domenica 30 maggio 2010

Un uomo ripugnante

 Mihajlovic

 Arkan

Da bambino ero tifoso del Milan. Poi lo sono rimasto per moltissimi anni.
Negli anni 50 il Milan era la squadra delle periferie milanesi, l'Inter di quelli che abitavano in centro, cioè "i ricchi". Sono passati molti anni, le cose sono cambiate. Avere come presidente di club Berlusconi mi era davvero diventato insopportabile. Qualche mese fa ho detto basta e mi sono messo a tifare per la Fiorentina, una squadra che mi è sempre stata simpatica, fino dai tempi gloriosi di Miguel Montuori. E poi, alla Fiorentina c'era un allenatore come Prandelli, un signore.
Ora, patatrac!, arriva Mihajlovic. Perché patatrac? Perché quello non è solo un idiota, come possono esserlo molti calciatori o ex- calciatori, non è nemmeno uno di destra o di estrema destra, è peggio, molto peggio. È uno schifo d'uomo.
Mihajlovic si è sempre detto molto amico di Zeliko Raznatovic, meglio (per così dire...) conosciuto come Arkan.
Chi era Arkan? Dapprima un semplice delinquente. La sua prima rapina la fece a diciotto anni in un bar di Zagabria. Poi lavorò per i servizi segreti iugoslavi, ma si vede che il lavoro non gli piaceva, perché si rimise alle rapine a mano armata: prima in un ristorante a Milano, poi in varie banche e gioiellerie in Svezia, Belgio, Olanda, Svizzera e Austria. Evaso da una prigione belga, se ne tornò in Serbia, dove Milosevic, l'artefice dei massacri etnici, lo incaricò di reclutare milizie volontarie anti croate e anti bosniache. Nacquero così le famigerate Tigri, il più spietato, fascista e assassino dei gruppi paramilitari serbi. Tra le numerosa "gesta" delle Tigri ricordiamo:
  • aprile 1992: due attentati che fanno 17 morti a Bijelijina, poi massacro di 400 civili nei dintorni;
  • maggio 1992: massacro di 600 civili a Brcko;
  • ancora maggio 1992: massacro di 13.000 civili a Prijedor e nei villaggi vicini;
  • febbraio/marzo 1993: partecipazione ai massacri di Cerska (700 vittime) e di Visegrad (centinaia di vittime e dispersi, 80 uomini bruciati vivi);
  • giugno 1995: partecipazione ai massacri di Srebrenica (tra 8.000 e 12.000 civili massacrati).
Qui non si tratta più di avere opinioni politiche divergenti. Si tratta di massacri effettuati nell'ambito dell'orrido progetto di "epurazione etnica", che peraltro etnica non era, ma confessionale. 
Mhajlovic, il nuovo allenatore della mia squadra, ha dichiarato (Corriere della sera, 23 maggio 2009): "Arkan era un mio amico: lui è stato un eroe per il popolo serbo. Era un amico vero, era il capo degli ultras della Stella Rossa quando io giocavo lì. Io gli amici non li tradisco né li rinnego. (...) Le atrocità? Voi parlate di atrocità, ma non c'eravate". Non c'eravamo nemmeno alle Fosse Ardeatine, se è per quello, né a Marzabotto. Però sappiamo quel che è successo. E magari se uno dei nostri "amici" avesse patecipato a quei massacri e se noi fossimo stati calciatori della Lazio, ci avremmo pensato su due volte prima di chiedere a dei "tifosi" di portare allo stadio uno striscione con su scritto "onore alla tigre Arkan" quando questo fu ucciso in un hotel di Belgrado. O no?
Ci tengo a ripeterlo: qui non si tratta di avere opinioni politiche divergenti: si tratta di assassini di massa, di odio religioso, di massacri di civili, di stupri collettivi. Nascondersi dietro idee patriottiche o nazionaliste per negare o magari accettare come danni collaterali simili misfatti è una porcata immonda. Il nuovo allenatore della Fiorentina è un uomo ripugnante.
Mi sa che mi metto a tifare per il Cagliari...