Qualche giorno fa ho
passato otto ore al volante, tra la Toscana e la Provenza. Otto ore
al volante non sono mai una bella cosa. Se poi le passi percorrendo
autostrade che conosci a memoria, con un numero sesquipedale di
tunnel e oltretutto sotto una pioggia battente, allora non c'è
davvero di che rallegrarsi.
Guidavo, ascoltavo
musica e pensavo a questo e a quello, senza impegno. A un certo punto
mi sono detto che avrei cercato di fare, mentalmente, una lista dei
miei CD preferiti. Errore. Grave errore.
Immediatamente il
mio cervello è passato in modalità lista, come lo fa molto più
spesso di quanto sia ragionevole per un bipede normalmente
costituito.
Come stabilire la
lista dei miei CD preferiti? Ho incominciato a pensarci su.
Rapidamente mi sono accorto che scegliere un CD piuttosto che un
altro sarebbe stato come scegliere tra una banana con la Nutella, un
film di Kurosawa e un sigaro cubano. Come sarebbe possibile decidere
cosa sia meglio tra le Scene infantili
di Schumann, Ne me quitte pas
di Brel e Like a Rolling Stone di
Dylan?
Allora
ho esitato. Ma sai com'è: una volta che hai pensato a una nuova
lista non c'è niente da fare, devi andare avanti.
E
sono andato avanti.
Premessa:
immagina questa lista come una cosa circolare piuttosto che
verticale. Voglio dire che non riesco proprio a immaginare un numero
1 seguito da un 2 e così via. Questi CD sono tutti i miei preferiti.
Ognuno di loro è il mio preferito, a modo suo, e non ce n'è uno che
preferisco più di un altro (vedi banana alla Nutella ecc.). Allora,
eccoli qua.
Making
Music,
di Zakir Hussain. Lo metto per primo perché è forse più
emblematico degli altri di ciò che mi piace. Due strumentisti
indiani, due occidentali: Zakir Hussain ai tabla, Hariprasad
Chaurasia al flauto, Jan Garbarek ai sassofoni tenore e soprano, John
McLaughlin alla chitarra. L'ho sentito la prima volta nella macchina
di un francese che mi riaccompagnava in albergo dopo una lauta cena a
Hyderabad, in India. È stato la mia porta d'ingresso alla musica
indiana, da cui sono passato a quella di altri paesi.
Zakir
Hussain è figlio del grande Alla Rakha, che fu per anni
l'accompagnatore di Ravi Shankar; Hariprasad Chaurasia è il più
grande suonatore vivente di bansuri,
il tipico flauto traverso in bambù indiano; Jan Garbarek,
sassofonista norvegese, è difficilmente classificabile in quanto la
sua musica spazia dal jazz al folk al classico; John McLaughlin,
chitarrista inglese, è uno che ha suonato tanto con Miles Davis che
con i Rolling Stones. Qui un brano dell'album.
Wandererfantasie,
ovvero la sonata in do maggiore D760 op. 15 di Schubert, nella
versione di Vladimir Ashkenazy (anche se quella di Perahia non è
niente male). È un pezzo breve, poco più di venti minuti, che di
solito si trova su un CD che comprende anche una sonata di Schubert,
o di Schumann. Mi piace ascoltarla al mattino, a colazione, perché è
una musica che mi dà energia per tutta la giornata.
Time
Out of Mind,
trentesimo album di Bob Dylan, pubblicato nel '97. Dylan è il
cantante che ho più ascoltato in vita mia. Nel mio IPod ho 31 dei
suoi album. Ma questo è davvero straordinario. La voce è roca, in
certi momenti assomiglia quasi a quella di Howlin' Wolf. Il testo di
Highlands,
lunga ballata di 16 minuti che incomincia con My
Heart is in the Highlands,
titolo di una poesia di Robert Burns, mi fa godere come un grillo
ogni volta che l'ascolto. Una perla. Una meraviglia. Qui uno dei pezzi.
Savane,
di Ali Farka Touré. La musica del Mali è all'origine di quello che
sarebbe poi diventato il blues. Touré apparteneva alla piccola etnia
degli Arma, che non conta oggi più di 20.000 persone. Ha suonato
con Ry Cooder, con Taj Mahal e con l'immenso suonatore di kora
Toumani Diabaté. Ha
passato gran parte della sua vita nel suo villaggio natale, Niafunké,
di cui è stato anche sindaco, 250 chilometri a sud-ovest di
Timbuktu. Suo figlio, Vieux Farka Touré, è anche lui un ottimo
chitarrista e cantante. Il CD puoi ascoltarlo qui.
The
rain, del gruppo Ghazal.
Che dire? L'ho riascoltato ieri ed è gioia pura. Tre musicisti
straordinari fanno parte del gruppo: Kayhan Kalhor, iraniano, al
kamancéh1,
Shujaat Usain Khan al sitar e Sandeep Das alle tabla. Il CD è edito
dalla ECM, la casa discografica principalmente jazz, ma aperta alla
world music.
Un estratto è ascoltabile qui.
Sgt.
Pepper's Lonely Hearts Club Band,
dei Beatles,
1967. Tutti conoscono questo album storico, che però merita di
essere riascoltato e riascoltato e riascoltato con attenzione.
Brian
Wilson Presents Smile. Nel
1966 i Beach Boys,
che avevano pubblicato l'anno prima quel Pet
Sounds che avrebbe tanto
ispirato i Beatles per
Sgt. Pepper's,
lavoravano a un nuovo album, destinato a intitolarsi SMILE,
quando il loro leader, Brian Wilson, malato di depressione, abbandonò
il gruppo. I Beach Boys
pubblicarono allora Smiley
Smile, che non
rifletteva però le intenzioni del suo ideatore. È solo nel 2004 che
Wilson ha rimasterizzato e completato Smile,
che si è così rivelato come quel capolavoro su cui molti
vagheggiavano da quattro decenni. Qui troverai uno dei migliori
pezzi dell'album, Good Vibrations.
L'imperatore,
concerto per pianoforte e orchestra n° 5 di Beethoven,
nellinterpretazione di Arturo benedetti Michelangeli con la Wiener
Philarmoniker diretta da
Carlo Maria Giulini. L'arrivo delle prime note di piano dopo la lenta
introduzione orchestrale mi fa ululare come il lupo di Tex Avery
(vedi qui).
Shringar,
di Sridhar e Shivakumar Krishnamurti, due fratelli, il primo al sarod
e il secondo al violino. Il sarod
è uno strumento a corde
pizzicate del nord dell'India. Il CD contiene due pezzi, ma il più
bello ed emozionante è senz'altro il primo il raga
bageshri, un raga
notturno del 1500, creato alla corte dell'imperatore Akbar. Un giorno
o l'altro dovrei scrivere un post sulla musica classica indiana. Ah,
ultima cosa: il CD è pubblicato da Real
World, la casa
discografica di Peter Gabriel.
Blues
In My Bottle, di Lightnin'
Hopkins, di gran lunga il mio cantante di blues preferito. Allievo
del grande Blind Lemon Jefferson, Hopkins è il più grande
rappresentante di quel blues rurale di cui fanno parte giganti come
Big Bill Broonzy, Sonny Boy Williamson e il duo Sonny Terry e Brownie
McGee. Se non conosci Hopkins, qui c'è un bel pezzo.
Ho
elencato dieci CD e mi fermo arbitrariamente qui anche se mi sembra
ingiusto trascurare Pirates
di Rickie Lee Jones, il Raga Lalit suonato
da Hariprasad Chaurasia, Night Silence Desert di
Kayhan Kalhor e M.R. Shajarian, I took up the runes di
Jan Garbarek, per non parlare di una meravigliosa raccolta di 5 CD di
Woody Guthrie.
E
Apostrophe (') di
Frank Zappa? E Kind of blue di
Miles Davis? E Little Criminals
di Randy Newman?
Basta,
basta...
E
le Suite per violoncello solo di
Bach?
Ho
detto basta!
1Non
so se si scriva così in italiano il nome di questo strumento. Su
Wikipedia c'è solo un articolo inglese e poche altre lingue, non ce
n'è nemmeno uno sulla musica iraniana... Comunque è una specie di
viola a tre o quattro corde.