sabato 2 febbraio 2013

La fabbrica del consenso

Noam Chomsky

Noam Chomsky n'on è soltanto il padre della grammatica generativo-trasformazionale (una robina di cui troverete notizie qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Trasformazionalismo), né unicamente un illustre professore emeritus di linguistica all'MIT di Harvard con una sfilza di lauree honoris causa tale da ridicolizzare il numero di coppe e trofei vinti da Andrea Pirlo. Noam Chomsky è anche una figura di riferimento per quella sinistra americana che non si riconosce né in uno dei due grandi partiti ufficiali, né in una qualsiasi forma di comunismo. Lui stesso si definisce anarco-sindacalista, rivendicando una sua discendenza dall'illuminismo e dal socialismo libertario.
Un uomo a parte, insomma, fin da quando, negli anni '60, fu tra i primi ad opporsi alla guerra in Vietnam.
Nell'ambito dei suoi studi linguistici, Chomsky ha elaborato una specie di decalogo della “fabbrica del consenso”, ovvero dei metodi di controllo di ciò che una volta si chiamava genericamente “il sistema”, inteso come una specie di santa alleanza tra potere politico e potere finanziario.
Le “10 strategie di manipolazione attraverso i mass-media” sono facili da trovare su internet, in particolare su vari blog, ma in caso vi fossero sfuggite, eccole qui:


1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche attraverso la tecnica del diluvio o dell'inondazione di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionandola in temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza alcun tempo di riflessione”.

2- Creare problemi, poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema-reazione-soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, e questo è il passo principale da far accettare. Ad esempio: si lascia dilagare o intensificare la violenza urbana, o si organizzano attacchi sanguinosi, con lo scopo che poi sia il pubblico a richiedere leggi sulla sicurezza, nonché politiche che vanno a detrimento della libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti civili e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantiscano redditi dignitosi, cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicate d'un colpo solo. 

4- La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, sul momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Primo, perché lo sforzo non è immediato. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarla con rassegnazione quando arriva il momento. 

5- Rivolgersi alla gente come a un bambino
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa parole, argomenti, persone e intonazioni infantili, spesso vicini alla debolezza, come se lo spettatore fosse un bambino piccolo o un deficiente mentale. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se ti rivolgi a una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, per via della suggestione, lei stessa tenderà, con una certa probabilità, ad una risposta o reazione altrettanto priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” 

6- Usare l’aspetto emotivo più della riflessione
Sfruttare l'emozione è una tecnica classica per circuitare l'analisi razionale e, in ultima analisi, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per seminare o trapiantare idee, desideri, paure, ansie e compulsioni, o indurre comportamenti. 

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che il baratro d’ignoranza pianificato tra le classi inferiori e le superiori sia e rimanga incolmabile dalle classi inferiori."


8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente verso la mediocrità
Spingere il pubblico a credere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti... 

9- Rafforzare l'autocolpevolezza
Lasciare che l'individuo biasimi se stesso per le sue sfortune, per i fallimenti della sua intelligenza, delle sue capacità, o dei suoi sforzi. In questo modo, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si autosvaluta e si colpevolizza, il che crea in lui uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione dell'azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono
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Negli ultimi cinsuant'anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle elites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha beneficiato di una conoscenza sofisticata dell'essere umano, sia nel campo fisico che in quello psicologico. Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, il controllo e il potere esercitati dal sistema sugli individui sono maggiori di quelli che gli individui esercitano su sé stessi.

Non male, no? Leggendo e magari rileggendo ognuna delle dieci strategie vengono in mente tante di quelle cose...