sabato 29 agosto 2015

Della carta igienica

Il brevetto del rotolo di carta igienica

Quale può essere il modo migliore per uscire dal mio lungo silenzio estivo di blogger?

La risposta a questa angosciante domanda me l'ha offerta un casuale rinvio apparso sotto il post facebookiano di una mia cara cugina.

Oggi ti parlerò di carta igienica. E incomincerò dall'inizio. O almeno da quello che i più credono sia l'inizio.

Il 22 dicembre 1891, tre giorni prima delle celebrazioni del Santo Natale, che a quei tempi non implicavano ancora la massiccia presenza di vecchi obesi, barbuti e vestiti di rosso, il Signor Seth Wheeler, di Albany, capitale dello Stato di New York, brevettò il rotolo di carta igienica così come lo conosciamo oggi. 
 
Ovviamente prima di allora la carta igienica già esisteva. A riprova basterà citare un testo di Yan Zhitui, ufficiale cinese della seconda metà del VI secolo, che dice: “Non userò per scopi igienici (in altri termini, per pulirmi il sedere) carta sulla quale siano presenti citazioni o commenti sui Cinque Classici (ovvero i 5 testi fondatori del confucianesimo).”

E non priviamoci di citare anche un anonimo viaggiatore arabo in Cina, che scrisse verso la metà del IX secolo: “I cinesi non si lavano con acqua dopo avere fatto le loro cose, ma si limitano a strofinarsi con della carta.”

Tanto per rimanere in Cina e per ostentare il nostro sapere enciclopedico, ricordiamo che nei primi decenni della dinastia Ming, cioè verso la fine del '300, venivano prodotti 720.000 fogli di carta igienica destinati all'uso esclusivo della Corte. Da notare la dimensione di quei fogli, circa 60x90 cm. (!), che però, lungi dal suggerire che la stessa Corte fosse abitata da giganti obeso-deretanici e cacatori diarreici, ci lascia supporre che all'interno di quelle misteriose mura si trovasse tutto un piccolo esercito di operai specializzati, addetti al ritaglio di quei preziosi accessori in misure più consone al loro uso. Notiamo altresì che nello stesso periodo il consumo annuale della sola famiglia dell'imperatore Hongwu, fondatore della dinastia Ming, era di 15.000 fogli all'anno, fogli ovviamente imperiali, ovvero ultrasoffici nonché profumati. Lascio all'impavido lettore il compito di dedurre da questa semplice cifra la probabile estensione della famiglia imperiale, tenendo conto che, visto che ogni foglio 60x90cm. = 0,54m2, 150.000 fogli = 81km2. Tieni presente che un normale rotolo di carta igienica comprato al supermercato contiene poco più di 6m2 e capirai che la famiglia Hongwu consumava il corrispondente di circa 13.500 rotoli all'anno, ovvero 1.125 al mese, o ancora quasi 40 al giorno. O erano molto numerosi o mangiavano troppi fagioli. Non si sa.

Mentre i cinesi già usavano carta, gli altri umani si sbizzarrivano: a parti quelli che non uasavano niente, o semplicemente le dita, c'era chi privilegiava la lana, chi la canapa, il cotone, l'erba, le foglie (preferibilmente non secche), la neve, il muschio, la sabbia (ahi!), le pannocchie di granoturco (giuro), le felci o varie bucce di frutti. Tra i più coraggiosi segnaliamo gli utilizzatori di cocci e di sassi. Tra i nostri antenati, citiamo invece gli antichi romani, che usavano spugne infilate su un bastoncino, riposte dopo l'uso in una vaschetta di aceto. 
 
Ho lasciato per ultimi gli utilizzatori di acqua corrente perché questo mi consente di diffondere una fatwa della Direzione Affari Religiosi Diyanet del Gran Mufti di Ankara, Mohammed Gormaz, principale autorità religiosa islamica sunnita turca, della quale mi informa Il Messaggero del 19 aprile scorso. Cosa sostiene questa importante fatwa? Che se è vero che è sempre preferibile usare acqua per pulirsi il posteriore, è però consentito (halal) quando non c'è acqua disponibile, usare altri materiali. In particolare, sostiene il Gran Mufti, “nonostante alcune fonti ritengano che la carta non sia adatta come materiale igienico, poiché serve per scrivere, non è un problema usare carta igienica.” Chi sia il perspicace fedele che ha informato il Gran Mufti di Ankara che la carta igienica non serve per scrivere, non si sa. Ma si sa che la fatwa non pare modificare le altre regole in vigore, in particolare il divieto di parlare o leggere mentre si è sul water, l'obbligo di entrare in bagno con il piede sinistro e di uscire con quello destro recitando una preghiera, nonché l'obbligo anche per gli uomini di sedersi sulla tavoletta e di non stare mai in piedi.

Ma adesso diamo un'occhiata alle statistiche. Secondo il molto serio Worldwatch Institute, gli esseri umani, leghisti compresi, consumano individualmente circa 3 chili e 800 grammi di carta igienica all'anno. Guardando più da vicino però ci accorgiamo che mentre il consumo medio di un africano è di circa 400 grammi all'anno, quello di uno statunitense è di 23 chili (!!!), il che apre un vasto campo di ricerca per uno studio post-universitario intitolato Ma che cacchio ci fanno gli statunitensi con la carta igienica?

E poi, come sempre, ci sono gli irriducibili ambientalisti. Prendiamo per esempio l'eco-sostenibilissima Michela Dell'Amico, che si definisce giornalista e videomaker e che ci tiene ad informarci in un post apparso su Wired il 1° luglio scorso, che ha deciso di rinunciare per sempre alla carta igienica e di usare solo il bidè. Grati di questa interessante informazione, apprendiamo che ciò che ha portato la giornalista e videomaker eco-compatibile a una così drastica e coraggiosa decisione è il grave e irreparabile danno alle foreste causato dal nostro buttare nel water quasi 6 miliardi di tonnellate di carta igienica l'anno. A riprova, sostiene la bio-degradabile Michela, uno studio del WWF, secondo il quale lo stillicidio di risorse primarie che avviene in bagno o in cucina rappresenti il sacrificio di circa 270.000 alberi, ogni giorno. Peccato che nello studio del Worldwatch Institute che cita quello del WWF, sia scritto nero su bianco che solo il 10% di quell'ammontare sia imputabile alla carta igienica. Un altro rapido calcolo mostra quindi che la stima corretta è di 0,0000038 alberi al giorno per persona, ovvero poco più di un tre virgola otto milionesimo di albero al giorno per persona, il che mi pare abbastanza lontano dallo stillicidio. Quanti degli alberi usati per fabbricare carta igienica provengano poi da foreste vergini e quanti da piantagioni perfettamente sostenibili non è cosa che preoccupi la nostra amica Michela, che ringraziamo comunque di averci offerto la sua ormai indelebile immagine nell'atto di usare quella nobile vaschetta che, lo ricordiamo con piacere, fu probabilmente inventata nel 1710 da tale Christophe Des Rosiers per il sollazzo della famiglia dell'ormai più che settantenne Luigi XIV, che probabilmente si puliva peraltro il nobile culo mediante l'uso di merletti appositamente ricamati e profumati.

Lo so, piacerebbe anche a te, eco-indifferente come sei, disporre di merletti appositamente ricamati, magari a Burano, e profumati, magari nella provenzale Grasse. E invece no: la prossima volta che userai il tuo tre virgola otto milionesimo di albero quotidiano sotto forma di qualche strappo di rotolo comprato alla Coop, potrai solo sognarci su.E cerca almeno di non scordarti di uscire dal bagno col piede destro, bestia!