Ormai ci siamo. Per fortuna domenica
sarò via. Ma lunedì mattina non avrò scuse. Dovrò andare a
votare.
Inutile negarlo: faccio parte
dell'orrido gruppo degli indecisi. Sì, lo so, non dovrei dirlo,
dovrei nascondermi sotto il letto, fare finta di niente, mettere a
palla Lucy in the sky with diamonds nello
stereo e aspettare che il brutto momento passi. Ma, come diceva
Dante, o Andrea, quello del bar, non so più bene..., 'un ce la fo.
Noooo!
Ecco che mi torna in mente l'altro Fo, quello con la F maiuscola,
quello del Nobel, quello che è salito sul palco di quello là, come
si chiama?, Grillesconi o Berlulillo?, il Messia che promette tutto
perché lui ha capito tutto.
Ma se
penso agli altri non sto meglio. C'è l'emiliano, che però ahimé
non ha niente di Zapata; c'è il cattolico divorziato che ci fa
quasi rimpiangere la DC; c'è l'ex-professore diventato senatore che poi si
è perso nei meandri del politichese più ordinario; c'è il
sonnolento palermitano tornato dal Guatemala nella vana speranza di
rendersi indispensabile; c'è il barese con l'orecchino che, ci
scommetto, non potrebbe poi far altro che trasformarsi in novello
Bertinotti e mandare tutti a casa; c'è il tastierista di Varese che
vuole fare il moderno alla testa di una masnada di trogloditi; c'è
il lessicocreativo del Molise che è credibile come la Fata Turchina;
e naturalmente c'è Lui, di cui non vale nemmeno la pena parlare, per
non sporcarsi la bocca.
Sì lo
so, ce ne sono anche altri. La biondazza e il barbuto sono i primi
due che mi vengono in mente, ma la lista sarebbe lunga.
Datemi
qualcuno da votareee! Non voglio uno o una che voterei per non votare
qualcun altro, voglio qualcuno da votare per davvero, cacchio!
Soru,
perché non ci sei? Mi sento solo!
Voglio
ringiovanire! Voglio ritrovarmi indietro di quarant'anni, quando
leggevo Kropotkin e Buckminster Fuller ascoltando i Soft
Machine!
Voglio
qualcuno che mi faccia sognare, anche solo per un momento, anche solo
per sbaglio, anche se poi mi fregherà. Non importa se poi mi
fregherà, ma un attimo di speranza qualcuno me lo può dare? Per
piacere... Ne ho bisogno.
Non so
per chi votare e se guardo la televisione non capisco mai quali sono
i programmi di varietà e quali le trasmissione politiche; se leggo i
giornali non riesco a fare la differenza tra le pagine di cronaca e
quelle di politica; se ascolto la radio non sento nient'altro che
comici tristi e giornalisti-rane che si prendono per buoi.
Voglio
un Pertini. Possibile che non ce ne siano più? Voglio uno che rompa
davvero le scatole a chi me le rompe quotidianamente. Non voglio uno
specialista in alleanze, patti, garbugli e inciuci. Voglio uno con il
quale me la sentirei di passare una serata a farmi spiegare delle
cose.
Non
voglio un santo, non voglio un predicatore, non voglio uno che mi
parla solo di mercati e di PIL, non voglio uno bravo a farsi votare,
voglio uno che mi dia voglia di votarlo. Non voglio essere un
indeciso!
Ho
voglia. Ho tanta voglia. Ma proprio tanta. Guarda, non è neanche
voglia di cambiamento in sé. È voglia di dignità. Voglia di dirmi
che quello lì che una volta alla settimana si siede per presiedere
una riunione a palazzo Chigi è uno bravo, uno che fa quello che fa
perché ci crede, e lo fa bene, senza farmi vergognare di lui. Non
importa se la pensiamo in modo divesrso. Non importa nemmeno tanto se
quello che fa non mi convince.Basta che lo faccia bene e con dignità.
Monti,
perché sei salito in politica? Non hai capito che stavi riuscendo
a cambiare qualcosa? No, non l'hai capito, perché non hai capito la
cosa più importante: che la crisi, prima di essere economica è
cul-tu-ra-le. Lo so che non avevi una maggioranza e che ti ritrovavi
sempre nell'obbligo di dare una botta al cerchio e una alla botte. Ma
come hai fatto a non capire che la cosa più importante non era
quella? Come hai fatto a farti filmare col cagnolino? Ma lo sai che
ero pronto a essere contento di averti come Presidente della
Repubblica? E invece no, eccoti lì, con gli altri, impantanato, con la stessa
melma sotto le scarpe.
Forse
lunedì mattina andrò a Montalcino a comprarmi un po' di Brunello. O
magari a Roma a vedere la mostra dei Brueghel. Oppure mi metterò il
DVD con tutta la prima stagione di Bones.
No, lo
so che non lo farò. So già che finirò con l'andare in quella
triste aula di scuola vicino a casa per mettere una crocetta su un
simbolo colorato. Ma non so quale. E mi viene da piangere.