venerdì 22 febbraio 2013

Ho voglia!


Ormai ci siamo. Per fortuna domenica sarò via. Ma lunedì mattina non avrò scuse. Dovrò andare a votare.
Inutile negarlo: faccio parte dell'orrido gruppo degli indecisi. Sì, lo so, non dovrei dirlo, dovrei nascondermi sotto il letto, fare finta di niente, mettere a palla Lucy in the sky with diamonds nello stereo e aspettare che il brutto momento passi. Ma, come diceva Dante, o Andrea, quello del bar, non so più bene..., 'un ce la fo.
Noooo! Ecco che mi torna in mente l'altro Fo, quello con la F maiuscola, quello del Nobel, quello che è salito sul palco di quello là, come si chiama?, Grillesconi o Berlulillo?, il Messia che promette tutto perché lui ha capito tutto.
Ma se penso agli altri non sto meglio. C'è l'emiliano, che però ahimé non ha niente di Zapata; c'è il cattolico divorziato che ci fa quasi rimpiangere la DC; c'è l'ex-professore diventato senatore che poi si è perso nei meandri del politichese più ordinario; c'è il sonnolento palermitano tornato dal Guatemala nella vana speranza di rendersi indispensabile; c'è il barese con l'orecchino che, ci scommetto, non potrebbe poi far altro che trasformarsi in novello Bertinotti e mandare tutti a casa; c'è il tastierista di Varese che vuole fare il moderno alla testa di una masnada di trogloditi; c'è il lessicocreativo del Molise che è credibile come la Fata Turchina; e naturalmente c'è Lui, di cui non vale nemmeno la pena parlare, per non sporcarsi la bocca.
Sì lo so, ce ne sono anche altri. La biondazza e il barbuto sono i primi due che mi vengono in mente, ma la lista sarebbe lunga.
Datemi qualcuno da votareee! Non voglio uno o una che voterei per non votare qualcun altro, voglio qualcuno da votare per davvero, cacchio!
Soru, perché non ci sei? Mi sento solo!
Voglio ringiovanire! Voglio ritrovarmi indietro di quarant'anni, quando leggevo Kropotkin e Buckminster Fuller ascoltando i Soft Machine!
Voglio qualcuno che mi faccia sognare, anche solo per un momento, anche solo per sbaglio, anche se poi mi fregherà. Non importa se poi mi fregherà, ma un attimo di speranza qualcuno me lo può dare? Per piacere... Ne ho bisogno.
Non so per chi votare e se guardo la televisione non capisco mai quali sono i programmi di varietà e quali le trasmissione politiche; se leggo i giornali non riesco a fare la differenza tra le pagine di cronaca e quelle di politica; se ascolto la radio non sento nient'altro che comici tristi e giornalisti-rane che si prendono per buoi.
Voglio un Pertini. Possibile che non ce ne siano più? Voglio uno che rompa davvero le scatole a chi me le rompe quotidianamente. Non voglio uno specialista in alleanze, patti, garbugli e inciuci. Voglio uno con il quale me la sentirei di passare una serata a farmi spiegare delle cose.
Non voglio un santo, non voglio un predicatore, non voglio uno che mi parla solo di mercati e di PIL, non voglio uno bravo a farsi votare, voglio uno che mi dia voglia di votarlo. Non voglio essere un indeciso!
Ho voglia. Ho tanta voglia. Ma proprio tanta. Guarda, non è neanche voglia di cambiamento in sé. È voglia di dignità. Voglia di dirmi che quello lì che una volta alla settimana si siede per presiedere una riunione a palazzo Chigi è uno bravo, uno che fa quello che fa perché ci crede, e lo fa bene, senza farmi vergognare di lui. Non importa se la pensiamo in modo divesrso. Non importa nemmeno tanto se quello che fa non mi convince.Basta che lo faccia bene e con dignità.
Monti, perché sei salito in politica? Non hai capito che stavi riuscendo a cambiare qualcosa? No, non l'hai capito, perché non hai capito la cosa più importante: che la crisi, prima di essere economica è cul-tu-ra-le. Lo so che non avevi una maggioranza e che ti ritrovavi sempre nell'obbligo di dare una botta al cerchio e una alla botte. Ma come hai fatto a non capire che la cosa più importante non era quella? Come hai fatto a farti filmare col cagnolino? Ma lo sai che ero pronto a essere contento di averti come Presidente della Repubblica? E invece no, eccoti lì, con gli altri, impantanato, con la stessa melma sotto le scarpe.
Forse lunedì mattina andrò a Montalcino a comprarmi un po' di Brunello. O magari a Roma a vedere la mostra dei Brueghel. Oppure mi metterò il DVD con tutta la prima stagione di Bones.
No, lo so che non lo farò. So già che finirò con l'andare in quella triste aula di scuola vicino a casa per mettere una crocetta su un simbolo colorato. Ma non so quale. E mi viene da piangere.