Per
motivi che scoprirai leggendo, avevo pensato di illustrare questo
post con un costume tradizionale albanese. Sono andato su Google
Image e quando ho digitato costume albanese
mi è venuta fuori questa foto. Non ho resistito.
Adesso passsiamo al post.
Mooolti
anni fa, la prima volta che andai in tournée in Finlandia, non persi
l'occasione di ridicolizzarmi in maniera tanto patetica quanto
vergognosa. Dopo un lungo viaggio in furgone da Aix-en-Provence a
Lubecca, mi ero imbarcato su un ferry destinato a solcare le fredde
acque del Mar Baltico. La traversata era lunga e obbligava i
passeggeri a dormire ben due notti a bordo. Vabbè, diciamo una notte
e mezza, visto che il cospicuo natante si lasciava dietro la banchina
a notte fonda.
Ma
come?, mi dirai, davvero ci vuole tutto quel tempo per andare dalla
Germania (allora Ovest) alla Finlandia? E sì, caro mio. Non
dimenticare che dopo essersi lasciato a babordo le isole danesi di
Lolland, Falster e Møn, il nordico navigatore deve passare a sud di
quella di Bornholm prima di avventurarsi in mare
aperto, tra la svedese isola di Gotland e la ridente Lituania, per
poi virare a tribordo all'altezza di un'altra isola, l'estone
Hiiumaa, cosa che gli permetterà di imboccare il golfo di Finlandia
e di ormeggiare infine nel porto di quella che i finnici chiamano
familiarmente Stadi (città),
oppure Hesa, grazioso
diminutivo di Helsinki.
Ma
non divaghiamo.
Arrivato
a Helsinki verso le 10 del mattino, mi ritrovai un paio d'ore dopo a
dare una conferenza stampa. Niente di male, mi dirai. E invece sì,
visto che a un maligno scribacchino locale venne in mente di
chiedermi cosa sapessi del suo nobile paese. Mmmhhh...
Confesso:
il primo nome che mi uscì dalla bocca fu quello di Keke Rosberg,
campione del mondo di Formula 1 nel 1982, a bordo di una stupida
Williams. Sgomento dei cronisti culturali locali. Occhiatacce.
Vergogna.
Poi
improvvisamente, da non so quale angolo recondito della memoria mi
uscì un nome che gridai a pieni polmoni: Kekkonen!!! Già, Kekkonen,
che di nome faceva Urho (ma io non lo sapevo) e che, anche se non era
più Presidente della Repubblica, lo era stato per 25 anni. E non chiedermi perché quel nome mi fosse rimasto in testa; non ne ho la più pallida idea.
Ma
nemmeno Kekkonen bastò a farmi sentire meno stupido. Come avevo
potuto andare in tournée in un paese dove non ero mai stato senza
prima informarmi un po'? Come avevo potuto non conoscere le sette
sinfonie di Sibelius, le opere architettoniche di Alvar Aalto, i
libri di Mika Waltari, o i quadri simbolisti di Magnus
Enckell? Eh? Come
avevo potuto?
Quel
giorno mi ripromisi di non ritrovarmi mai più in una situazione
tanto imbarazzante.
Ora,
in occasione di un viaggio in Albania per assistere al matrimonio di
due amici, albanese lei, barese lui, viaggio nel quale farò parte di
una combriccola di residenti di Siena e dintorni, mi sono detto che
avrei fatto opera di bene offrendo a tutti
alcune informazioni indispensabili su quel misterioso paese, ovvero
l'antica Arbëria, che
gli abitanti del luogo chiamano oggi Shqipëria.
- Innanzitutto l'Albania è la culla della civiltà illirica, così chiamata dal nome di Illyrius, figlio di Cadmo (fratello di Europa) e di Armonia (figlia di Ares e Afrodite). È un paese montagnoso che vanta un record invidiabile: ha il più grande numero di bunker pro capite al mondo. Quanti siano questi bunker non si sa, ma si sa che a costruirli fu quel patetico coglione di Enver Hoxha, che del paese fu il padrone incontestato per 29 anni. Le cifre variano da 175.000 a 750.000, il che, per un paese di meno di tre milioni di anime, fa nel migliore dei casi un bunker ogni 17 abitanti e nel peggiore un bunker ogni 4. Infatti due sono i ricordi principali che ho di una tournée in quella parte del mondo negli anni '80: 1) sulle strade di montagna c'era un bunker a ogni curva; 2) sulla piazza principale di Tirana, la Piazza Scanderbeg (Sheshi Gjergj Kastrioti Skënderbeu nell'idioma locale), varie bancarelle vendevano piccoli bunker in alabastro ai rari turisti di passaggio.
- Avendo citato il nome di quella piazza, è bene sapere che Giorgio Castriota, detto Scanderbeg (dal turco İskender beğ, Nobile Alessandro, in riferimento ad Alessandro il Macedone), patriota del '400, è l'eroe nazionale albanese. È ancora più importante poter segnalare a un eventuale autoctono ostile, che la dimostrazione più eclatante della spontanea amicizia di noi italiani verso gli albanesi sta nel fatto che l'Italia ha messo proprio in piazza Scanderbeg, a Roma, uno dei musei dei quali il nostro popolo s'inorgoglise maggiormente: lo splendido Museo nazionale delle paste alimentari, che ho personalmente già visitato più volte con estrema goduria.
- L'aeroporto nel quale sbarcheremo sarà il Nënë Tereza, ovvero Madre Teresa, nota superstar locale nonostante abbia passato 68 dei suoi 87 anni in quel di Calcutta.
- Il lago di Ocrida (İskender beğ) sulle rive del quale ci lasceremo andare al consumo di vergognose quantità di raki, l'acquavite nota dall'Albania alla Turchia, che i turchi però allungano ignominosamente con acqua mentre i prodi discendenti degli Illiri consumano pura, è il più antico d'Europa, visto che esiste da un milione di anni, cioè da ben prima dell'arrivo di un qualsiasi bipede di tipo umanoide in quell'angolo del vecchio continente.
- Per acquistare anche solo un paio di carinissimi bunker di alabastro, che poi faranno un figurone su una mensola del nostro salotto, dovremo cambiare un po' di euro in lek, la valuta locale. Vedendoci offrire circa 1330 lek per dieci miserabili euro non mancheremo di versare una lacrimuccia nostalgica pensando alle nostre passate lire, ma ci consoleremo constatando che sulla moneta da 1 lek c'è un simpatico pellicano, uccello che in passato abbondava nel paese. Oggi, ahimé, ne rimangono pochi, in particolare sul Piccolo Lago Prespa (da non confondersi con il Grande), poco più di 4 chilometri quadrati del quale sono in territorio albanese, mentre i restanti 42,6 se li tengono stretti quei puzzoni di greci.
- Qualora la conversazione con un autoctono dovesse languire, potremo sempre vantare la bellezza incontaminata del Monte Korab, anche se probabilmente non sarà visibile dal lago di Ocrida, vista la sua modesta altitudine di 2169 metri — pur sempre superiore di 135 metri a quella del municipio di Sestrière. Parlando del Monte Korab, tralasceremo educatamente di ricordare che una parte dei suoi pendii sono ancora oggi zone minate, in seguito agli scontri che opposero meno di vent'anni fa l'esercito macedone a delle bande armate albanesi.
- In alternativa potremo sempre estasiarci al ricordo della lettura del Palazzo dei sogni o del Generale dell'armata morta di Ismail Kadare, evitando elegantemente di segnalare come la pallosità di quei due libri ci abbia portato ad abbandonarli rispettivamente a pag. 32 e a pag. 15.
Ecco,
mi pare che con queste informazioni dettagliate possiamo partire
tranquilli.
Ah,
no, un'ultima cosa: dov'è il bagno, per piacere?
si dice ku është banjo, për kënaqësi?
(con
l'accento sulla a di kënaqësi).
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