sabato 27 marzo 2010

Del cazzillo

Da anni uso la parola "cazzillo" quando voglio parlare di un coso, di un robo, di un aggeggio. Grande è stata la mia sorpresa quando, la settimana scorsa, mia nipote Irene mi ha detto che il cazzillo è una specialità siciliana. Potevo forse fare a meno di bloggarne la ricetta? No!

CAZZILLI, per 4 persone.
Ingredienti: 1kg patate, 1 spicchio aglio, 1 ciuffo prezzemolo, 2 uova, pane grattugiato, olio, sale pepe.
Bollire le patate, sbucciarle, passarle allo schiacciapatate (strumento peraltro bellissimo). Aggiungere prezzemolo, aglio, sale e pepe. Fare raffreddare. Formare piccole crocchette ovali, passarle negli albumi sbattuti e nel pane grattugiato, friggerle in abbondante olio. Scolarle su carta assorbente. Papparsele con gusto.

Detto questo, il cazzillo, non è noto solamente ai buongustai siculi ma anche ai sommozzatori, siculi o no che siano. Trattasi infatti di una "boa di decompressione gonfiata sott'acqua dal subacqueo subito prima della risalita" e di forma cilindrica tale da farla chiamare, appunto, cazzillo.

A voi quindi la scelta: la prossima volta che vorrete dire cazzillo avrete la possibilità di dire crocchetta di patate, oppure boa di decompressione gonfiata sott'acqua dal subacqueo subito prima della risalita. Io credo che opterò per la seconda possibilità.

martedì 23 marzo 2010

Della superiorità dell'Occidente

Nel 2001, quando non parlava ancora di vincere il cancro in tre anni, Berlusconi si occupava dei rapporti tra Occidente cristiano e paesi islamici. Il 25 settembre, in visita ufficiale a Berlino,  l'Aquila di Arcore dichiarava in particolare che "l'Occidente deve avere la consapevolezza della superiorità della sua civiltà." Qualche giorno dopo pubblicai un articoletto che ora ho ritrovato per caso su internet e che mi pare sempre d'attualità. Eccolo qua.


Il prode palazzinaro di Arcore, Signore dell'etere, del campionato di calcio, di supermercati, autogrill e case editrici, snidatore di comunisti proditoriamente celati sotto le mentite spoglie di giornalisti dell'Economist (e soprattutto, aggiungo oggi, della Repubblica), imprenditore trasparente, lucido pensatore, entusiasta difensore delle libertà (che nel suo caso fanno anche un po' rima con eia eia alalà), vittima di vili complotti, consumatore di vagoni di Colgate e di container di Brillcream, ha recentemente dato un nuovo orgoglio alle nostre povere esistenze d'italioti sottolineando, con indiscussa grazia e ineccepibile eleganza, l'innegabile superiorità della nostra civiltà su tutte le altre. Parendomi doveroso non lasciarlo solo in questa nobile impresa, vorrei sottomettervi alcune citazioni tratte dal Dictionnaire de la bêtise di Guy Bechtel et Jean-Claude Carrière, atte a farlo sentire un po' meno incompreso, il poverino.

  • Arthur Brauswetter, in Der Tag, 1916: "Nel Cristo tutto è tedesco, fino all'osso"
  • Roger Deleplanque, in Le petit bleu, 1939: "Sì, Dio è Francese"
  • Dottor Maurice Adam, ne La tradizione celtica e i suoi avversari: "Non solo Gesù non avrebbe dovuto nascere ebreo, ma moralmente è, come uomo, l'esempio stesso del celta"
  • Monsignor de Quélen, arcivescovo di Parigi, nei primi anni del Novecento: "Non solo Gesù Cristo era figlio di Dio, ma anche da parte di sua madre era di ottima famiglia"
  • Dottor Celticus, ne Le diciannove tare ereditarie visibili per riconoscere un ebreo, 1903: "L'ebreo sorride sempre. Sorride sotto gli insulti, sotto i colpi; ma soprattutto quando imbroglia qualcuno"
  • Dal Flynt Daily Herlad, 1921: "Un individuo che, nel XX secolo, crede all'evoluzione, non è degno di far parte della specie umana. Il fatto che il sole si alzi a est ogni mattina e si corichi a ovest ogni sera è, per la maggior parte di noi, una prova sufficiente dell'esistenza di Dio. Perché ogni tanto non si corica a nord, per cambiare? Semplicemente perché Dio non lo vuole"
  • Conte di Gobineau, nel Saggio sull'uguaglianza delle razze umane: "L'Occidente è sempre stato il centro del mondo"
  • Da Le cri de Paris, 1930: "Le grandi città marciano verso occidente, nel senso delle lancette dell'orologio"
  • Leone X, 1520: "È eresia insegnare o credere che bruciare gli eretici sia contrario alla volontà dello Spirito Santo"
  • Dall'Evening star di Baltimora, 1925: "Due uomini sono stati condannati a trenta giorni di prigione e un negro a sei mesi"
  • Pio IX: "L'insegnamento della filosofia fa bere ai giovani fiele di drago nel calice di Babilonia"
  • Pio XI: "Spiritualmente siamo dei semiti"
  • Edouard Drumont, ne La Francia ebrea, 1886: "Tutti i protestanti sono mezzi ebrei"
  • Warren Austin, rappresentante americano all'ONU, 1948: "Ebrei e arabi devono risolvere i loro problemi in un autentico spirito cristiano"
  • Fernandez de Oviedo y Valdez, 1535: "Chi può negare che usare la polvere da sparo contro i pagani è come offrire dell'incenso a Nostro Signore?
 W la patafisica!

lunedì 22 marzo 2010

Morte di un hard disk

Tre settimane fa mi è morto l'hard disk. Cose che capitano, mi direte. Pare che 2 a 3% degli hard disk muoiano così, di una specie d'infarto.
Mi sono incazzato moltissimo. Mi sono dato dell'imbecille per non aver salvaguardato almeno i file più importanti. Ma non è stato quello il peggio.
Il peggio è stato rendermi conto della mia dipendenza da quel chilo e rotti di plastica e metallo chiamato MacBook. Ho avuto l'impressione di non essere più in contatto col mondo. Come se il mondo fosse stato dentro quello stupido schermo ormai nero. Mi sono svegliato di notte dicendomi che mi era morto l'hard disk, manco fosse stato il mio migliore amico o un parente stretto.
Ma siamo davvero tanto impazziti? Mioddio...
Adesso il mio vecchio hard disk è in un laboratorio dove sconosciuti in camice bianco cercano di leggerli dentro le budella e mi faranno poi pagare uno stonfo. Ho un hard disk nuovo e il mondo non è più solo. Ma mi sento come ci si sente dopo aver realizzato la distesa della propria stupidità.

venerdì 19 marzo 2010

Paolo e la panettiera

Stamattina alle otto volevo comprare il giornale ma Paolo non aveva ancora aperto il negozio. Paolo certe volte apre un po' in ritardo perché prima viene, poi va a distribuire i giornali in giro per  caffé e forse anche a casa di gente.
Comunque sia, io aspettavo, quando dal vicolo di fronte è sbucata una Panda verde. Al volante c'era una donna bionda che mi ha fatto un grande sorriso e mi ha salutato con la mano. Non l'ho riconosciuta subito a causa dei riflessi sul vetro, ma poi ho visto che era la panettiera.
Io dalla panettiera non ci vado quasi mai perché il pane me lo faccio in casa. Ci vado solo ogni tanto per prendere dei cantucci, o dei biscotti con le pepite di cioccolato. Un giorno le ho detto che il pane me lo facevo in casa e lei m'ha risposto "Bravo! Fai bene!" e m'ha pure regalato un bel pezzo di focaccia. Allora le ho detto che il primo abitante del posto che avevo incontrato quando sono venuto ad abitare qui, meno di due anni fa, era stato suo marito, che adesso è morto, e che mi aveva fatto visitare il retrobottega col bel forno a legna. Abbiamo chiaccherato un momentino e le ho detto che anch'io, anni fa, avevo perso la persona che amavo. Da allora mi accoglie sempre con un grande sorriso e mi regala un pezzo di focaccia.
È anche per cose come queste che amo vivere qui.

martedì 16 marzo 2010

Come sposarsi quando non si è italiani

Trentasei anni fa ho sposato una francese. Trentacinque anni fa sono andato ad abitere in Francia. Trent'anni fa sono diventato cittadino francese. Ventun'anni fa ho divorziato.
Quando ho deciso di diventare francese sono andarto al consolato italiano e ho chiesto: "Non è che diventando francese perderò la cittadinanza italiana?" "Noooo", mi hanno risposto.
Sono passati gli anni. Vivendo in Francia avevo una carta d'identità e un passaporto francesi. Dei documenti italiani non me ne sono più occupato, non mi servivano.
Una quindicina d'anni fa mia figlia, che ovviamente ha la doppia nazionalità, è andata al consolato italiano di Marsiglia a chiedere un passaporto e ha scoperto che sia lei che suo fratello che sua madre avevano la doppia nazionalità (com'era logico), mentre io avevo perso quella italiana. La cosa mi ha fatto molto incazzare, ma non ci ho più pensato.
Sono passati altri anni. Sei mesi fa ho deciso di risposarmi qui in Italia. E sono cominciati i guai.
Per sposarmi ho bisogno di un nulla osta del consolato francese. Vado al consolato più vicino (Firenze) e lo chiedo. Mi dicono: "Ma lei è francese?" "Certo", e faccio vedere il mio passaporto. Il passaporto non basta, ci vuole la carta d'identità. Ma io non ce l'ho più, da molti anni, non l'ho fatta rinnovare perché non ne vedevo l'utilità, visto che mi servivo sempre del passaporto.
Errore: ci vuole la carta d'identità. "E me la potete fare voi?", chiedo. "No, deve chiederla a Nantes, dove sono centralizzate tutte le informazioni riguardanti i francesi nati all'estero".
La chiedo a Nantes. "Ma lei è francese?" "Certo: ho anche avuto una carta d'identità, anni fa." "Anni fa? Sì, però allora noi non registravamo l'atto di nascita. Abbiamo bisogno di un suo atto di nascita integrale e tradotto da un traduttore riconosciuto dalla nostra ambasciata in Italia."
Intanto, visto che ormai vivo in Italia, chiedo anche una carta d'identità italiana come residente straniero. Per farmela, visto che sono nato italiano, hanno bisogno di una dichiarazione di perdita di nazionalità italiana. Dove posso ottenerla? Al consolato italiano di Marsiglia.
Vado a Marsiglia. "Noi quel certificato non glielo possiamo fare, deve chiederlo al Tribunal d'instance di Aix-en-Provence.
Telefono al Tribunal d'instance. "Guardi, non siamo più noi che facciamo quei certificati, deve chiederlo al tribunale a Parigi".
Telefono a Parigi. "Guardi che quel certificato deve darglielo il suo consolato." "Ma loro dicono di no." "E invece sì. Torni lì e gli dica che ha parlato con noi."
Torno al consolato. "Senta, le ho già detto che noi quel certificato non glielo possiamo fare. Lavoro qui da vent'anni, non vorrà venire lei a insegnarmi il mio mestiere? (ecc...)."
Richiamo Parigi. "Noi possiamo anche anche farglielo, ma deve contare sei mesi. Ne abbiamo migliaia in attesa."
Torno in Toscana. Spulcio su internet la convenzione europea sulla doppia nazionalità e i vari documenti connessi. Per fortuna qui in comune il signor Pellegrini è molto gentile e mi dice che la carta d'identità me la può fare con il mio certificato integrale di nascita, che devo chiedere a Lodi, e sul quale ci dovrebbe esere tutto.
Telefono a Lodi. Verificano sul computer e scopro che per loro io mi sono sposato a Milano (il che è inesatto, visto che mi sono sposato in un altro posto) e che non ho mai divorziato. Probabilmente non avevo pensato, visto che ero ormai cittadino francese, a far registrare il mio divorzio al consolato italiano di Marsiglia.
Telefono all'avvocato che si è occupato del mio divorzio, che nel frattempo ha cambiato indirizzo. Il certificato di divorzio devo chiederlo al comune dove mi ero sposato.
Chiamo il comune dove mi ero sposato (in Francia). Ci vado, ottengo il certificato di divorzio, lo mando a Lodi, ottengo il mio atto di nascita integrale. Torno in Toscana, mi fanno la carta d'identità italiana e un certificato di residenza.
Vado a Firenze a farmi tradurre il certificato di nascita e quello di residenza in francese. Li mando a Nantes con altri documenti di cui non mi ricordo neanche più.
 Non succede niente per oltre due mesi.
Cerco di telefonare a Nantes per avere informazioni, ma il solo numero di telefono disponibile è uno di quelli speciali che si possono chiamare solo dalla Francia. Faccio chiamare da un'amica francese. Rifiutano di darle un numero di telefono accessibile dall'estero, ma accettano, bontà loro, di darle un indirizzo mail.
Scrivo una mail. Mi rispondono che mi hanno mandato una lettera quasi due mesi prima, chiedendomi altri documenti. Generosamente mi danno anche un numero di telefono accessibile dall'Italia.
Chiamo, chiedo dove mi hanno mandato la lettera. L'hanno mandata a nome mio al consolato francese di Roma (!). Ma come? Ma se io vi avevo spedito tutto quello che mi avevate chiesto in un plico con una bella letterina su carta intestata col mio indirizzo in Italia?... Mistero.
Chiamo Roma. Hanno la lettera, dicono che aspettavano che andassi a ritirarla. Ma se non sapevo nemmeno che esistesse! Va bene, me la manderanno il giorno stesso a casa.
Passano due settimane, la lettera non arriva.
Richiamo Nantes: la lettera da Roma non arriva, potreste rimandarmela voi?
La lettera finalmente arriva. Mi chiedono il certificato di nascita di mia madre e quello di mio padre.
Mia madre è nata in provincia di Pavia, mio padre in Germania in quella che era allora una cittadina ma che oggi è solo una periferia di Wuppertal. Guardo il sito della città di Wuppertal. È tutto in tedesco e non ci capisco niente. Richiamo Nantes. "Non è che vi basterebbe il certificato di decesso di mio padre?" Accettano. Mio padre è morto in Piemonte.
Vado in provincia di Pavia a farmi fare il certificato di nascita di mia madre, vado in Piemonte a farmi fare il certificato di decesso di mio padre, spedisco il tutto.
Dopo tre settimane, tempo brevissimo, ricevo il mio certificato di nascita francese.
Chiamo il consolato di Roma: "Allora posso venire per il nulla osta? Così magari ne approfitto per farmi fare anche una carta d'identità" Per il nulla osta mi chiedono il formulario di domanda di matrimonio (che mi avevano dato a Firenze) compilato e firmato sia da me che da Elena, il mio atto di nascita francese, la fotocopia della carta d'identità di Elena, quella del mio passaporto, un mio certificato di residenza e l'atto di nascita integrale di Elena. "E per la carta d'identità?" "Le passo il servizio competente."
Me lo passano. "Ma lei è registrato al consolato?" "Sì, ho firmato un documento al consolato di Firenze." "A noi non risulta." Ma come non vi risulta?! "Guardi, facciamo così: chiamo Firenze e la richiamo."
Mi richiamano. "Lei ha sì firmato un documento, ma non ha fornito l'atto di nascita francese, quindi non è registrato." Me ne ero scordato. Grazie, chiamo io direttamente Firenze.
Chiamo Firenze. Il certificato di nascita ce l'ho. "Bene. Allora possiamo occuparci noi di tutto, nulla osta per il matrimonio e carta d'identità. Mi deve solo portare il certificato di nascita francese, il formulario di richiesta di nulla osta compilato e firmato da lei e dalla sua fidanzata, l'atto di nascita integrale della sua fidanzata, le fotocopie dei vostri documenti, i vostri certificati di residenza, un certificato contestuale per la sua fidanzata e due fotografie sue (dimensioni 35x45, su fondo blu o grigio, con la faccia che, dal mento alla cima dei capelli, deve misurare tra 32 e 36 mm.), senza occhiali e senza sorriso." A parte che io i capelli non ce li ho e che il mento è invisibile sotto la barba, perché mai devo fornire tutti questi certificati per la mia fidanzata? Io vi chiedo un nulla osta per me, non il permesso per sposare quella data persona, che voi manco conoscete e di cui, francamente, non dovrebbe importarvi nulla. Mistero.
Ora manca l'atto di nascita integrale di Elena, che bisogna chiedere al comune di Sassari.
Ce la faremo? Chissà... E se invece di essere nato in Italia fossi nato nel Ruanda, o in Cambogia? Meglio non pensarci.