sabato 16 settembre 2017

Meglio del Nobel


Nella città di Cambridge, Massachusetts, sulla riva opposta del fiume Charles rispetto a Boston, c'è l'Università di Harvard. Tra Cambridge street e Kirkland street c'è il Sanders Theatre, costruito nel 1875 e ispirato al famoso Sheldonian Theatre di Oxford. Il Sanders è famoso per la sua acustica e ospita regolarmente concerti e vari altri spettacoli ai quali possono assistere 1.166 spettatori.
Ma due giorni fa, il 14 settembre, gli spettatori non erano lì per un semplice spettacolo, ma per qualcosa di molto più importante: la cerimonia di premiazione dei laureati del Premio Ig Nobel 2017. L'Ig Noble (che in inglese si pronuncia ignoble, cioè ignobile) premia ricerche che prima fanno ridere e poi fanno pensare (anche se, a mio modesto parere, tendono a fare molto più ridere che pensare). Ogni laureato ha ricevuto, oltre ai dovuti onori, un premio in denaro: una banconota dello Zimbabwe da dieci trilioni di dollari. È vero che quella banconota non ha più corso legale dal 12 aprile 2009, anche perché, tanto per fare un esempio, nel solo luglio del 2008 l'inflazione zimbabweana era stata del 250.000.000%; altrettanto vero però è che oggi quella stessa banconota è vendibilissima a un qualsiasi mercatino delle pulci per ben 3 dollari americani.
La cerimonia dell'altro ieri è visibile integralmente qui, ovviamente in inglese. Il tema della serata era quello dell'incertezza, caro a Werner Heisenberg. Ma ciò che più mi ha interessato, a parte ovviamente l'attribuzione dell'Ig Nobel per la cognizione a quattro ricercatori italiani (Matteo Martini, Ilaria Bufalari, Maria Antonietta Stazi e Salvatore Maria Aglioti) che hanno dimostrato che molti gemelli monozigoti non riescono a riconoscersi l'uno dall'altro in foto, sono stati i numerosi riferimenti a due capisaldi del sapere del XX secolo, troppo spesso sottostimati, quando non addirittura ignorati: l'effetto Dunning-Kruger e il principio di Peter. Se già li conosci e già sai quanto siano fondamentali nelle nostre società sviluppate, vatti pure a fare quattro passi, ché non mi offenderò. Ma se li ignori, ah!, se li ignori, allora questo è il tuo giorno fortunato.
Incominciamo dal Dunning-Kruger, ovvero da due psicologi americani, David Dunning e Justin Kruger.
I due compari partirono dal caso di un certo McArthur Wheeler, che un mattino del 1995 decise di rapinare una banca. Siccome abitava a Pittsburgh, decise di rapinare una banca di Pittsburgh, ché gli veniva comodo. Ma naturalmente il nostro rapinatore in erba non ignorava che ogni banca degna di questo nome è munita di telecamere di sorveglianza. Come procedere? Semplice: si dipinse la faccia con del succo di limone. Il suo ragionamento fu questo: se da bambino, volendo mandare un messaggio criptato a un amico, lo scrivevo usando succo di limone invece che inchiostro, informando poi l'amico che bastava scaldare il foglio per leggere il messaggio, spennellandomi la faccia di succo di limone la renderò invisibile alle telecamere. Wheeler era così sicuro del suo piano che non derubò una, ma due banche nella stessa mattinata. Il giorno stesso la polizia diede alcune immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza a una stazione televisiva locale e nel giro di un'ora qualcuno riconobbe il rapinatore, che, con sua grande sosrpresa, fu arrestato prima di cena.
Dunning e Kruger studiarono non solo il comportamento di Wheeler, ma anche quello di molte altre persone che avevano la tendenza a sopravvalutare le loro capacità e la loro intelligenza e nel 1.999 pubblicarono un articolo intitolato Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One's Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments (Incapace e inconsapevole di ciò: come le difficoltà a riconoscere le proprie incompetenze portino a un'autovalutazione gonfiata).
Il punto è questo: chi è incompetente in un dato campo, spesso manca anche delle competenze cognitive che potrebbero fargli notare la sua incompetenza.
Il corollario è invece che (quasi) altrettanto spesso chi è competente in un dato campo tende a sottovalutarsi, pensando che la sua competenza sia una cosa normale e accessibile alla maggior parte della gente.
Medita, lettore. Medita.
Il secondo caposaldo del sapere citato durante la cerimonia è il cosiddetto principio di Peter, noto anche come principio d'incompetenza. Tre assiomi riassumono questo principio, il cui autore è stato lo psicologo canadese Laurence J. Peter:
  • in ogni gerarchia, un dipendente tende a salire fino al proprio livello di incompetenza;
  • con il tempo ogni posizione lavorativa tende ad essere occupata da un impiegato incompetente per i compiti che deve svolgere;
  • tutto il lavoro viene svolto da quegli impiegati che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza.
Più generalmente:
  • ogni cosa che funziona per un particolare compito verrà utilizzata per compiti sempre più difficili, fino a che si romperà.
E anche qui, amico mio, medita.
Ma vorrei citare anche due brevi interventi che si sono iscritti perfettamente nel tema della serata, cioè quello del principio d'incertezza di Heisenberg.
Prima ha parlato Jean Evans, vedova del Premio Nobel di chimica William Lipscomb (che in italiano sarebbe Guglielmo Pettine per Labbra, ma non importa). Ecco l'integralità del suo intervento:
Il principio d'incertezza di Heisenberg è molto famoso. Si chiama così dal nome del fisico tedesco Werner Heisenberg, che lo scoprì nel 1927.
55 anni dopo, nel 1982, ero a Lindau, in Germania, a una conferenza scientifica dove c'erano Premi Nobel, studenti e vari invitati. Eravamo tutti seduti a dei lunghi tavoli e proprio di fronte a me c'erano due Premi Nobel: una era Dorothy Hodgkin (che vuol dire Dorotea Parente del Contadino, ma neanche questo importa), di Oxford, e mio marito Bill Lipscomb, di Harvard. Un'anziana signora, molto elegante, è arrivata al nostro tavolo e si è seduta di fianco a me. Si è chinata e ha detto: "Sono la Signora Heisenberg." Mio marito l'ha guardata ed è sbottato: "Ne è certa?" (Applausi scroscianti. L'oratrice se ne va)
Il secondo breve intervento, sempre a proposito del principio di Heisenberg, ha visto al microfono Eric Maskin, Premio Nobel per l'economia 2007. Si è trattato di un intervento 24/7, durante il quale all'oratore viene permesso di spiegare la sua ricerca in 24 secondi e poi di rispiegarla in maniera comprensibile in 7 parole. In 24 secondi Maskin ha detto:
L'incertezza è al centro della vita economica. Cos'hanno in comune petrolieri, giocatori di poker e trader? I petrolieri scavano pozzi, i giocatori di poker cercano di capire il gioco degli altri e i trader si organizzano per sfruttare le incertezze altrui. Chi fa bene queste cose accumula profitti, mentre gli altri potranno sempre piangere.
Il riassunto in 7 parole:
L'incertezza è l'unica cosa certa. Forse.
(Lo so che in italiano le parole sono 8, ma in inglese Uncertainty is the only sure thing. Maybe. ne fa 7).
Ma come resistere alla tentazione di segnalare anche la presenza dell'australiano John Culvenor, vincitore dell'Ig Nobel di fisica nel 2008 per uno studio sulla quantità di forza necessaria per trascinare una pecora su varie superfici? E come passare sotto silenzio l'attribuzione dell'Ig Nobel per la pace a Milo Puhan, Alex Suarez, Christian Lo Cascio, Alfred Zahn, Markus Heitz e Otto Braendli, che si sono messi in sei per dimostrare che suonare regolarmente il didgeridoo costituisce un trattamento efficace contro la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno? E poi, cos'avresti detto se non avessi citato anche Matthew Rockloff e Nancy Greer, che hanno meritatamente vinto l'Ig Nobel per l'economia grazie a uno studio che dimostra come il contatto con un coccodrillo vivo influenzi la voglia di scommettere? E James Heathcote (cioè Giacomo Gabbia da Calore, ma adesso la smetto), che si è chiesto perché gli anziani abbiano grandi orecchie, scoprendo che le nostre appendici uditive crescono di ben 2 millimetri per decennio? E ancora, come non sottolineare la presenza di Deborah Anderson, che vinse l'Ig Nobel per la chimica nel 2008 per avere dimostrato che la Coca-Cola non è uno spermicida, ma che condivise quel premio con un'equipe che dimostrò che la Coca Cola è un eccellente spermicida?
Vabbè, ho capito. La smetto davvero. Non prima però di offrirti il link verso la pagina web sulla quale potrai trovare la lista completa di tutti i vincitori dell'Ig dal '91 a oggi.
W la scienza.