domenica 7 luglio 2013

Il Somaliland all'avanguardia

Una pubblicità di Zaad

Basta. È inutile che continui a lamentarti di non avere notizie fresche sul Somaliland se poi non leggi il Globe and Mail. Ti chiedi perché dovresti leggere un quotidiano dal ridicolo titolo di Globo e Posta? Guarda, non cercare scuse. Intanto se il Globe and Mail si chiama così è perché è nato nel 1936 dalla fusione del Globe (1884) e del Mail and Empire, che nel 1895 era nato dalla fusione del Toronto Mail col Toronto Empire. Ringrazia quindi che il giornale non si chiami The Toronto Globe and Mail and Empire e vai avanti.
Il Globe and Mail del 21 giugno scorso pubblicava un interessante articolo del suo inviato speciale a Hargheisa, Geoffrey York. Come tutti ben sappiamo, Hargheisa altro non è che la capitale del Somaliland, che è poi un pseudo-Stato che nessun altro ha riconosciuto ufficialmente come tale, nonostante uno dei suoi due motti ufficiali sia Giustizia, Pace, Democrazia e Successo per tutti, il che è una bella cosa (l'altro motto ufficiale è Non c'è altro Dio all'infuori di Allah; Maometto è il suo profeta, ma questa è un'altra storia).
Completata questa breve introduzione resa necessaria dalla tua abissale ignoranza, veniamo al dunque, che sarebbe poi questo: in un mondo sempre più tecnologico nel quale i paesi più ricchi fanno la parte del leone, il Somaliland è all'avanguardia assoluta nell'uso della moneta elettronica, con una media di 34 pagamenti online al mese per ognuno dei tre milioni e mezzo di somalilandesi. Certo, lo scellino del Somaliland esiste, anche se ce ne vogliono ben 4.500 per comprarsi un misero dollaro americano con su scritto In God We Trust. Ma le banche praticamente no. Pare ce ne sia qualcuna a Hargheisa, ma se uno abita a Gabilei o a Buuhoodle come fa? Semplice: si compera un cellulare e si fa un bell'abbonamento a Zaad, che è poi una filiale della compagnia telefonica Telesom.
Può sembrarti strano che esista una rete di telefonia mobile in un paese così povero, ma i telefonini sono una realtà ormai ben radicata in ogni angolo d'Africa. E non resisto alla tentazione di raccontarti un aneddoto.
Mi trovavo a Pointe Noire, città petrolifera del Congo Brazzaville. Il direttore del Centre Culturel Français mi ha proposto la sua 4x4 con tanto di autista per farmi un giro fuori città una domenica mattina, consigliandomi di andare a mangiare in un ristorantino su un'isoletta nell'estuario del fiume Congo. Detto fatto, dopo un 'oretta di strade sterrate, sono arrivato sui bordi del grande fiume, in un posto deve le uniche cose visibile erano tre o quattro capanne, un paio di piroghe sfondate e un bambino di dieci anni che giocava sulla spiaggetta. In mezzo al fiume c'era l'isola e al momento del mio arrivo c'era una piroga a motore che spariva dietro l'isola. Ho chiesto al bambino se quella fosse la piroga che dovevo prendere per andare a mangiare. Risposta positiva. “E quando torna qua?”, l'ho incalzato. “Per farla tornare devi telefonare”, mi ha risposto. Mi è subito venuto da fargli notare che eravamo in un punto sperduto del delta del Congo, in mezzo al niente, e non in via Garibaldi, a Sesto San Giovanni. Ma lui, che già l'aveva notato, mi ha chiesto se avessi un telefonino e, soddisfatto della mia risposta positiva, mi ha dettato un numero. Ho chiamato e cinque minuti dopo ho visto riapparire la piroga, manco fosse stata un radiotaxi torinese.
Ma torniamo al Somaliland. Lì, come ovunque in Africa, quasi tutti hanno un telefonino. E il commercio telefonico ha ridotto drasticamente il livello di criminalità, visto che di soldi da rubare ce n'è sempre meno. “Il sistema è estremamente semplice e sicuro — ci informa il Globe and Mail.Chi ha un abbonamento paga occasionalmente un po' di soldi a Telesom e poi li usa per pagare telefonicamente i negozianti. Per effettuare un pagamento basta digitare un numero di tre cifre e un codice PIN di quattro, seguito dal numero Zaad del venditore e dalla somma da pagare. Tutti i commercianti, anche quelli che vendono per strada, hanno il loro numero Zaad bene in vista. In un attimo sia il venditore che l'acquirente ricevono un SMS di conferma del pagamento ed ecco che la transazione è fatta.”
Mustapha Osman Guelleh, responsabile della Coca-Cola locale, spiega che più dell'80% delle transazioni della compagnia vengono fatte così e che in questo modo non c'è più rischio di furti. Quanto ad Adan Abokor, attivista democratico, dice che se uno dei suoi figli vuole comprarsi un panino, io gli mando i soldi con Zaad e lui li riceve immediatamente.” Lo stesso Abokor spiega anche che tra le ragioni dello sviluppo della telefonia mobile nel suo Paese ce n'è anche una culturale: “La società somala si basa su una cultura orale, per questo tutti hanno bisogno di un telefonino.
Il paese africano con più telefonini per abitante è il vicino Kenya, dove la principale compagnia telefonica si chiama Safaricom. All'inizio il telefonino era usato soprattutto dagli emigranti che volevano mandare soldi a casa risparmiando sulle tariffe di compagnie tipo MoneyGram, ma ormai è per telefono che vengono pagati anche la maggior parte degli stipendi, nonché ogni genere d'acquisto. In più il telefonino permette anche di prendere a prestito piccole somme di denaro a un tasso inferiore a quello proposto dai numerosi prestasoldi di strada. “Non c'è bisogno di andare a fare la coda in banca, spiega Doris Obondo, un'impiegata ventunenne di Nairobi. Verso la fine del mese, quando il mio stipendio finisce, prendo un prestito da M-Shwari (la Zaad keniana). Una sera non avevo da mangiare e ho chiesto 200 scellini (poco più di 2 dollari), che ho poi rimborsato un mese dopo pagandone 215.
Mi chiederai perché abbia tenuto a informarti sul commercio telematico nel Somaliland. Beh, coi tempi che corrono qui da noi, mi sembra ora che incominciamo a prepararci, no?...