Il brevetto del rotolo di carta igienica
Quale
può essere il modo migliore per uscire dal mio lungo silenzio estivo
di blogger?
La
risposta a questa angosciante domanda me l'ha offerta un casuale
rinvio apparso sotto il post facebookiano di una mia cara cugina.
Oggi
ti parlerò di carta igienica. E incomincerò dall'inizio. O almeno
da quello che i più credono sia l'inizio.
Il
22 dicembre 1891, tre giorni prima delle celebrazioni del Santo
Natale, che a quei tempi non implicavano ancora la massiccia presenza
di vecchi obesi, barbuti e vestiti di rosso, il Signor Seth Wheeler,
di Albany, capitale dello Stato di New York, brevettò il rotolo di
carta igienica così come lo conosciamo oggi.
Ovviamente
prima di allora la carta igienica già esisteva. A riprova basterà
citare un testo di Yan Zhitui, ufficiale cinese della seconda metà
del VI secolo, che dice: “Non userò per scopi igienici
(in altri termini, per pulirmi il sedere) carta sulla quale
siano presenti citazioni o commenti sui Cinque Classici (ovvero
i 5 testi fondatori del confucianesimo).”
E
non priviamoci di citare anche un anonimo viaggiatore arabo in Cina,
che scrisse verso la metà del IX secolo: “I cinesi non
si lavano con acqua dopo avere fatto le loro cose, ma si limitano a
strofinarsi con della carta.”
Tanto
per rimanere in Cina e per ostentare il nostro sapere enciclopedico,
ricordiamo che nei primi decenni della dinastia Ming, cioè verso la
fine del '300, venivano prodotti 720.000 fogli di carta igienica
destinati all'uso esclusivo della Corte. Da notare la dimensione di
quei fogli, circa 60x90 cm. (!), che però, lungi dal suggerire che
la stessa Corte fosse abitata da giganti obeso-deretanici e cacatori
diarreici, ci lascia supporre che all'interno di quelle misteriose
mura si trovasse tutto un piccolo esercito di operai specializzati,
addetti al ritaglio di quei preziosi accessori in misure più consone
al loro uso. Notiamo altresì che nello stesso periodo il consumo
annuale della sola famiglia dell'imperatore Hongwu, fondatore della
dinastia Ming, era di 15.000 fogli all'anno, fogli ovviamente
imperiali, ovvero ultrasoffici nonché profumati. Lascio all'impavido
lettore il compito di dedurre da questa semplice cifra la probabile
estensione della famiglia imperiale, tenendo conto che, visto che
ogni foglio 60x90cm. = 0,54m2, 150.000 fogli = 81km2.
Tieni presente che un normale rotolo di carta igienica comprato al
supermercato contiene poco più di 6m2 e capirai che la
famiglia Hongwu consumava il corrispondente di circa 13.500 rotoli
all'anno, ovvero 1.125 al mese, o ancora quasi 40 al giorno. O erano
molto numerosi o mangiavano troppi fagioli. Non si sa.
Mentre
i cinesi già usavano carta, gli altri umani si sbizzarrivano: a
parti quelli che non uasavano niente, o semplicemente le dita, c'era
chi privilegiava la lana, chi la canapa, il cotone, l'erba, le foglie
(preferibilmente non secche), la neve, il muschio, la sabbia (ahi!),
le pannocchie di granoturco (giuro), le felci o varie bucce di
frutti. Tra i più coraggiosi segnaliamo gli utilizzatori di cocci e
di sassi. Tra i nostri antenati, citiamo invece gli antichi romani, che
usavano spugne infilate su un bastoncino, riposte dopo l'uso in una
vaschetta di aceto.
Ho
lasciato per ultimi gli utilizzatori di acqua corrente perché questo
mi consente di diffondere una fatwa della Direzione Affari Religiosi
Diyanet del Gran Mufti di Ankara, Mohammed Gormaz, principale
autorità religiosa islamica sunnita turca, della quale mi informa Il
Messaggero del 19 aprile scorso.
Cosa sostiene questa importante fatwa? Che se è vero che è sempre
preferibile usare acqua per pulirsi il posteriore, è però
consentito (halal)
quando non c'è acqua disponibile, usare altri materiali.
In particolare, sostiene il Gran Mufti, “nonostante
alcune fonti ritengano che la carta non sia adatta come materiale
igienico, poiché serve per scrivere, non è un problema usare carta
igienica.” Chi sia il
perspicace fedele che ha informato il Gran Mufti di Ankara che la
carta igienica non serve per scrivere, non si sa. Ma si sa che la
fatwa non pare modificare le altre regole in vigore, in particolare
il divieto di parlare o leggere mentre si è sul water, l'obbligo di
entrare in bagno con il piede sinistro e di uscire con quello destro
recitando una preghiera, nonché l'obbligo anche per gli uomini di
sedersi sulla tavoletta e di non stare mai in piedi.
Ma
adesso diamo un'occhiata alle statistiche. Secondo il molto serio
Worldwatch Institute,
gli esseri umani, leghisti compresi, consumano individualmente circa
3 chili e 800 grammi di carta igienica all'anno. Guardando più da
vicino però ci accorgiamo che mentre il consumo medio di un africano
è di circa 400 grammi all'anno, quello di uno statunitense è di 23
chili (!!!), il che apre un vasto campo di ricerca per uno studio
post-universitario intitolato Ma che cacchio ci fanno gli
statunitensi con la carta igienica?
E
poi, come sempre, ci sono gli irriducibili ambientalisti. Prendiamo
per esempio l'eco-sostenibilissima Michela Dell'Amico, che si definisce
giornalista e videomaker e che ci tiene ad informarci in un post
apparso su Wired il 1°
luglio scorso, che ha deciso di rinunciare per sempre alla carta igienica e
di usare solo il bidè. Grati di questa interessante informazione,
apprendiamo che ciò che ha portato la giornalista e videomaker eco-compatibile a una
così drastica e coraggiosa decisione è il grave e
irreparabile danno alle foreste causato
dal nostro buttare nel water quasi 6 miliardi di tonnellate
di carta igienica l'anno. A
riprova, sostiene la bio-degradabile Michela, uno studio del WWF, secondo
il quale lo stillicidio di risorse primarie che avviene in
bagno o in cucina rappresenti il
sacrificio di circa 270.000 alberi, ogni giorno.
Peccato che nello studio del Worldwatch Institute
che cita quello del WWF, sia scritto nero su bianco che solo il 10%
di quell'ammontare sia imputabile alla carta igienica. Un altro
rapido calcolo mostra quindi che la stima corretta è di 0,0000038
alberi al giorno per persona, ovvero poco più di un tre virgola otto
milionesimo di albero al giorno per persona, il che mi pare
abbastanza lontano dallo stillicidio. Quanti degli alberi usati per
fabbricare carta igienica provengano poi da foreste vergini e quanti
da piantagioni perfettamente sostenibili non è cosa che preoccupi la
nostra amica Michela, che ringraziamo comunque di averci offerto la
sua ormai indelebile immagine nell'atto di usare quella nobile
vaschetta che, lo ricordiamo con piacere, fu probabilmente inventata nel 1710 da tale Christophe Des Rosiers
per il sollazzo della famiglia dell'ormai più che settantenne Luigi
XIV, che probabilmente si puliva peraltro il
nobile culo mediante l'uso di merletti appositamente ricamati e
profumati.
Lo
so, piacerebbe anche a te, eco-indifferente come sei, disporre di merletti appositamente
ricamati, magari a Burano, e profumati, magari nella provenzale
Grasse. E invece no: la prossima volta che userai il tuo tre virgola otto
milionesimo di albero quotidiano sotto forma di qualche strappo di rotolo comprato alla
Coop, potrai solo sognarci su.E cerca almeno di non scordarti di uscire dal bagno col piede destro, bestia!