domenica 13 novembre 2011

È finita



Me ne sto qui, in questo cortiletto marsigliese, sotto una palma, davanti allo schermo del computer, a guardare e riguardare le scene della fine di Berlusconi.
Me ne sto qui a dirmi che adesso i guai continueranno, che la Scilipotitalia non cambierà dall'oggi all'indomani, che il futuro è lungi dall'essere roseo, ma per il momento godo come un grillo.
Me ne sto qui a leggere che forse il prossimo ministro dei beni culturali, o della cultura, che dir si voglia, potrebbe essere Settis e l'idea che si possa passare in così breve tempo da Bondi a Settis (via Galan) mi commuove.
Me ne sto qui a riguardare su YouTube le immagini delle monetine lanciate a Craxi nel '93 e quelle di ieri sera davanti a palazzo Grazioli e spero, fortissimamente spero che ci sia 2 senza bisogno di un 3.
Me ne sto qui un po' inebetito a rimpiangere di non essere a casa, non poter andare al mio caffé e pagare da bere a tutti.
Me ne sto qui a ripetermi che non è proprio il caso di far festa, che Monti è comunque un tecnocrate e che qualsiasi cosa possa tirar fuori dal cappello, quel cappello sarà pur sempre quello di un presidente della Bocconi, eppure non posso non ripetermi che chiunque è meglio di Berlusconi.
Me ne sto qui a domandarmi quanti anni ci vorranno, adesso che Berlusconi è un cadavere che cammina, prima che il berlusconismo finisca anche lui al dimenticatoio.
Me ne sto qui a ripensare a quello che ha detto ieri su una radio francese un filosofo, che un tempo si facevano sacrifici umani, mentre ora che il denaro è un dio non si scarificano più uomini, ma popoli interi.
Me ne sto qui seduto su questa sedia di plastica a chiedermi se ci sia davvero una pur lontana possibilità che Monti voglia e riesca a ridurre i privilegi della casta e a ridare un minimo di dignità alla politica e quindi a tutti noi.
Me ne sto qui a guardare per aria e a sorridere beato all'idea che adesso il legittimo impedimento non sarà più una scusa per evitargli di andare in tribunale.
Me ne sto qui a sperare che l'onda sia lunga e impetuosa, che l'entusiasmo di ieri sera non sparisca rapidamente nel grigiore ritrovato degli egoismi più biechi e lotto per non lasciarmi sopraffare dal pessimismo della ragione.
Me ne sto qui sotto il sole di novembre e mi sento un po' meno umiliato, un po' meno denigrato, un po' meno offeso, e questo per oggi mi basta.