Un pezzo di costola
umana lungo 13 centimetri, proveniente dal corpo di Nicola
di Bari è stato spedito dall'Italia alla Russia. E perché mai, mi
dirai, un pezzo di costola del cantante nato in provincia di Foggia e
noto per avere vinto due Festival di Sanremo consecutivi nel 1971 e
72, rispettivamente con l'indimenticabile Il cuore è uno
zingaro e con la travolgente I
giorni dell'arcobaleno, è stato
spedito in Russia? E perché poi gli hanno tolto un pezzo di costola dal
torace, visto che è ancora vivo e vegeto e celebrerà il suo
settantasettesimo compleanno il prossimo 29 settembre?
Ti
rassicuro subito: quel pezzo di costola apparteneva a un altro Nicola
di Bari, uno che in realtà non c'entrava niente con Bari, visto che
era nato in Anatolia ai tempi dell'imperatore Claudio II,
detto il Gotico, che è uno che se non l'hai ma sentito
nominare va bene lo stesso perché non ha fatto niente di importante.
Quel Nicola lì, quello giusto, era morto nell'attuale Demre,
cittadina turca di poco più di 26.000 abitanti, che ai tempi di
Claudio il Gotico si chiamava Myra, proprio come la cantante
americana di origine messicana, nota soprattutto per la sua
interpretazione di Dancing in the Street,
che se proprio vuoi farti del male puoi ascoltare qui.
Siccome
questo Nicola di Bari è uno che di mestiere faceva il Santo, alla
sua morte i Myresi (o comunque si chiamassero gli abitanti di Myra)
gli avevano fatto una bella tomba da Santo con intorno una
cattedrale. Tutto filò liscio come l'olio (santo) per 744 anni,
finché nel 1087 a Myra arrivarono 62 marinai baresi, tra i quali c'erano
anche due sacerdoti, tali Lupo e Grimoldo. Ora, siccome Bari non
aveva un Santo tutto suo, i due sacerdoti, animati da uno spirito
stracolmo di carità cristiana, decisero di rubare il corpo di quello
di Myra e di portaselo a casa. Visto però che la carità cristiana
era così presente nei loro cuori, affettarono lo scheletro in due
pezzi e se ne portarono via solo la metà. Secondo altre versioni a
quei tempi Nicola era già stato affettato da qualcun altro e quindi
Lupo e Grimoldo se ne portarono via solo la metà perché il resto
era nascosto da un'altra parte, ma non importa. Ciò che importa (o
magari no, ma te lo dico lo stesso) è che l'altra metà fu più
tardi trafugata dai veneziani, che già che c'erano si presero pure i
corpi di un altro Nicola, zio del Nostro, e di tale Teodoro, martire.
Nel
XII secolo un infido vescovo tedesco che non si sa bene per quale
motivo si trovasse a Bari rubò l'omero sinistro di Nicola e lo portò
a Rimini, dove si trova ancora oggi, nella chiesa di San Nicolò, in
via Ferdinando Graziani, di fronte alla bigiotteria Tanvir e a
Europcar. Si trova ancora lì oggi, ma non tutto, visto che nel 2003
i generosi riminesi decisero di tagliarne via una fettina e di farne
dono alla città greca di Volos, cosa che i volosiani hanno
giustamente apprezzato.
Insomma,
a Bari ci sono vari pezzi di Nicola di Bari — che, detto per
inciso, è poi quel San Nicola che diventò Father
Christmas in Inghilterra nel XVI
secolo, de Kerstman in
Olanda un po' più tardi, Santa Claus
in un sacco di altri posti e che ha finito col guadaganrsi da vivere
facendo la pubblicità per la Coca-Cola a partire dagli anni '30 del
secolo scorso. Ciò che importa è che 13 centimetri di costola di
Nicola di Bari sono stati mandati in Russia, dove resteranno fino al
13 luglio.
— E
allora?, mi dirai.
Beh,
allora ecco qua: quei 13 centimetri di osso di braccio sono stati
depositati dentro una bacheca fabbricata apposta in Russia, bacheca
riccamente decorata con bassorilievi che raccontano la vita del Santo
e dotata di un coperchio e di una parte anteriore in vetro che
permettono di constatare che dentro ci sono proprio quei 13
centimetri di omero, nel caso qualcuno avesse dei dubbi. Il sito
http://www.rainews.it non esita a definire quella spedizione un
evento storico, un gesto d'amore e di pace, un seme nel mare
dell'ecumenismo. E tanto per
dirla tutta, ieri davanti alla cattedrale del Cristo Salvatore, a
Mosca, sulle rive della Moscova, c'era una fila di gente lunga 2
chilometri, tutti lì per vedere quei 13 centimetri di matrice
extracellulare molto dura, compatta e mineralizzata, nonché di
un'indefinita dose di defunti osteociti.
Già si prevede che nel week-end, che in russo si dice выходные,
ma anche уикенд,
la fila sarà non di 2, ma di 5
chilometri.
Leggo
sul Corriere della sera: Igor, che viene da Starij Oskol,
nel sud della Russia, si aspetta un evento eccezionale perché già
nel 2011, quando giunse a Mosca per vedere un frammento della cintura
della Madonna proveniente dalla Grecia, gli nacque miracolosamente un
nipotino. Essendo molto felice
per Igor mi guarderò bene dal fargli notare che di cinture della
Madonna tutte intere in giro per l'Europa e il Medio Oriente ce ne sono altre nove, una
a Prato, una a Costantinopoli, una a Homs, una a Cipro, una al Monte
Athos, una a Terragona, in Spagna, una a Bruton, nel Somerset
inglese, e due in Francia, a Le-Puy-Notre-Dame e a Quintin, in
Bretagna. Naturalmente non dispongo di dati precisi, ma sappiamo
tutti come va con le cinture: una la perdi, un'altra la butti via
perché si è rotta, di altre di devi sbarazzare man mano che
ingrassi, altre ancora finiscono semplicemente col non piacerti più.
Sì, va bene, secondo la tradizione fu Maria stessa a regalare la sua
cintura all'apostolo Tommaso prima di partire per il cielo con tanto
di anima e corpo. La
cintura, mica 9 cinture.
Tra l'altro, quella che Igor aveva visto nel
2011, o della quale aveva visto un frammento, è famosa perché
permette alle donne sterili che la toccano di avere dei figli. Ma
siccome era conservata da secoli in un monastero sul Monte Athos il
cui ingresso è vietato alle donne, non serviva a granché. Infatti la
sua tournée in Russia — dico tournée perché l'hanno
portata in giro per ben 13 città — doveva servire
proprio a favorire nuove nascite in un paese nel quale la demografia
diminuisce in maniera preoccupante.Se la cosa abbia funzionato o no per ora non si sa.
No,
tutto questo non lo farò mai notare a Igor. Ma devo ammettere che
l'idea di decine di migliaia di persone che fanno la coda per vedere
un pezzetto di osso e che poi magari si convinceranno che è proprio
grazie a quella vista che potranno passare la serata a occuparsi del nipotino mentre i genitori vanno al cinema, oppure che, come la madre di tale Vladislav, diciassettenne di
Krasnodar, vivranno qualche altra meravigliosa esperienza, visto che
San Nicola già in passato l'ha aiutata a ritrovare
l'automobile che le era stata rubata, mi turba. Sì, certo, mi fa
molto ridere, ma mi turba anche. E siccome sono uno che certe volte
mette i suoi turbamenti sul suo blog, ecco, l'ho fatto.
E
mo' vado a farmi una tazza di té Ruschka, che è un té nero
profumato al bergamotto e altri frutti e che se vuoi puoi comprarti
qui per 8€
all'etto.