo bigliettino, o papirino!” Ed ecco
che d'un botto, VLAM!: la cieca vide! E così potè leggere “dal
tuo Valentino”. Sottinteso: uno messo bene, visto che è vescovo, ma che però sta per morire.
“'he
'ulo!” direbbero a Firenze.
“Miracolo!
Miracolo!”, dissero a Roma.
E
Valentino diventò Santo.
E una dozzina di secoli dopo, Carlo
d'Orléans scrisse alla sua seconda moglie, Bonne d'Armagnac, il
primo bigliettino di San Valentino di cui abbiamo traccia:
Je
suis desja d'amour tanné
Ma tres doulce Valentinée...
Ma tres doulce Valentinée...
Il
che vuol dire qualcosa come sono
afflitto dall'amore, mia dolcissima Valentina.
E
gli americani inventarono Valentine's
day e
incominciarono a mandarsi bigliettini d'amore il 14 febbraio.
E
alla Chiesa la cosa finì col non piacere per nulla, tanto che nel
1969 soppresse la festa degli innamorati.
E
nel 1982 la Ferrero inventò il Ferrero Rocher.
E
Michele Ferrero è morto proprio oggi, 14 febbraio.
Sono sicuro che questo è un segno del destino, anche se come segno non mi pare molto chiaro.