Lawrence Ferlinghetti
Ho
deciso che nei prossimi mesi (non so quanti) pubblicherò una poesia
alla settimana. Già vedo il panico nei tuoi occhi, ma non ti
preoccupare: non saranno poesie mie. Saranno poesie scelte a caso, ma
non tanto, tra quelle che hanno contato a un momento o all'altro
della mia vita.
Quando
mi è venuta l'idea, la prima poesia alla quale ho pensato è stata
Junkman's obbligato,
di Lawrence Ferlinghetti.
È
stata pubblicata nel 1958 nel volume A Coney Island of the mind,
uno dei più importanti della beat generation
della quale fecero parte, oltre a Ferlinghetti, Ginsberg, Corso,
Kerouac e altri.
Incominciamo dal titolo, che in italiano è lungi dall'essere
convincente, almeno a prima vista: L'obbligato
dell'uomo della spazzatura.
Obbligato è qui un sostantivo, come lo suggerisce l'articolo.
Musicalmente parlando, un obbligato è un po' l'opposto di un ad
libitum, vedi il vocabolario Treccani: "Nella
musica strumentale dei sec. 17° e 18°, indicazione riferita a uno o
più strumenti le cui parti non possono essere sostituite:
violino
o.,
flauto
o.
(al contr., le parti strumentali che
possono essere omesse portano l’indicazione ad
libitum).
Quando
Ferlinghetti scrisse questa poesia la pensò come un testo da
recitare con un accompagnamento jazz, prevedendo quindi delle
improvvisazioni musicalI su un obbligato
testuale.
Io il
Junkman's obbligato
l'ho scoperto nella seconda metà degli anni '60 e da allora alcuni
versi mi sono rimasti scolpiti nella mente:
Voglio scendere nella scala sociale.
L'alta società è la bassa società.
Sono un arrampicatore sociale
che si arrampica verso il basso
E la discesa è difficile.
Ferlinghetti
ha oggi 95 anni e a quanto ne so è sempre rimasto fedele allo
spirito di questi versi che per me sono stati una costante fonte
d'ispirazione.
Due
ultime cose: prima di tutto, come lo farò ogni qual volta mi sarà
possibile, dopo il testo in italiano pubblico l'originale; seconda
cosa, come eviterò di farlo ogni qual volta mi sarà possibile, la
traduzione è mia.
Buona lettura.
L'obbligato dell'uomo
della spazzatura
Andiamo
Su
Andiamo
Svuotiamoci le tasche
E spariamo.
Mancando a tutti gli appuntamenti
E sbucando fuori mal rasati
Anni dopo
Vecchie cartine da sigarette
incollate ai pantaloni
foglie in testa.
Non preoccupiamoci
più
delle fatture.
Lascia che vengano
e che si portino via
tutte le cose
per cui pagavamo.
E noi con quelle.
Alziamoci e andiamo ora
dove la fanno i cani
Su in collina
dove tengono i terremoti
dietro le discariche
persi tra le condutture del gas e la spazzatura.
Guardiamo le discariche
per quello che sono.
Il mio paese piange per te.
Scompariamo
dentro cimiteri di automobili
e risbuchiamo fuori anni dopo
impacchettando stracci e giornali
asciugando i nostri cassetti
su fuochi d'immondizia
con le pezze al culo.
Non stiamo lì
a dire arrivederci
a nessuno.
Le tua donna non ci rimpiangerà.
Andiamo
puzzando di combustibile
dove le panchine sono piene
di statue di provincia
nella notte buia dell'interno
di capanne fiorite
i nostri occhi umidi
nella contemplazione
di bottiglie vuote di moscato.
Recitiamo da bibbie rotte
agli angoli delle strade
Seguiamo cani ai dock
Recitiamo canzoni selvagge
Lanciamo pietre
Diciamo cose a caso
Strizziamo gli occhi al sole e grattiamo
e rotoliamo nel silenzio
Truffiamoci sui passi delle porte
Conosciamo puttane di terza mano
una volta che gli altri hanno finito
Barcolliamo ubriachi dentro tramonti sull'East River
Dormiamo dentro cabine telefoniche
Vomitiamo dentro banchi dei pegni
ululando per un cappotto invernale.
Alziamoci e andiamo ora
sotto la città
dove rotolano le pattumiere
e poi torniamo fuori con vestiti putridi
come re sotterranei
di gabinetti maschili della metropolitana
senza corona.
Diamo da mangiare ai piccioni
al Municipio
e spingiamoli a fare il loro dovere
nell'ufficio del sindaco.
Per favore sbrighiamoci è ora.
La fine si avvicina.
Inondazioni istantanee
Disastri solari
Cani abbandonati
Sorella per strada
col reggiseno alla rovescia.
Alziamoci e andiamo ora
nel profondo della notte scura
della capanna immobile dell'anima
e ritroviamoci di nuovo
dove le metropolitane si fermano e aspettano
sotto il Fiume.
Attraversiamo
verso la completa perplessità.
Il South Ferry non continuerà per sempre.
Stanno chiudendo il Bay ferry
ma non è ancora troppo tardi
per perderci dentro Oakland.
Washington non è ancora caduto
da cavallo.
C'è ancora tempo per prenderlo a sberle
e andare via
lasciandoci dietro la dichiarazione dei redditi
e anche l'orologio waterproof
barcollando ciechi dentro vicoli oscuri
sotto il ponte di Brooklyn
statue gonfiate dentro pantaloni troppo larghi
con le nostre grida da lattine e le nostre voci da
pattumiera
in fila.
Si vende spazzatura!
Basta andiamo
nel vero interno del paese
dove regnano i banchi dei pegni
semplice anarchia non cieca su di noi.
Arriva la fine
ma il golf continua a Burning Tree.
Piove a dirotto
Il Vecchio russa.
Arriva un'altra alluvione
ma non del tipo che pensi.
C'è ancora tempo per annegare
e pensare.
Vorrei scendere in società.
Vorrei liberare la vita.
Swing low sweet chariot.
Non aspettiamo che le
cadillac
ci portino in trionfo
nell'interno
salutando i nativi
come senatori romani nelle
province
con in testa allori da
poeta
su sopracciglia
illuminate.
Non aspettiamo che
scrivano
in prima pagina
sulla New York Times Book
Review
immagini di successo
malato di mente
sorridendo da una foto.
Ora che pubblichino la tua
foto su Life
sarai comunque diventato
un niente una stampa lucida.
Saranno venuti e ti
avranno fatto famoso
e tu continuerai a non
essere libero.
Arrivederci me ne vado.
Vendo tutto
e regalo il resto
a Imprese di Beneficenza.
Farà scuro fuori
con la fanfara dell'Esercito della Salvezza.
E la mente che illumina sé stessa.
Arrivederci esco di scena.
Chiudete il teatro.
Il sistema è pieno di pidocchi.
Roma non è mai stata così.
Ne ho abbastanza di aspettare Godot.
Vado dove vincono le tartarughe
Vado
dove gli imbroglioni vomitano e muoiono
nelle tristi piazze
del mondo ufficiale.
Si vende spazzatura!
Il mio paese piange per te.
Allora andiamo tu e io
lasciandoci dietro le cravatte appese a lampioni
facciamoci crescere la barba
dell'anarchia in cammino
assomigliamo a Walt Whitman
con in tasca una bomba fatta in casa.
Voglio scendere nella scala sociale.
L'alta società è la bassa società.
Sono un arrampicatore sociale
che si arrampica verso il basso
E la discesa è difficile.
L'Ideale della Classe Medio-Superiore
è per gli uccelli
ma gli uccelli non sanno cosa farsene
avendo il loro ordine di becchettìo
basato su canzoni da uccelli.
Piccioni sull'erba ahimé.
Alziamoci e andiamocene ora
verso l'isola dell'Uomoèlibero.
Liberiamo i maiali della pace.
Per favore sbrighiamoci è ora.
Alziamoci e andiamocene ora
all'interno
della Caffetteria Foster's.
Bye bye Emily Post.
Ciao
Lowell Thomas.
Ciao Broadway.
Ciao Herald Square.
Spegni.
Scompiglia il sistema.
Cancella gli affitti.
Perdi la Guerra
senza ammazzare nessuno.
Lascia che i cavalli gridino
e le dame corrano
verso stanze della cipria senza sbocco.
La fine è appena incominciata.
Voglio annunciarlo.
Corri non camminare
verso l'uscita più vicina.
Il vero terremoto sta arrivando.
Sento che il palazzo trema.
Sono un tipo raffinato.
Non lo sopporto.
Vado dove i culi si sdraiano
con i collezionisti di dazi che chiamano sé stessi
critici letterari.
Il mio arnese è impolverato.
Il mio corpo è appeso da troppo tempo
in strane bretelle.
Portatemi una bandana luminosa
da usare come sospensorio.
Liberati e ce ne andremo
dove le macchine sportive crollano
e il mondo ricomincia.
Per favore sbrighiamoci è ora.
È ora e mezza
e c'è il prurito.
L'imbottitura del pensiero ci trasforma tutti in
ragazzi di casa.
Diamoci un taglio
verso la sperduta eternità.
Da qualche parte i prati sono pieni di allodole.
Da qualche parte la terra si muove.
Il mio paese è di te
che canto.
Alziamoci e andiamocene ora
verso l'isola dell'Uomoèlibero.
e viviamo la vera e semplice vita blu
fatta di saggezza e meraviglia
dove tutto cresce
in ordine
storto e cantando
nel sole giallo
papaveri usciti da carri da bestiame
angeli pensanti usciti da stronzi.
Devo alzarmi e andarmene ora
verso l'isola dell'Uomoèlibero
lontano oltre le parole rotte
e i boschi dell'Arcadia.
Junkman's obbligato
Let’s go
Come on
Let’s go
Empty our pockets
And disappear.
Missing all our
appointments
And turning up unshaven
Years later
Old cigarette papers
stuck to our pants
leaves in our hair.
Let us not
worry about the payments
anymore.
Let them come
and take it away
whatever it was
we were paying for.
And us with it.
Let us arise and go now
to where dogs do it
Over the Hill
where they keep the
earthquakes
behind the city dumps
lost among gasmains and
garbage.
Let us see the City
Dumps
for what they are.
My country tears of
thee.
Let us disappear
in automobile graveyards
and reappear years later
picking rags and
newspapers
drying our drawers
on garbage fires
patches on our ass.
Do not bother
to say goodbye
to anyone.
Your missus will not
miss us.
Let’s go
smelling of sterno
where the benches are
filled
with discarded Bowling
Green statues
in the interior dark
night
of the flower bowery
our eyes watery
with the contemplation
of empty bottles of
muscatel.
Let us recite from
broken bibles
on streetcorners
Follow dogs on docks
Speak wild songs
Throw stones
Say anything
Blink at the sun and
scratch
and stumble into silence
Diddle in doorways
Know whores thirdhand
after everyone else is
finished
Stagger befuddled into
East River sunsets
Sleep in phone booths
Puke in pawnshops
wailing for a winter
overcoat.
Let us arise and go now
under the city
where ashcans roll
and reappear in putrid
clothes
as the uncrowned
underground kings
of subway men’s rooms.
Let us feed the pigeons
at the City Hall
urging them to do their
duty
in the Mayor’s office.
Hurry up please it’s
time.
The end is coming.
Flash floods
Disasters in the sun
Dogs unleashed
Sister in the street
her brassiere backwards.
Let us arise and go now
into the interior dark
night
of the soul’s still
bowery
and find ourselves anew
where subways stall and
wait
under the River.
Cross over
into full puzzlement.
South Ferry will not run
forever.
They are cutting out the
Bay ferries
but it is still not too
late
to get lost in Oakland.
Washington has not yet
toppled
from his horse.
There is still time to
goose him
and go
leaving our income tax
form behind
and our waterproof
wristwatch with it
staggering blind after
alleycats
under Brooklyn’s
Bridge
blown statues in baggy
pants
our tincan cries and
garbage voices
trailing.
Junk for sale!
Let’s cut it out let’s
go
into the real interior
of the country
where hockshops reign
mere unblind anarchy
upon us.
The end is here
but golf goes on at
Burning Tree.
It’s raining it’s
pouring
The Ole Man is snoring.
Another flood is coming
though not the kind you
think.
There is still time to
sink
and think.
I wish to descend in
society.
I wish to make like
free.
Swing low sweet chariot.
Let us not wait for the
cadillacs
to carry us triumphant
into the interior
waving at the natives
like roman senators in
the provinces
wearing poet’s laurels
on lighted brows.
Let us not wait for the
write-up
on page one
of the New York Times
Book review
images of insane success
smiling from the photo.
By the time they print
your picture
in Life Magazine
you will have become a
negative anyway
a print with a glossy
finish.
They will have come and
gotten you
to be famous
and you still will not
be free.
Goodbye I’m going.
I’m selling everything
and giving away the rest
to the Good Will
Industries.
It will be dark out
there
with the Salvation Army
Band.
And the mind its own
illumination.
Goodbye I’m walking
out on the whole scene.
Close down the joint.
The system is all loused
up.
Rome was never like
this.
I’m tired of waiting
for Godot.
I am going where turtles
win
I am going
where conmen puke and
die
Down the sad esplanades
of the official world.
Junk for sale!
My country tears of
thee.
Let us go then you and I
leaving our neckties
behind on lampposts
Take up the full beard
of walking anarchy
looking like Walt
Whitman
a homemade bomb in the
pocket.
I wish to descend in the
social scale.
High society is low
society.
I am a social climber
climbing downward
And the descent is
difficult.
The Upper Middle Class
Ideal
is for the birds
but the birds have no
use for it
having their own kind of
pecking order
based upon birdsong.
Pigeons on the grass
alas.
Let us arise and go now
to the Isle of
Manisfree.
Let loose the hogs of
peace.
Hurry up please it’s
time.
Let us arise and go now
into the interior
of Foster’s Cafeteria.
So long Emily Post.
So long
Lowell Thomas.
Goodbye Broadway.
Goodbye Herald Square.
Turn it off.
Confound the system.
Cancel our leases.
Lose the War
without killing anybody.
Let horses scream
and ladies run
to flushless
powderrooms.
The end has just begun.
I want to announce it.
Run don’t walk
to the nearest exit.
The real earthquake is
coming.
I can feel the building
shake.
I am the refined type.
I cannot stand it.
I am going
where asses lie down
with customs collectors
who call themselves
literary critics.
My tool is dusty.
My body is hung up too
long
in strange suspenders.
Get me a bright bandana
for a jockstrap.
Turn loose and we’ll
be off
where sports cars
collapse
and the world begins
again.
Hurry up please it’s
time.
It’s time and a half
and there’s the rub.
The thinkpad makes
homeboys of us all.
Let us cut out
into stray eternity.
Somewhere the fields are
full of larks.
Somewhere the land is
swinging.
My country ‘tis of
thee
I’m singing.
Let us arise and go now
to the Isle of Manisfree
and live the true blue
simple life
of wisdom and wonderment
where all things grow
straight up
aslant and singing
in the yellow sun
poppies out of cowpods
thinking angels out of
turds.
I must arise and go now
to the Isle of Manisfree
way up behind the broken
words
and woods of Arcady.