giovedì 10 febbraio 2011

Di un giovane in ascesa

Renzo Bossi, politico padano

Il giovane Renzo Bossi, quello che non tifa Italia ai mondiali di calcio, che dice di non voler “provare né culattoni né droghe”, che si è diplomato al terzo tentativo e che ora guadagna la sua dozzina di migliaia di euro al mese in qualità di membro del consiglio regionale della Lombardia, ha presentato ieri la sua prima proposta di legge regionale. Gli è andata alla grande: legge approvata con 62 voti a favore e nessun contrario.
Peccato che il baldo giovane ingiustamente conosciuto come Il Trota non si sia limitato a leggere il discorsetto che qualcuno gli aveva scritto, ma si sia lasciato andare a un'intervista della quale il sito di Repubblica TV mostra un breve estratto (http://tv.repubblica.it/copertina/il-trota-esordisce-come-relatore-in-regione/61649?video=&pagefrom=1&ref=HRESS-13). Ecco cosa dichiara l'erede padano:
Diciamo che incrementando l'educazione, soprattutto nelle scuole, dove magari iniziano queste piccole (incomprensibile), magari col bullismo, tutti questi eventi che si vivono quotidianamente anche tramite i giornali, si possa disincentivare quella che è la ricerca di magari i giovani che possano aderire alle organizzazioni criminali”.

Quali conclusioni possiamo trarre da tale sfoggio retorico?
  1. La maturità non gli andava data nemmeno la terza volta.
  2. Tutte le specie ittiche, trote comprese, hanno avuto ragione di starsene zitte per vari milioni di anni.
  3. La padania (che da natìo della ridente Lombardia mi rifiuto di scrivere con la P maiuscola) è destinata ad un futuro politico brillante quanto la fotografia di un pezzo di carbone vista in un tunnel ferroviario in una notte senza luna.
  4. Andiamo a farci un caffé, va'...