"Mi sono
vergognato, l'incontro con Silvio Berlusconi non andava fatto, ed è
stato un errore politico". (Stefano Fassina)
Egregio Dottor
Fassina,
avrei una domanda da
farle: lei ha idea di quante volte nell'ultimo ventennio tantissima
gente si sia vergognata del comportamento dei dirigenti del suo
partito? Decine, probabilmente centinaia.
Mi permetta eziandio
di ricordarle (sì, ho deciso di usare più spesso la parola
eziandio, che mi piace molto) che se non fosse stato per l'incapacità
del suo partito a fare delle leggi sul conflitto d'interesse,
probabilmente Berlusconi al potere non ci sarebbe mai arrivato. Mi
permetta altresì (due volte di seguito eziandio non sarebbe bello)
di rammentarle che quando il suo partito ne ha avuto la possibilità
si è sempre dimostrato incapace di fare quelle riforme istituzionali
che quel "vergognoso" incontro forse renderà ora
possibili.
IL presidente
francese Mitterrand, che non a caso molti commentatori transalpini
chiamavano il fiorentino, per
quel suo spiccato machiavellismo e quella sua diabolica abilità
politica, ebbe a dire una volta, a proposito del conflitto
israelo-palestinese, che ovviamente è con i nemici che si deve
discutere per far trionfare la pace, quegli stessi nemici con in
quali ancora si combatte.
Lei
mi dirà, giustamente, che qui non si tratta di un conflitto armato e
che anzi i due partiti, il suo e quello di Berlusconi, hanno
addirittura governato insieme molto recentemente. Ma lasciamo pure da
parte quella vergogna, anche se fu grande. Qui si tratta di semplice
conflitto politico, che però ha un punto in comune con quelli
armati: anche nel conflitto politico, specialmente quando è
esasperato e violento al di là dell'accetabile, non sono mai i
generali e gli ammiragli a soffrire di più, ma la povera gente.
Questo conflitto, il suo partito l'ha lasciato marcire per anni e
anni e anni perché non è stato capace di far altro che subirlo. Mai
un'iniziativa, mai 'una parola di sinistra', come ebbe a dire
qualcuno di un suo amico, mai una speranza. Solo vecchie ricette
stantie, annosi sproloqui, polverose stizze, ampollose e fatiscenti
indignazioni senza conseguenze, parole, parole, parole. Berlusconi
correva tranquillo per la sua strada, trasformando l'Italia in
qualcosa di più brutto di ciò che era prima, di più incivile, di
meno rispettoso, di meno generoso, e il suo partito non sapeva far
altro che corrergli dietro gridando "Sta correndo! Sta
correndo!" E lui correva. C'era tutto un popolo che aspettava
che qualcuno dicesse "Venite, fermiamolo, sbarriamogli la
strada!" Ma voi, niente. "Guardate come corre!",
continuavate a ripetere.
Poi
un giorno dalle vostre fila è sbucato fuori uno nuovo, uno che ha
capito che a forza di gridare si perde fiato e che ciò che bisognava
fare era risparmiarlo, quel fiato, per correre più forte di
Berlusconi, per passargli davanti, perché quello era l'unico modo di
sbarrargli la strada. E voi? Voi tutti (quasi tutti) lì a gridare
"Guardate questo: corre anche lui, è come l'altro, è la sua
fotocopia, non si fa così".
Poco
più di un anno fa, in maniera quasi insperata e comunque certamente
immeritata, è successo un miracolo: c'erano delle elezioni in vista
e tutti prevedevano che voi le avreste vinte. In un certo senso le
avevate già vinte. No, non è vero. Ma diciamo che lui, Berlusconi,
le aveva già perse. Voi eravate così sicuri, così stupidamente e
vergognosamente sicuri, che siete riusciti a perderle anche prendendo
più voti di lui. Un capolavoro di incapacità.
A
quel punto non voi, ma la gente comune, quella gente che ormai ne
aveva abbastanza di voi e che nonostante tutta la sua fedeltà a
un'idea e a degli ideali non poteva più accettare di essere presa in
giro, ha dato fiducia all'unico tra di voi che parlava in modo
diverso, che si comportava in modo diverso e che dava l'impressione
di potersi far carico di molte di quelle cose che voi, dopo averle
promesse, eravate stati incapaci di fare per decenni. Lei e i suoi
amici, Egregio Dottor Fassina, cos'avete fatto? Vi siete forse detti
"Beh, magari non siamo d'accordo su tutto con questo sindaco,
però forse vale la pena ascoltarlo"? No. Avete continuato a
martellare la sola "verità" per voi importante, e cioè
che lui correva, correva come Berlusconi e quindi era
un Berlusconi. È solo quando i sondaggi hanno incominciato a
piovervi addosso come grandine che molti di voi hanno saltato il
fosso per salire sul carretto del vincitore annunciato. Non lei, è
vero. Lei è rimasto fedele alle sue certezze e ai suoi dogmi, alla
sua rigidità mentale e al suo purismo ideologico. Meglio morire in
piedi da uomini liberi che vivere da servi inginocchiati. Certo.
Peccato che quelli che muoiono in piedi non siano mai quelli come lei
e i suoi amici, ma solo quelli che hanno il torto di credere in voi.
Vede,
Fassina (non mi va proprio di continuare a chiamarla Egregio
Dottore), io non voglio nemmeno discutere sulle sue idee e su quelle
dei suoi amici. Guardi, non escludo nemmeno che voi abbiate idee
bellissime e generose, e magari anche dei titoli di studio e una vera
preparazione economica e politica. Ma se tutte quelle belle, generose
e qualificate idee sono state incapaci di sbarrare la strada a un
palazzinaro cafone senza scrupoli che sta alla politica come un
rinoceronte all'arte dell'origami, mi dice come farà a guardarsi
allo specchio domani mattina dopo essersi vergognato oggi che il
Segretario del suo partito provi a cambiare le cose in maniera
diversa da quella, assolutamente fallimentare, che lei e i suoi amici
avete portato avanti per decenni? (lo so, la frase è un po' lunga,
ma se la rilegge vedrà che la capisce).
Le
assicuro, Fassina, che non è mia abitudina, né mia predilezione,
usare parole volgari e insultanti nei post che pubblico e in generale
in ciò che scrivo. Ma mi permetta di dirle una cosa: vada affanculo.
Distinti
(ma mica tanto) saluti .
Massimo
Schuster