Una pubblicità di Zaad
Basta. È inutile
che continui a lamentarti di non avere notizie fresche sul Somaliland
se poi non leggi il Globe and Mail.
Ti chiedi perché dovresti leggere un quotidiano dal ridicolo titolo
di Globo e Posta?
Guarda, non cercare scuse. Intanto se il Globe and Mail
si chiama così è perché è nato nel 1936 dalla fusione del Globe
(1884) e del Mail and
Empire, che nel 1895 era nato
dalla fusione del Toronto Mail col
Toronto Empire.
Ringrazia quindi che il giornale non si chiami The
Toronto Globe and Mail and Empire
e vai avanti.
Il
Globe and Mail del 21
giugno scorso pubblicava un interessante articolo del suo inviato
speciale a Hargheisa, Geoffrey York. Come tutti ben sappiamo,
Hargheisa altro non è che la capitale del Somaliland, che è poi un
pseudo-Stato che nessun altro ha riconosciuto ufficialmente come
tale, nonostante uno dei suoi due motti ufficiali sia Giustizia,
Pace, Democrazia e Successo per tutti,
il che è una bella cosa (l'altro motto ufficiale è Non
c'è altro Dio all'infuori di Allah; Maometto è il suo profeta,
ma questa è un'altra storia).
Completata
questa breve introduzione resa necessaria dalla tua abissale
ignoranza, veniamo al dunque, che sarebbe poi questo: in un mondo
sempre più tecnologico nel quale i paesi più ricchi fanno la parte
del leone, il Somaliland è all'avanguardia assoluta nell'uso della
moneta elettronica, con una media di 34 pagamenti online al mese per
ognuno dei tre milioni e mezzo di somalilandesi. Certo, lo scellino
del Somaliland esiste, anche se ce ne vogliono ben 4.500 per
comprarsi un misero dollaro americano con su scritto In God We Trust. Ma le banche praticamente no. Pare ce
ne sia qualcuna a Hargheisa, ma se uno abita a Gabilei o a Buuhoodle
come fa? Semplice: si compera un cellulare e si fa un
bell'abbonamento a Zaad, che è poi una filiale della compagnia
telefonica Telesom.
Può
sembrarti strano che esista una rete di telefonia mobile in un paese
così povero, ma i telefonini sono una realtà ormai ben radicata in
ogni angolo d'Africa. E non resisto alla tentazione di raccontarti un
aneddoto.
Mi
trovavo a Pointe Noire, città petrolifera del Congo Brazzaville. Il
direttore del Centre Culturel Français
mi ha proposto la sua 4x4 con tanto di autista per farmi un giro
fuori città una domenica mattina, consigliandomi di andare a
mangiare in un ristorantino su un'isoletta nell'estuario del fiume
Congo. Detto fatto, dopo un 'oretta di strade sterrate, sono arrivato sui
bordi del grande fiume, in un posto deve le uniche cose visibile
erano tre o quattro capanne, un paio di piroghe sfondate e un bambino
di dieci anni che giocava sulla spiaggetta. In mezzo al fiume c'era
l'isola e al momento del mio arrivo c'era una piroga a motore che
spariva dietro l'isola. Ho chiesto al bambino se quella fosse la
piroga che dovevo prendere per andare a mangiare. Risposta positiva.
“E quando torna qua?”, l'ho incalzato. “Per farla tornare devi
telefonare”, mi ha risposto. Mi è subito venuto da fargli notare
che eravamo in un punto sperduto del delta del Congo, in mezzo al
niente, e non in via Garibaldi, a Sesto San Giovanni. Ma lui, che già
l'aveva notato, mi ha chiesto se avessi un telefonino e, soddisfatto
della mia risposta positiva, mi ha dettato un numero. Ho chiamato e
cinque minuti dopo ho visto riapparire la piroga, manco fosse stata
un radiotaxi torinese.
Ma
torniamo al Somaliland. Lì, come ovunque in Africa, quasi tutti
hanno un telefonino. E il commercio telefonico ha ridotto
drasticamente il livello di criminalità, visto che di soldi da rubare ce n'è sempre meno. “Il
sistema è estremamente semplice e sicuro
— ci informa il Globe and Mail.
— Chi ha un abbonamento paga occasionalmente un po' di
soldi a Telesom e poi li usa per pagare telefonicamente i negozianti.
Per effettuare un pagamento basta digitare un numero di tre cifre e
un codice PIN di quattro, seguito dal numero Zaad del venditore e
dalla somma da pagare. Tutti i commercianti, anche quelli che vendono
per strada, hanno il loro numero Zaad bene in vista. In un attimo sia
il venditore che l'acquirente ricevono un SMS di conferma del
pagamento ed ecco che la transazione è fatta.”
Mustapha
Osman Guelleh, responsabile della Coca-Cola locale, spiega che più
dell'80% delle transazioni della compagnia vengono fatte così e che
in questo modo non c'è più rischio di furti. Quanto ad Adan Abokor,
attivista democratico, dice che se uno dei suoi figli vuole comprarsi
un panino, “io
gli mando i soldi con Zaad e lui li riceve immediatamente.”
Lo stesso Abokor spiega anche che tra le ragioni dello sviluppo della
telefonia mobile nel suo Paese ce n'è anche una culturale: “La
società somala si basa su una cultura orale, per questo tutti hanno
bisogno di un telefonino.”
Il
paese africano con più telefonini per abitante è il vicino Kenya,
dove la principale compagnia telefonica si chiama Safaricom.
All'inizio il telefonino era usato soprattutto dagli emigranti che
volevano mandare soldi a casa risparmiando sulle tariffe di compagnie
tipo MoneyGram, ma ormai è per telefono che vengono pagati anche la
maggior parte degli stipendi, nonché ogni genere d'acquisto. In più
il telefonino permette anche di prendere a prestito piccole somme di
denaro a un tasso inferiore a quello proposto dai numerosi
prestasoldi di strada. “Non c'è bisogno di andare a fare
la coda in banca, spiega Doris
Obondo, un'impiegata ventunenne di Nairobi. Verso la fine
del mese, quando il mio stipendio finisce, prendo un prestito da
M-Shwari (la Zaad keniana). Una sera non avevo da mangiare e ho
chiesto 200 scellini (poco più di 2 dollari), che ho poi rimborsato
un mese dopo pagandone 215.”
Mi
chiederai perché abbia tenuto a informarti sul commercio telematico
nel Somaliland. Beh, coi tempi che corrono qui da noi, mi sembra ora
che incominciamo a prepararci, no?...