Un'amica americana mi fa sapere via
Facebook che usa i miei post nella sua classe di italiano. Ne sono
lusingato e incomincio quindi subito cercando di rendermi utile con un appunto grammaticale:
quando si scrive in italiano non si mette la s finale che indica il
plurale alle parole straniere, quindi si scrive post anche se si
vuole dire posts. Inoltre non
si usa il corsivo
quando la parola straniera è entrata a far parte del vocabolario
italiano. Si scriverà quindi computer e marketing, parole inglesi
ormai di uso comune anche da noi, ma decision maker e
new entry, espressioni
spesso usate per puro snobismo.
L'amica in questione mi chiede di scrivere qualcosa sulle elezioni. Ahimé,
amica mia, non so proprio da dove incominciare. Ma ci proverò lo
stesso.
Intanto
una cosa: l'attuale legge elettorale italiana viene chiamata
correntemente “porcellum”, che è una parola che non esiste. È
un latinismo, cioè una finta parola latina (anche questo viene
considerato molto snob) che viene dall'italiano “porcello”,
ovvero young pig. Il
ministro che fece votare questa legge nel 2005 la definì lui stesso
una “porcata”, traducibile forse con dirty trick, o low blow,
il che la dice lunga sulla nobiltà d'animo e l'elevazione morale di
certi nostri ministri.
Devi
sapere che c'è molta differenza tra Stati Uniti e Italia (e non solo perché noi mangiamo molto meglio di voi :-)). Voi
statunitensi, con tutte le vostre differenze, tendete comunque sempre
ad essere fieri di essere americani. Da noi è diverso: qui va molto
di moda pensare che si sta meglio all'estero, che “gli altri”
sono migliori e che l'Italia è una banana republic.
L'autolesionismo (self-injury,
o self-destruction) è
uno sport nazionale. E queste ultime elezioni ne sono ancora una
volta una prova eclatante.
Per
esempio: come spiegarti che un miliardario libidinoso, gretto
(narrow-minded),
maschilista e condannato a quattro anni per evasione fiscale abbia
ancora ottenuto tanti suffragi? Ve lo immaginate voi un Donald Trump
alla testa di un partito che raccoglierebbe il 29% dei voti?
Impossibile! Non da noi.
Dovete
sapere anche qui da noi la gente si informa molto più attraverso la
televisione che attraverso i giornali e che noi guardiamo tantissimo
la televisione. Anni fa, quando il Presidente del Consiglio era
Bettino Craxi (uno che finì la sua vita da latitante, cioè
fugitive,
in Tunisia), Silvio Berlusconi, approfittando di un vuoto nella
legge, si creò un impero mediatico il cui apice è costituito da tre
canali televisivi molto seguiti; Canale 5,
Italia 1 e Rete
4. Questi canali, che propongono
fondamentalmente trash TV,
hanno anche dei telegiornali al servizio del loro padrone, Silvio
Berlusconi. In questo senso l'Italia può essere considerata come un Paese all'avanguardia (Paese si scrive con la maiuscola per distinguerlo da paese con la minuscola, che vuol dire village), perché è stata governata per ben 17 anni dall'uomo più ricco del Paese, che di fatto controllava l'essenziale dell'informazione, sia attraverso le sue televisioni private e i suoi giornali, che attraverso i giornalisti che poteva mettere a capo della televisione pubblica.È una specie di trionfo del capitalismo.
Ma
come mai, mi direte voi, non è stata fatta nessuna legge che
impedisse una tale concentrazione di potere mediatico, inimmaginabile in qualsiasi altro Paese democratico? Perché negli
anni nei quali la sinistra era al potere è stata una pappamolle
(lazybones, slacker),
incapace di prendere decisioni. Ma andiamo avanti.
Il
fatto principale di queste elezioni è stato il trionfo del Movimento
5 stelle, gruppo che si
definisce come “non-partito” e che ha raccolto il 25,5% dei
suffragi. Se è vero che alcuni aspetti di questo non-partito possono
ricordare Occupy Wall street,
è altrettanto vero che molti di quelli che l'hanno votato l'hanno
fatto per esprimere un generico voto di protesta contro “la casta”,
ovvero i politici di professione. Per esempio: voi che siete circa
315 milioni avete 441 deputati e 100 senatori; noi, che siamo 61
milioni, abbiamo 630 deputati e 322 senatori. La nostra
rappresentazione popolare è numericamente quasi il doppio della
vostra, mentre la nostra popolazione è un quinto della vostra. È un
po' come se voi aveste 3150 representatives
e 1610 senatori. Un incubo! Ve lo immaginate lo sperpero (dissipation, splash) di denaro pubblico?
Non solo, ma i nostri parlamentari, oltre a ricevere
i compensi più alti d'Europa, godono di tutta una serie di privilegi
che vanno da una pensione che entra in vigore anche solo dopo pochi
giorni di presenza in Parlamento a tassi di prestito privilegiati e
inferiori a quelli degli altri comuni mortali. Nel nostro palazzo del
Parlamento c'è un parrucchiere gratuito, una sauna gratuita, un servizio medico gratuito; i parlamenti viaggiano gratis e sempre, anche se vanno in vacanza, su tutto il territorio nazionale, sia in treno che in aereo che in nave e non pagano nemmeno i pedaggi autostradali (highway tolls); ogni anno il nostro Parlamento spende 1.3000.000$ per offrire a ogni parlamentare 50 agende (daybooks) rilegate in cuoio con il logo della Camera; al ristorante della Camera un piatto di pasta costa 2$ e una bistecca di manzo 3,5$; la mutua dei parlamentari prevede rimborsi medici
maggiori per i deputati e le loro famiglie; 5 anni di presenza in Parlamento assicurano poi una pensione annuale di circa 94.000$; ma la lista sarebbe molto
lunga. Aggiungerò solo un'ultima cosa: quando alcuni deputati furono fotografati mentre giocavano a videogiochi sui loro IPad durante una seduta del Parlamento, fu presa una decisione importante: la preidenza della Camera vietò... le foto.
Davanti
a questa situazione è naturale che ci sia una generale diffidenza
verso i politici. Diffidenza rinforzata dalla situazione di quegli
altri politici, regionali, che in questi ultimi anni hanno
approfittato ancora di più dei loro privilegi. Così, per esempio,
il Presidente della regione Sardegna (1.700.000 abitanti, cioè la
metà di quelli del Connecticut) riceve uno stipendio annuale di circa
230.000$, cioè più della metà di quello del Presidente degli Stati
Uniti.
L'Italia
è un vecchio Paese, dalla storia plurimillenaria. Ma è una
democrazia giovane, molto più giovane della vostra. Per secoli gli
italiani sono stati separati in piccoli Stati governati da potenze straniere o dal Papa. È
normale che quei secoli abbiano creato una grande diffidenza verso
ogni forma di potere, anche se è molto meno normale che i politici
di oggi siano tanto corrotti e incapaci.
Ma
devo sottolineare anche un'altro aspetto importante del porcellum.
Quando voi andate a votare sapete per chi votate e ognuno di voi ha
poi il “suo” rappresentante e il “suo” senatore a cui potete mandare delle mail e magari telefonare. Da noi no:
da noi si è votato per delle liste fatte dai partiti. Prendi il
Senato, per esempio: il primo nome su tutte le liste del
Popolo della Libertà,
quello di Berlusconi, da Milano a Roma e da Venezia a Firenze, era lo
stesso: Silvio Berlusconi. È un po' come se da voi uno stesso candidato senatore si potesse presentare davanti agli elettori dell'Alabama e contemporaneamente davanti a quelli del Maine. Capisci perché è difficile
spiegarvi come stanno le cose?
Detto
questo, la situazione nella quale ci troviamo ora è molto confusa.
Se la sinistra ha una piccolissima maggioranza alla Camera, al Senato non ce
l'ha nessuno e tutti pensiamo che dovremo tornare a nuove elezioni
entro qualche mese, un anno al massimo. Senonché nessuno può
garantire che delle nuove elezioni potranno far venir fuori una
maggioranza chiara.
Sì,
l'Italia è un Paese complicato, che ama gli intrighi, gli inciuci
(scams) e i complotti.
Un Paese per molti aspetti meraviglioso, ma politicamente maturo come
un bambino di quattro anni. Un Paese dove l'evasione fiscale è la
regola, la corruzione una realtà quotidiana e la criminalità
organizzata (Mafia, Camorra, 'Ndrangheta) un cancro. Un Paese dove "fare il furbo", cioè cercare di fregare gli altri, è un passatempo nazionale.Un Paese che spesso quelli che ci governano definiscono ingovernabile semplicemente perché non sono capaci di fare leggi (in particolare una legge elettorale) che lo renderebbero governabile.
Magari
la prossima volta scriverò un altro post specialmente per te,
raccondandoti tutto il male che penso di molti aspetti degli Stati
Uniti, per assicurarmi che tu non finisca col pensare che preferirei
vivere nel tuo paese piuttosto che nel mio. Sarà che abito in
Toscana, in un appartamento dove la gente di qui dice abbia dormito
Leonardo da Vinci, e se alzo gli occhi dal mio computer ho davanti a
me una torre in pietra del XIV secolo... Ma per oggi basta così.
The tower outside my window