domenica 20 ottobre 2013

Un uomo piccolo piccolo

Un dormitorio a Birkenau

Dall'alto della mia più totale incompetenza sono un amatore di libri di matematica e di fisica. Ne leggo relativamente spesso. In questo momento mi sto pappando In Search of the Multiverse, di John Gribbing, del quale avevo già letto qualche anno fa In Search of Schrödinger's cat. Ottime letture.
Quando sono tornato in Italia, qualche anno fa, ho trovato in una libreria sassarese Penna, pennello e bacchetta - le tre invidie del matematico, di Piergiorgio Odifreddi, di cui più tardi ho anche letto Il Vangelo secondo la scienza. Entrambi i libri mi sono sembrati abbastanza superficiali. Più tardi ho visto Odiffredi a teatro, in compagnia di David Riondino, in una dimenticabilissima conferenza-spettacolo basata su Flatlandia, il classico di Edwin Abbot. Mi è capitato inoltre più di una volta di leggere articoli di Odifreddi pubblicati dalla Repubblica e ho sempre sentito come un fastidio di fondo davanti al suo anticlericalismo così apparentemente nevrotico e ai suoi ragionamenti che mi sono spesso sembrati intrisi di vecchio scientismo ottocentesco alla Auguste Comte.
Questa volta però Odifreddi l'ha fatta più grossa del solito. Sul suo blog ha scritto: "Non entro nello specifico delle camere a gas, perché di esse so appunto soltanto ciò che mi è stato fornito dal ‘ministero della propaganda’ alleato nel dopoguerra, e non avendo mai fatto ricerche, e non essendo uno storico, non posso fare altro che ‘uniformarmi’ all’opinione comune; ma almeno sono cosciente del fatto che di opinione si tratti, e che le cose possano stare molto diversamente da come mi è stato insegnato”.
Parlare di "opinione" a proposito delle camere a gas naziste è semplicemente ignobile. Giustificare questa ignominia con il fatto di non essere uno storico e di non avere mai fatto ricerche è di una stupidità senza limiti. Neanch'io sono uno storico e neanch'io ho mai fatto ricerche, però ho la debolezza di credere che Ottaviano abbia effettivamente vinto la battaglia di Azio, che Tamerlano abbia effettivamente conquistato Delhi massacrandone gli abitanti e che Garibaldi si sia effettivamente beccato una pallottola nella gamba destra sull'Aspromonte. Credo anche che i nazisti si siano effettivamente serviti di camere a gas per massacrare milioni di ebrei, rom, omosessuali e oppositori di vario genere. Credo infine che parlare di "opinione" a proposito delle camere a gas sia una porcata, indegna di un presidente onorario di quell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti che ha onorato in passato dello stesso titolo qualcuno come l'astrofisica Margherita Hack o l'etologo Danilo Mainardi.
Odifreddi non è nuovo a questo tipo di raccapricciante esternazione. Un anno fa un suo post fu rimosso dal sito della Repubblica a causa delle numerosissime proteste. Intitolato Dieci volte peggio dei nazisti, faceva un paragone tra l'operazione Piombo Fuso dell'esercito israeliano e la strage delle Fosse Ardeatine: "Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi."
Lungi da me l'idea di giustificare Piombo Fuso e molte altre operazioni dell'esercito israeliano da molti anni a questa parte. Ma questo non è il problema.
Il problema è quello dell'orrenda contabilità da piccolo ragioniere delle sofferenze e dei drammi, nonché dell'inevitabile confusione che questo tipo di operazione inevitabilmente genera. E infatti un anno dopo ecco arrivare questo nuovo post che relega allo status di "opinione" le camere a gas naziste.
Un anno fa Odifreddi commentò le critiche ricevuta dalla Repubblica dicendo che i curatori del sito avevano già in precedenza "spesso ricevuto lagnanze, molte delle quali probabilmente in latino", mentre quelle appena giunte erano "questa volta sicuramente in ebraico". Il che è come dire che solo i preti si erano lamentati in precedenza di alcuni dei suoi post e solo gli ebrei si erano lamentati del suo ultimo post, altra argomentazione intrisa di eleganza e di intelligenza.
Vorrei dire a Odifreddi che non sono né prete, né ebreo. Vorrei dirgli che forse non sono nemmeno completamente cretino (parola nella quale lui vede l'etimologia di "cristiano"), che non sono nemmeno cristiano e che non ho l'abitudine di prendere per oro colato tutto ciò che raccontano i libri di storia. Ma credo di saper riconoscere uno scritto subdolamente antisemita quando lo leggo. Credo anche di saper riconoscere un piccolo uomo borioso e ignorante anche quando si nasconde dietro una cattedra universitaria.