I miei primi sette anni di vita li ho
passati a Lodi. Sono nato nel letto dei miei genitori, in via XX
settembre. Mi sono sempre chiesto perché sulle targhe ci fosse
scritto XX e non 20, o venti, e la stessa perplessità la provo ogni
volta che trovo un'indicazione per XXmiglia. Insondabile mistero.
A Lodi c'era la Fiera del Latte. Non so
assolutamente cosa fosse, ma so che mio padre aveva qualcosa a che
farci. Perché la Fiera del Latte? Naturalmente perché nella nebbia
padana hanno sempre vagato numerose mucche con le mammelle rigonfie,
ma anche perché a Lodi c'era la Polenghi
Lombardo, che produceva sia latte che mascarpone. Sono quelli della
Polenghi che hanno lanciato in Italia quella schifezza senza sapore
che si chiama latte a lunga conservazione. Per fortuna loro (e mia)
nel 1956 Dio Signore Onnipotente li incaricò però di dare al mondo
uno di quei miglioramenti epocali che danno un po' di gioia a noi
mammiferi erranti in questa valle di lacrime. E la Polenghi Lombardo
creò le Galatine. Otto anni prima che la Ferrero facesse fare un
altro grande passo in avanti all'umanità creando la Nutella e ben
venticinque anni prima che Roberto “Loly” Linguanotto, pasticcere
presso il ristorante Alle Beccherie
di Treviso chiudesse la Divina Trinità con l'elaborazione del
tiramisù.
È
difficile spiegare cosa fossero le Galatine per un bambino del 1956.
Prima di allora le godurie supreme erano le caramelle Charms, rotonde
e col buco, che mio padre mi portava dal bar Masseroni, dove andava a
giocare a boccette. Ma le Galatine, con quel colore bianco e con
quell'inconfondibile e ineguagliabile consistenza... mmmmmhhhh.
Per
vari decenni le Galatine sono state per me un lontano ricordo, fino
al giorno in cui, a un autogrill dell'Autostrada dei Fiori, a momenti
mi ha preso un infarto. Su uno scaffale, vicino a pacchetti di
Haribo, Golia e altre cose sconosciute, ho scoperto un pacchettino
bianco a righe azzurre con su la meravigliosa scritta rossa:
Galatine.
Quando
ho visto, scritto in più piccolo, il nome Sperlari, è solo grazie
alla rapida reazione di un turista polacco che non sono caduto
rovinosamente a terra. Come sarebbe, Sperlari? Vuoi vedere che questi
delinquenti senza ritegno né senso dell'onore si sono appropriati di
un nome sacro per mettere in circolazione un ignobile sottoprodotto?!
Ho
esitato a lungo, ma dopo circa 47 minuti di immobilità ho ceduto: ho
allungato la mano, ho preso un pacchetto e mi sono diretto verso la
cassa. Appena fuori, sotto il sole ligure, ho aperto il pacchetto e
ho trovato una serie di caramelle, ognuna avvolta da un manto di
plastica e alluminio. Altro coccolone. Ma sono stato forte. Con uno
sforzo di volontà pari a quello di Fidippide quando, 2493 anni fa,
corse 42,195 km per annunciare agli ateniesi la vittoria sui
persiani, ho scartato la Galatina e me la sono infilata in bocca.
Miracolo! Miracolo! Gloria in Excelsis Deo!
La Galatina aveva lo stesso sapore!
Da
allora, di Galatine ne ho succhiate molte, l'ultima pochi minuti fa.
Anche se “succhiate” è limitativo, visto che uno dei piaceri
risiede proprio in quell'alternanza di succhiare e mordere che solo
l'immacolata leccornia lodigiana permette.
Qualche
anno dopo l'inattesa riscoperta, ho provato anche le Galatine al
cioccolato e quelle molli. È stato come far sesso con una bambola
gonfiabile, come bere un bicchiere di Tavernello, come andare in
vacanza in agosto a Igea Marina, come mangiare una pizza da Pizza
Hut. Patetico. Triste. Deprimente. Ogni volta che ne vedo in vendita
alla Coop mi viene voglia di rubarle tutte unicamente per il piacere
di portarle alla discarica.
Per
fortuna le Galatine bianche, quelle vere, esistono ancora. Quel che
mi preoccupa è che la Sperlari appartiene ormai alla Leaf Italia
(che possiede anche Saila, Dietorelle e Dietor) e che la Leaf Italia
è di proprietà della CVC Capital Partners, con sede a Londra, e
della Nordic Capital, con sede a Stoccolma. Cosa succederà il giorno
in cui 'st'inglesi e 'sti svedesi decideranno che non gliene frega
niente delle Galatine? Non oso immaginarlo.
E
invece sì, lo immagino. Ma non lo temo più, visto che ho scovato su
internet una ricetta per farsi le Galatine in casa! Non l'ho ancora
provata (l'ho scoperta venti minuti fa...), ma non voglio correre il
rischio di farmi polpettizzare da un TIR domani mattina senza prima
averla offerta ai miei lettori.
Eccola
qui:
Ingredienti:
40g di albume
80g di zucchero
3 cucchiai colmi di latte in polvere
Preparazione:
40g di albume
80g di zucchero
3 cucchiai colmi di latte in polvere
Preparazione:
mettete l'albume insieme a 1/3 dello
zucchero in una ciotola di metallo e appoggiatela sopra una pentola
di acqua calda in modo che il composto si scaldi senza però superare
i 45°. Cominciate a montare con un frullino e quando gli albumi
comincieranno già ad essere spumosi aggiungere ancora 1/3 di
zucchero...Continuate a montare finché il composto sarà bianco,
spumoso e ben fermo. A questo punto aggiungete l'ultimo terzo di
zucchero e montate ancora finché si sarà sciolto completamente,
dopodiché unite il latte in povere, frullando ancora un po' a bassa
velocità. Stendete ora il composto così ottenuto allo spessore di
circa 1/2cm su un foglio di carta forno dandogli una forma quadrata e
adagiate il tutto sul ripiano dell'essiccatore azionandolo a 70°. Se
non avete l'essiccatore appoggiate il foglio con l'impasto sulla
teglia del forno preriscaldato a 60° ventilato, ma lasciate lo
sportello del forno aperto a fessura mettendo un cucchiaio di legno
tra il forno e lo sportello. Fate essiccare completamente. Quando
sarà pronto fatelo raffreddare e poi tagliate a quadratini di circa
1cm di lato possibilmente con un coltello elettrico.
Lasciamo
pure perdere il coltello elettrico: mi pare ovvio che se la cosa
risulterà buona sarà molto meglio ficcarsi direttamente in bocca
tutta la placca senza perdere inutile tempo a farla a pezzi.
Non
credo che nei prossimi due giorni avrò il tempo necessario per
provare la ricetta e siccome poi starò via per un mese e mezzo non
mi resta che contare su di te, dolciofilo lettore, per sperimentarla,
darmene delle notizie e farmi sbavare da una qualche camera d'albergo
francese. Cosa di cui ti sono grato in anticipo.
Galatine for ever!