domenica 19 gennaio 2014

Letterina

"Mi sono vergognato, l'incontro con Silvio Berlusconi non andava fatto, ed è stato un errore politico". (Stefano Fassina)

Egregio Dottor Fassina,
avrei una domanda da farle: lei ha idea di quante volte nell'ultimo ventennio tantissima gente si sia vergognata del comportamento dei dirigenti del suo partito? Decine, probabilmente centinaia.
Mi permetta eziandio di ricordarle (sì, ho deciso di usare più spesso la parola eziandio, che mi piace molto) che se non fosse stato per l'incapacità del suo partito a fare delle leggi sul conflitto d'interesse, probabilmente Berlusconi al potere non ci sarebbe mai arrivato. Mi permetta altresì (due volte di seguito eziandio non sarebbe bello) di rammentarle che quando il suo partito ne ha avuto la possibilità si è sempre dimostrato incapace di fare quelle riforme istituzionali che quel "vergognoso" incontro forse renderà ora possibili.
IL presidente francese Mitterrand, che non a caso molti commentatori transalpini chiamavano il fiorentino, per quel suo spiccato machiavellismo e quella sua diabolica abilità politica, ebbe a dire una volta, a proposito del conflitto israelo-palestinese, che ovviamente è con i nemici che si deve discutere per far trionfare la pace, quegli stessi nemici con in quali ancora si combatte.
Lei mi dirà, giustamente, che qui non si tratta di un conflitto armato e che anzi i due partiti, il suo e quello di Berlusconi, hanno addirittura governato insieme molto recentemente. Ma lasciamo pure da parte quella vergogna, anche se fu grande. Qui si tratta di semplice conflitto politico, che però ha un punto in comune con quelli armati: anche nel conflitto politico, specialmente quando è esasperato e violento al di là dell'accetabile, non sono mai i generali e gli ammiragli a soffrire di più, ma la povera gente. Questo conflitto, il suo partito l'ha lasciato marcire per anni e anni e anni perché non è stato capace di far altro che subirlo. Mai un'iniziativa, mai 'una parola di sinistra', come ebbe a dire qualcuno di un suo amico, mai una speranza. Solo vecchie ricette stantie, annosi sproloqui, polverose stizze, ampollose e fatiscenti indignazioni senza conseguenze, parole, parole, parole. Berlusconi correva tranquillo per la sua strada, trasformando l'Italia in qualcosa di più brutto di ciò che era prima, di più incivile, di meno rispettoso, di meno generoso, e il suo partito non sapeva far altro che corrergli dietro gridando "Sta correndo! Sta correndo!" E lui correva. C'era tutto un popolo che aspettava che qualcuno dicesse "Venite, fermiamolo, sbarriamogli la strada!" Ma voi, niente. "Guardate come corre!", continuavate a ripetere.
Poi un giorno dalle vostre fila è sbucato fuori uno nuovo, uno che ha capito che a forza di gridare si perde fiato e che ciò che bisognava fare era risparmiarlo, quel fiato, per correre più forte di Berlusconi, per passargli davanti, perché quello era l'unico modo di sbarrargli la strada. E voi? Voi tutti (quasi tutti) lì a gridare "Guardate questo: corre anche lui, è come l'altro, è la sua fotocopia, non si fa così".
Poco più di un anno fa, in maniera quasi insperata e comunque certamente immeritata, è successo un miracolo: c'erano delle elezioni in vista e tutti prevedevano che voi le avreste vinte. In un certo senso le avevate già vinte. No, non è vero. Ma diciamo che lui, Berlusconi, le aveva già perse. Voi eravate così sicuri, così stupidamente e vergognosamente sicuri, che siete riusciti a perderle anche prendendo più voti di lui. Un capolavoro di incapacità.
A quel punto non voi, ma la gente comune, quella gente che ormai ne aveva abbastanza di voi e che nonostante tutta la sua fedeltà a un'idea e a degli ideali non poteva più accettare di essere presa in giro, ha dato fiducia all'unico tra di voi che parlava in modo diverso, che si comportava in modo diverso e che dava l'impressione di potersi far carico di molte di quelle cose che voi, dopo averle promesse, eravate stati incapaci di fare per decenni. Lei e i suoi amici, Egregio Dottor Fassina, cos'avete fatto? Vi siete forse detti "Beh, magari non siamo d'accordo su tutto con questo sindaco, però forse vale la pena ascoltarlo"? No. Avete continuato a martellare la sola "verità" per voi importante, e cioè che lui correva, correva come Berlusconi e quindi era un Berlusconi. È solo quando i sondaggi hanno incominciato a piovervi addosso come grandine che molti di voi hanno saltato il fosso per salire sul carretto del vincitore annunciato. Non lei, è vero. Lei è rimasto fedele alle sue certezze e ai suoi dogmi, alla sua rigidità mentale e al suo purismo ideologico. Meglio morire in piedi da uomini liberi che vivere da servi inginocchiati. Certo. Peccato che quelli che muoiono in piedi non siano mai quelli come lei e i suoi amici, ma solo quelli che hanno il torto di credere in voi.
Vede, Fassina (non mi va proprio di continuare a chiamarla Egregio Dottore), io non voglio nemmeno discutere sulle sue idee e su quelle dei suoi amici. Guardi, non escludo nemmeno che voi abbiate idee bellissime e generose, e magari anche dei titoli di studio e una vera preparazione economica e politica. Ma se tutte quelle belle, generose e qualificate idee sono state incapaci di sbarrare la strada a un palazzinaro cafone senza scrupoli che sta alla politica come un rinoceronte all'arte dell'origami, mi dice come farà a guardarsi allo specchio domani mattina dopo essersi vergognato oggi che il Segretario del suo partito provi a cambiare le cose in maniera diversa da quella, assolutamente fallimentare, che lei e i suoi amici avete portato avanti per decenni? (lo so, la frase è un po' lunga, ma se la rilegge vedrà che la capisce).
Le assicuro, Fassina, che non è mia abitudina, né mia predilezione, usare parole volgari e insultanti nei post che pubblico e in generale in ciò che scrivo. Ma mi permetta di dirle una cosa: vada affanculo.
Distinti (ma mica tanto) saluti .
Massimo Schuster