Da settimane ormai Berlusconi fa quotidianamente i titoli principali di giornali e televisioni. Spara controverità, approssimazioni e contraddizioni alla velocità della luce, ma questo non importa. È lui che fa l'attualità, è di lui che si parla sempre e comunque, è nei suoi confronti che tutti sono obbligati a posizionarsi.
Si ha un bel dire che non ci si deve comportare così e che farlo significherebbe scendere al suo livello; lui intanto sale nei sondaggi e gli altri non si muovono, o scendono.
Combattere un rinoceronte con un acchiappamosche, magari spiegando che non sarebbe bello fare rumore, sarebbe assurdo. Eppure è esattamente quello che stanno facendo i leader storici della sinistra.
Se la loro credibilità fosse alta, se la gente guardasse a loro come persone veramente serie che si trovano ad aver a che fare con un buffone, chissà?, magari la tattica potrebbe anche funzionare. Ma visto che la percezione del livello di tutta la classe politica, o casta, che dir si voglia, da parte della stragrande maggioranza dei cittadini è vicino allo zero, questo è un suicidio.
Ciò che manca tragicamente alla sinistra è la consapevolezza della propria debolezza. Credono davvero, questi signori, di essere ascoltati con serietà dal popolo italiano? Non sono davvero sufficienti i mille sondaggi che abbiamo visto negli anni sulla basilare mancanza di fiducia della gente nei loro confronti? È mai possibile che in poche settimane un vecchio ciarlatano riesca a recuperare sette, otto, nove punti percentuali senza che nessuno sia in grado di fermarlo? E quali sono le credenziali di gente così lontana dalla comprensione di come funziona oggi (oggi, non cinquant'anni fa!) una campagna elettorale?
Da una parte, un buffone; dall'altra, dei dinosauri. Ma che scelta ci si prospetta?
Qui non si tratta più di esaminare due programmi opposti, né si tratterà di questo quando sarà in corso la campagna ufficiale. Quando tutta una classe dirigente è squalificata, la gente vota (se vota) chiudendosi il naso. Oppure finisce per votare per piccoli candidati più o meno alterantivi che non potranno che complicare ancora di più l'inevitabile gioco di alleanze e spartizioni di poltrone dopo le elezioni.
Non
c'è argomento politico che tenga di fronte a una campagna bassamente
pavloviana come quella di Berlusconi. Lui, che sa bene di non avere
niente di credibile da dire, non cerca di convincere nessuno. Non ne
ha bisogno. Ciò che fa è essere lì, in prima pagina, tutti i
giorni, imponendo agli avversari una tabella di marcia che loro sono
totalmente incapaci di assumere.
Berlusconi non fa appello alla ragione, ma agli istinti. Naturalmente possiamo continuare a scandalizzarcene, a dire che il suo è un comportamento indegno, ad offuscarci della sua gigioneria, del suo maschilismo e del suo negare oggi ciò che aveva detto ieri. Ma visto che da vent'anni ormai sappiamo che è così che vince, non sarebbe ora di svegliarsi?
Il problema è che l'unico modo per svegliarsi sarebbe di avere qualcosa di concreto da dire ogni giorno, ma questo qualcosa di concreto la sinistra non ce l'ha. Ahinoi.
Berlusconi non fa appello alla ragione, ma agli istinti. Naturalmente possiamo continuare a scandalizzarcene, a dire che il suo è un comportamento indegno, ad offuscarci della sua gigioneria, del suo maschilismo e del suo negare oggi ciò che aveva detto ieri. Ma visto che da vent'anni ormai sappiamo che è così che vince, non sarebbe ora di svegliarsi?
Il problema è che l'unico modo per svegliarsi sarebbe di avere qualcosa di concreto da dire ogni giorno, ma questo qualcosa di concreto la sinistra non ce l'ha. Ahinoi.