domenica 20 novembre 2011

Mah...




Che l'Arabia Saudita non sia esattamente la patria della libertà e dei diritti civili lo sapevamo da un pezzo. Che le donne di Ryiad, della Medina e di Gedda non avessero il diritto di guidare la macchina, ma nemmeno la bicicletta, sapevamo pure questo. Così come sapevamo che quelle stesse donne non hanno diritto di voto (dal 2015 avranno diritto di votare alle elezioni locali, come gli immigrati residenti in molti paesi d'Europa), non possono lavorare nel settore petrolifero, non possono far parte delle amministrazioni, non possono viaggiare, lavorare, andare dal dottore, né tantomeno subire un intervento chirurgico senza l'autorizzazione del marito, non possono sposarsi senza l'autorizzazione del padre, non possono ovviamente uscire di casa se non coperte da una palandrana nera e a capo coperto, non parliamo nemmeno di bere un Campari, ecc. ecc.
Naturalmente l'applicazione di tutti questi divieti è di responsabilità della polizia religiosa, agli ordini della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, istituzione della quale il brianzolo comune di Arcore si vanta giustamente di non disporre.
Nei giorni scorsi però un membro di questa polizia ha raggiunto una vetta di stupidità che nessuna bigotteria religiosa al mondo può minimamente spiegare. Nella città di Ha'il, 270.000 abitanti, una coppia passeggiava; erano marito e moglie e quindi ne avevano il diritto. La cosa va sottolineata perché nella stessa città una donna di nome Khamisa Mohammad Sawadi, 75enne di nazionalità siriana, era stata condannata nel 2009 a quaranta frustate, sei mesi di prigione e la deportazione alla fine della pena, per essere uscita in compagnia di due uomini (condannati anche loro) che non facevano parte della sua famiglia. Questa donna no: lei passeggiava col marito, anche perché sapeva benissimo che non aveva il diritto di passeggiare da sola. Si avvicino un poliziotto e le ordina di coprirsi immediatamente gli occhi perché il suo "sguardo sensuale" l'ha messo in tentazione. Visualizziamo la scena: c'è un uomo che passeggia con di fianco un sacco nero semovente che ha un'apertura di una dozzina di centimetri per tre, attraverso la quale si vedono due occhi. Passa un poliziotto, vede i due occhi e immediatamente un inconfondibile gonfiore viene a manifestarsi nelle sue parti basse. Orrore! Orrore! Come può lui, promotore della virtù e preventore del vizio (ammesso che la parola preventore esista, ma non importa), subire quell'immonda turgidità se non per colpa di una qualche puttana che pur cercando inutilmente di nascondere la sua natura peccaminosa sotto qualche metro quadro di stoffa nera non può evitare di smascherare se stessa attraverso uno sguardo lascivo e concupiscente? Per farla breve, l'intervento del poliziotto non è piaciuto al marito, è scoppiata una rissa, sono venuti fuori i coltelli, e il marito è finito in ospedale.
È intervenuto allora, via stampa, l'illustre Sceicco Mutleg An-Nabit, portavoce ufficiale della Commissione per la prevenzione ecc., che ha dichiarato che il poliziotto aveva tutti i diritti di domandare alla donna di coprirsi gli occhi. Sì, proprio così. 
Tanto per capirci, è bene ricordare che quella stessa polizia si distinse una decina d'anni fa alla Mecca vietando a un gruppo di studentesse di uscire da una scuola in fiamme perché non erano vestite correttamente. Risultato: 15 ragazze morte tra le fiamme.
Ovviamente tutto questo va largamente al di là di ogni stupidità. Anzi, non si tratta più di stupidità, ma di puro fanatismo religioso, peraltro non dissimile da quello che per secoli ha fatto negare alla chiesa cattolica la possibilità che persone dalla pelle di colore diverso da quella degli europei avessero un'anima e che ha fatto bruciare sul rogo migliaia di streghe e di infedeli di ogni origine. Ma in fondo non si tratta nemmeno di fanatismo religioso, visto che sfido chiunque a trovare una sola sua in tutto il Corano che ordini alle donne di andarsene in giro mascherate da sacchetto della spazzatura, così come sfido chiunque a trovare un verso della Bibbia che dica che bisogna bruciare vivo chi è posseduto dal demonio. Se di fede si tratta, è solo di malafede. Il che, mi diranno i più atei dei miei lettori, è un pleonasma. Ma lasciamo perdere.
Di cosa si tratta allora? Da dove può venir fuori tanto odio, da quale arroganza, da quale paura? Scrivo a ruota libera e non so nemmeno io dove andare, mi mancano le parole. Com'è possibile che cose così esistano? Com'è possibile che al di là di qualche articoletto qua e là nessuno si ribelli veramente, nessuno monti una vera campagna internazionale che isoli una volta per tutte l'Arabia Saudita, petrolio o non petrolio?
Certe volte il mondo mi è davvero incomprensibile.