Volevo scrivere un post sulla
rielezione di Napolitano. Ma non sono un commentatore politico. Sono
solo uno come tanti, che ha appena assistito, allibito, a un'indegna
sceneggiata.
Sono uno che non cerca nemmeno più di
capire perché ha l'impressione che non ci sia più niente da capire.
Mi viene in mente il vecchio slogan, fermate il mondo, voglio
scendere.
Sono assordato da tutti quelli che
vogliono continuare a farmi credere di avere capito tutto.
Sono stanco.
Non sono nemmeno deluso. Sono allibito.
Spero che non mi chiami nessuno
dall'estero per chiedermi di spiegargli. Non saprei cosa dire.
L'altro
giorno, in Francia, mia figlia mi chiedeva di spiegarle Grillo. Ma
come fai a spiegare uno che parla di colpo di Stato, che vuole i suoi
per strada “a milioni”
e che, siccome c'è un colpo di Stato, decide di partire in camper da
Udine per andare a Roma? Uno che dice “spargete
il Verbo”,
manco fosse nato in una grotta di Betlemme? Uno che dice “qui
o si fa la democrazia o si muore come Paese”,
manco fosse partito in barca da Quarto verso Marsala? Uno che poco
dopo dice che, beh, magari c'è un colpo di Stato, però scusate, col
camper arriverò a Roma solo a notte fonda, quindi ci vediamo domani?
Mi ritrovo ad essere d'accordo con
Nicola Porro, il giornalista del Giornale,
che ieri sera in televisione diceva che chi ha vinto sono i
conservatori, quelli di destra come quelli di sinistra. Ma te lo
immagini, essere d'accordo con Nicola Porro?
Sono
stanco.
Stamattina
sul giornale ho visto l'unica foto emblematica di tutto ciò che è
successo, un primo piano di Berlusconi che se la gode come un grillo
(scusa il gioco di parole, ma ci sta) per essere riuscito,
praticamente senza muovere un dito, a sfasciare gli avversari
politici e a ritrovarsi in una posizione di forza.
Grillo
e Berlusconi. Ormai sembrano esistere solo loro due, come i due
fuochi di un'improbabile ellisse. Se molto li divide, altrettanto li
accomuna: il populismo, innazitutto; la capacità di parlare
inebriando e portando l'ascoltatore alla rinuncia spontanea a
qualsiasi senso critico; la concezione padronale della politica (il
partito sono io); ma soprattutto la straodinaria facoltà di
accelerazione continua, che evita, all'uno come all'altro, di rendere
qualsiasi conto. Che poi la palese malafede di Berlusconi possa
essere superiore a quella di Grillo è secondario. Ciò che conta,
per l'uno e per l'altro, è la forma, ben più che la sostanza.
Entrambi possono dire tutto e il contrario di tutto, va sempre bene,
visto che ciò che li lega ai loro “popoli” rispettivi non è mai
un ragionamento, ma qualcosa di più primitivo, come un mal di
pancia.
Sul
giornale di stamattina c'era anche un'altra foto, quella di Bersani
che si tiene la testa, non si sa bene se definitivamente abbattuto o
momentaneamente sollevato. Un uomo comunque che già non c'è più e
che forse non c'è mai stato. Non so se Bersani abbia finito col
capire che non aveva capito niente, ne dubito. Ma quell'immagine dà
un'impressione di incredulità, come di uno che non può proprio
guardare le cose in faccia, che non ce la fa ad accettare di aver
provocato quel cumulo di macerie. Accanto a Bersani, Pirro è un
dilettante.
E poi
mi dico che tutto questo ha qualcosa di pateticamente ridicolo. Mi
dico che tutta questa gente che passa ore ed ore a spiegarmi in
televisione il perché e il per come di cose tanto assurde altro non
è che una coorte di rane che si prendono per buoi. Panta
rei hos potamós,
tutto scorre come un fiume anche mentre questi cercano di convincermi
di verità di pietra. Nuove ideologie contro vecchie ideologie. Nuove
assicurazioni contro vecchie promesse non mantenute. Nuove esegesi
contro vecchie epistemologie. Nuovi tribuni contro vecchi marpioni.
Se
fossi uno che ama passeggiare in campagna andrei a passeggiare in
campagna. Invece sono qui, davanti al computer. Ma continuo a
guardare fuori dalla finestra. Vedo vecchie mura etrusche, con la
torre del Cassero. Vedo un pezzo di cielo con le nuvole che passano.
Vado
a farmi un risotto. Sono stato in Francia per un mese e adesso ho
voglia di risotto. Col Carnaroli. E forse dopo anche un po' di
ricotta con il miele. Magari dopo mi sentirò un po' meno stanco.