mercoledì 20 aprile 2011

Uno spreco di pipì

Andres Serrano

Scandalo! In Francia, degli integralisti cattolici hanno distrutto un'opera d'arte! “È il medioevo che torna a grandi passi”, dichiara l'artista. “È un oltraggio a un principio fondamentale, perché la presentazione di queste opere deriva pienamente dalla libertà di creazione e di espressione prevista dalla legge”, tuona il ministro della cultura francese.
Cribbio! È roba grossa... Medioevo, libertà, legge sono paroloni che danno da pensare.
Ma c'è un ma. Il ma è che, a mio modesto avviso, l'opera d'arte in questione merita il titolo di opera d'arte almeno quanto Montserrat Caballé merita quello di anoressica o Kate Moss quello di peso massimo.
L'opera d'arte, quindi: si tratta di Immersion Piss Christ del fotografo newyorkese Andres Serrano. La foto rappresenta un crocefisso di plastica che l'artista ha immerso nel suo piscio, previamente raccolto in un apposito contenitore per vari giorni di seguito.
Vi rassicuro subito: non sono scandalizzato dal fatto che uno si metta a raccogliere la sua pipì per poi immergerci un crocefisso di plastica. Anzi, non me ne frega assolutamenete niente. Che poi uno, fatta questa preparazione cristicourinaria, decida pure di fotografarla mi è ancora più indifferente.
Quel che mi fa girare i santissimi (tanto per restare in materia religiosa) è che si sprechino paroloni come legge, medioevo, libertà d'espressione e opera d'arte per quella che il Rag. Ugo Fantozzi avrebbe semplicemente e saggiamente definito una boiata pazzesca. Quello che mi fa andare in vortice i testicoli è che per questa boiata pazzesca si sia pronti a parlare d'arte.
Ma quand'è che la smetteremo con queste fesserie? Abbiamo davvero così paura di non essere à la page da continuare a sottometterci ai diktat di un mercato dell'”arte” (ormai da mettersi rigorosamente tra virgolette) che da Serrano a Cattelan a Buren a tutta un'altra sfilza di patetici coglioni ci offre prodotti il cui unico scopo sembra essere quello di umiliare il nostro buon senso facendo di tutto per convincerci che se non capiamo l'importanza di questi gesti “artistici” siamo dei buzzurri paleolitici capaci solo di apprezzare le riproduzioni di Degas sulle scatole di cioccolatini?
Non voglio neanche entrare nel tema della provocazione nei confronti di chi in un crocefisso di plastica vede qualcos'altro che una statuetta di plastica di uno inchiodato su una croce. Quella provocazione la trovo talmente idiota, infantile e gratuitamente offensiva che non mi fa né caldo né freddo. Così come trovo idiote, infantili e gratuitamente offensive le prese di posizione di tutti gli integralisti religiosi che mi rifiutano la dignità del mio ateismo. Ma il mio ateismo io non vado a sbatterglielo in faccia gridando bestemmie durante la messa in San Giovanni in Laterano, o durante la predica dell'imam in una moschea o di un rabbino in una sinagoga. Esattamente allo stesso modo non mi verrebbe mai in mente di andare a fare la cacca su una foto di Napolitano davanti al Quirinale, né la pipì sull'ultimo CD di Al Bano sul palcoscenico del festival di Sanremo.
Quand'è che la smetteremo di avere paura di dire chiaramente che quelle “opere d'arte” opere d'arte non lo sono? Quand'è che ci decideremo a non darci più la zappa sui piedi lasciando ai più biechi integralisti l'esclusiva della critica di prodotti puramente mercantili che ci vengono spacciati per quello che non sono?
Mah...

Mia moglie ha quasi trent'anni meno di me e non perde mai un'occasione per farmi notare che se il mondo in cui viviamo è quello che è la colpa è della mia generazione. Al che io le rispondo arrampicandomi sui vetri del mio passato di hippy pacifista che non prevedeva certo un futuro fatto di Papi e veline.
Sta di fatto che la libertà d'espressione era per noi un cavallo di battaglia. E quando dico per noi sono perfettamente conscio che tra quei “noi” c'era tutta una serie di individui che sono poi allegramente passati dall'altra parte e che oggi controllano le nostre vite.
Serrano ha esattamente la mia età. Immagino quindi abbia vissuto, almeno in parte, le stesse eccitazioni, gli stessi traumi, gli stessi sdegni che ho vissuto io. Nei primi anni 70 viveva a New York, dove io andavo spesso a fare spettacolo con il Bread and Puppet Theater. Chissà, magari ci siamo anche incontrati... Magari c'era anche lui a quella serata a cui partecipai in un loft di Soho con una parte dell'equipe della Factory di Andy Warhol, o magari era lì, seduto nel pubblico mentre io muovevo le marionette di Peter Schumann. Perché allora uno passa dalla Brooklyn Museum Art School dei primi anni 70, col fermento che c'era allora, coi sogni, i progetti, le indignazioni e le collere che c'erano allora alla fotografia di un crocefisso di plastica immerso nel proprio piscio?
Mi devo essere perso un capitolo. Si vede che, come il lettore di Se per una notte d'inverno un viaggiatore, non ho mai trovato il séguito. E adesso che lo vedo, questo séguito, adesso che vedo al servizio di cosa viene invocata la libertà d'espressione, mi viene una tristezza infinita.
Andres Serrano è un bamba, un pistola Amedeo, un pirla e un belìn. Ma quelli che lo chiamano artista e che chiamano arte Immersion Piss Christ sono generali a cinque stelle nell'esercito degli idioti.

martedì 19 aprile 2011

Dylan in Cina

Robert Zimmermann

Avevo incominciato a buttar giù questo post la settimana scorsa, poi mi sono dimenticato di pubblicarlo. Lo faccio ora, ché tanto la stupidità è cosa sempre attuale.

Maureen Dowd è giornalista. Maureen Dowd ha pubblicato un articolo sul New York Times un paio di giorni fa, intitolato Blowin' in the Idiot Wind. Il titolo è un mix dei titoli di due canzoni di Bob Dylan, Blowin' in the Wind e Idiot wind. Il refrain di Idiot wind finisce con queste parole: You're an idiot, babe, / It's a wonder that you still know how to breath (sei un 'idiota, baby, è un miracolo che tu sappia ancora come si fa a respirare). Non so se la leggendaria preveggenza di Bob Dylan l'abbia portato a scrivere queste parole ben 37 anni fa in onore di Maureen Dowd — che allora lavorava per il Washington Star — ma avrebbe potuto.
Di cosa parla l'eccellente Maureen? Dei concerti del grande Bob in Cina in questi ultimi giorni. E cosa ci dice l'informata Maureen? Che Dylan ha accettato la censura imposta dal governo cinese rinunciando a cantare le sue “iconiche canzoni rivoluzionarie” come Blowin' in the Wind e The Times They Are a-Changin'.
Se la rossocapelluta Maureen si fosse presa la briga di informarsi un po' meglio prima di disinformarci e di suscitare commenti e altri articoli in una serie di altri quotidiani americani ed europei, magari anche Federico Rampini, corrispondente americano di Repubblica, ci avrebbe risparmiato le scemenze del breve video che pubblica sul sito del suo giornale (http://tv.repubblica.it/copertina/bob-dylan-sotto-accusa-per-i-concerti-in-cina/66038?video=&ref=HRESS-14).
Bob Dylan ha un sito ufficiale. Sul sito ci sono le date dei suoi concerti. Ogni data di concerto già avvenuto dà la possibilità di cliccare su Set List e di ottenere la lista delle canzoni cantate in quel
dato concerto. Una semplice verifica mostra che effettivamente Dylan non ha cantato Blowin' in the Wind e The Times They Are a-Changin' né a Pechino né a Shanghai. Senonché il sito ci propone un altro: Archive dates.
Io ho cliccato e ho dato un'occhiata. L'ultimo concerto del 2010 Dylan l'ha dato a Mashantucket, nel Connecticut e, oh sorpresa!, neanche lì ha cantato le due canzoni “iconiche”. E non le aveva cantate nemmeno il 21 agosto a Monterey, California, il 25 marzo a Tokyo, il 31 marzo 2009 a Hannover, il 16 agosto 2008 a Atlantic City, New Jersey e, oh scandalo!, neppure il 15 luglio 1994 a Vienna!
Perbacco! Chi avrebbe mai immaginato che la potenza dei censori cinesi avrebbe potuto andare dal Connecticut alla California e dal Giappone alla Germania? Maureen, mi sa che hai perso l'occasione di denunciare qualcosa di veramente scandaloso! Pensa: se l'avessi fatto magari ti avrebbero dato il Pulitzer e magari anche Federico Rampini ci avrebbe fatto su un bel commento...

Il bello con Bob Dylan è che non lo trovi mai dove te lo aspetteresti. Fin dall'inizio, una cinquantina d'anni fa, il “profeta della sua generazione” sembra essersi divertito a spiazzare tutti. Te lo aspettavi in stile folk e lui cantava con un gruppo rock al festival di Newport (1965) suscitando la collera di Pete Seeger, papa del folk americano, che annaspava cercando un'ascia con cui tagliare i cavi elettrici. Te lo aspettavi rock e lui pubblicava un LP intitolato Self Portrait nel quale cantava soprattutto canzoni non scritte da lui, tra le quali una versione di Blue Moon in perfetto stile crooner (roba da far schiattare d'invidia Dean Martin e Nat King Cole), una di The Boxer di Simon & Garfunkel e una di Early Morning Rain di Gordon Lightfoot. Per non parlare del duetto con Johnny Cash sull'LP Nashville Skyline, o della ripresa di Can't Help Falling in Love di Elvis Presley su un LP sobriamente intitolato Dylan.
È proprio questa una delle cose che ho sempre apprezzato in Dylan, questa sua eterna voglia di cambiare, di provare cose nuove, di non rimanere incastrato in uno di quei cassetti nei quali i critici amano mettere chiunque abbia un'attività pubblica. Oh, certo, Dylan negli anni ha anche messo in commercio qualche LP al limite dell'inascoltabile, come i due o tre in stile gospel. Ma non importa. Nessuno è mai riuscito ad appiccicargli un'etichetta sulla fronte. Ed è probabilmente questo che Maureen Dowd e tutti quelli che come lei si erigono a difensori di non so quale purezza musicoetica non sopportano.

lunedì 18 aprile 2011

Italia eterna


Un'amica mi manda via mail questo testo, che forse già conoscete, ma che mi pare meriti di essere letto e riletto:

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Elsa Morante, 1945

E poi dicono che la Storia non si ripete...